Inflazione, il calo è un’illusione: «Extra spesa» di 448 euro annui

I DATI ISTAT. L’aumento sui 12 mesi a ottobre è dell’1,5% contro il 5% di settembre. I consumatori: «Chi fa la spesa sa bene qual è la realtà». Bergamo 30ª in Italia.

Un’«illusione ottica». Numeri ufficiali alla mano, stando ai valori diffusi ieri dall’Istat sulle province italiane, l’inflazione sembrerebbe precipitata: il dato su base annuale per la Bergamasca – cioè il dato riferito ai prezzi di ottobre 2023, confrontati con quelli di ottobre 2022 – scende infatti a +1,5%, mentre un mese fa viaggiava ancora al +5%. Di «effetto ottico matematico» parla Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, spiegando perché il valore appaia così contenuto: è dovuto «al fatto che nell’ottobre del 2022 in Italia e nella gran parte delle nostre città si era raggiunto il record dell’inflazione annua, e quindi il confronto ora rispetto a quel mese risulta falsato, ma resta comunque una stangata per gli italiani». La dinamica la spiega anche l’Istat: «La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto».

In altri termini: i prezzi di ottobre 2023 sono stati confrontati con un mese (ottobre 2022) in cui i prezzi erano già saliti alle stelle, trainati dalla bolla energetica, e ora l’inflazione risulta sostanzialmente «cronicizzata» su valori costanti. Se l’indice generale dei prezzi su base annua è appunto all’1,5%, spacchettando i dati riferiti alla Bergamasca emerge che i prodotti dei prezzi alimentari sono al +5%, mentre rincari considerevoli si osservano ancora sui pacchetti vacanza (+20%), sui servizi di alloggio (hotel e altre strutture ricettive, +9,6%), servizi di trasporto (+6,6%) e ristorazione (+4,2%). Magra consolazione, Bergamo rimane una delle città d’Italia in cui l’inflazione corre più lenta: è infatti al 30° posto, al di sotto della media nazionale, e oggi rispetto a un anno fa l’inflazione si traduce – secondo i calcoli dell’Unione nazionale consumatori – in un’«extra spesa» di 448 euro annui per una famiglia media; Milano è invece la città più «rincarata», +679 euro su base annua.

Guardando, invece, solo alla «variazione congiunturale» dei prezzi, cioè all’inflazione su base mensile (i prezzi di ottobre 2023 confrontati con i prezzi di settembre 2023), la variazione in provincia di Bergamo è del -0,3% (a settembre si era invece registrato un +0,3%): frenano – stando ai calcoli dell’Istat – alcune delle principali voci di spesa, dai prodotti alimentari (-0,1%) ai trasporti (-0,6%), ma rimbalzano lievemente i prezzi di energia elettrica e gas (+0,4%).

«Gli ultimi dati sull’inflazione vanno “pesati” - premette Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo -: fermandosi ai soli numeri, sembrerebbe di intravedere una via d’uscita all’aumento dei prezzi, invece non è così. L’esperienza quotidiana di ciascun consumatore quando fa la spesa dà indicazioni opposte. Qualche voce può essere effettivamente in ribasso, per esempio il costo dei carburanti, ma il quadro complessivo rimane comunque critico». «I prezzi degli alimentari, specie le verdure, sono ancora alle stelle – osserva Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Per riuscire a far quadrare i conti, le famiglie hanno ormai alleggerito il carrello della spesa, ridimensionando gli acquisti e scegliendo spesso prodotti non di prima qualità. Il “carrello tricolore” è stata sostanzialmente solo un’operazione spot, le tredicesime saranno consumate da mutui e bollette».

© RIPRODUZIONE RISERVATA