Inps, la mobilitazione dei lavoratori in Lombardia: giovedì 18 maggio assemblee e presidio anche a Bergamo

SINDACATI. Sono previste assemblee del personale, seguirà un presidio in viale Vittorio Emanuele dalle 10,30 alle 12,30.

Come in tutti gli altri capoluoghi lombardi, anche a Bergamo giovedì 18 maggio sarà una giornata di mobilitazione per i lavoratori dell’Inps. Per quella data negli uffici dell’Istituto provinciale sono previste le assemblee del personale, a cui seguirà un presidio di protesta (viale Vittorio Emanuele II n. 5, dalle 10,30 alle 12,30).

Lo stato di agitazione a Bergamo è stato proclamato da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Usb e dai delegati della Rsu interna che denunciano «ormai da tempo, una pesante carenza degli organici nelle sedi dell’istituto, con ricadute rilevanti sui carichi di lavoro, sulla performance e sul salario accessorio, e naturalmente sui servizi da garantire». «Sappiamo che a livello regionale la scopertura di personale tocca quota 57,2%. Delle 471 nuove figure assegnate di recente alla Lombardia (nonostante la carenza complessiva sia di 830 unità) hanno preso servizio solo in 355» ha spiegato nei giorni scorsi Leopoldo Chiummo della segreteria Fp-Cgil di Bergamo. «Così se da una parte le nuove assunzioni sono limitate, proseguono invece pensionamenti e mobilità. Manca dunque il necessario turnover, con il rischio di chiusura dei servizi».

A inizio aprile, si legge in una nota della Cgil di Bergamo, con l’intervento di Marcello Gibellini che per il sindacato ricopre la carica di presidente del Comitato Provinciale dell’Inps di Bergamo, la Cgil aveva già denunciato organici Inps «in caduta libera». Se quindici anni fa erano costituiti da circa 600 persone tra Inps e Inpdap, oggi si attestano a 270 complessivamente (l’Inpdap è confluita formalmente in INPS dal 2012). «L’operatività dei servizi risulta già oggi in forte difficoltà, ma nel corso del 2023 prevediamo un ulteriore calo che porterà l’organico a quota 200 dipendenti o meno» aveva spiegato Gibellini, Cgil.

«Da respingere al mittente è l’idea di delocalizzare fuori regione le attività Inps della Lombardia, capofila per consistenza di popolazione e Pil. Bisogna invece assumere più personale, valorizzarlo (e non penalizzarlo sugli effetti incentivanti!) e rendere più attrattivo l’istituto che è anche un presidio di legalità» sottolinea una nota della Fp-Cgil regionale in vista della mobilitazione. «A maggior ragione con il commissariamento dei vertici dell’Inps guardiamo con preoccupazione, in generale, alle sue sorti. Vigileremo con grande attenzione perché questa condizione non venga strumentalizzata a danno della cittadinanza e di lavoratrici e lavoratori. In Lombardia la lotta continuerà fino al raggiungimento di risposte concrete».

© RIPRODUZIONE RISERVATA