Economia / Bergamo Città
Mercoledì 20 Luglio 2022
Imprese orobiche, l’appello a Draghi: «Deve rimanere»
La mobilitazione Sono 15 le associazioni di categoria unite nell’invito al premier: «Momento delicatissimo».
«Il Paese ha bisogno che il Governo continui a lavorare; in un momento caratterizzato da tante emergenze, serve proseguire nel cammino di riforme e d’investimenti avviato in questi mesi col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». È un appello accorato quello che 15 associazioni di categoria dei comparti dell’industria, del commercio, dell’artigianato e delle cooperative hanno rivolto ieri mattina ai parlamentari bergamaschi. In meno di 48 ore le associazioni hanno raccolto l’invito di Confindustria a creare un’alleanza capace di parlare a una sola voce e in grado di mettere la politica di fronte alle sue responsabilità, rispetto alla crisi di Governo: un fatto unico per la provincia di Bergamo, che rende bene l’idea di quanto il momento sia delicato e di come il comparto economico, preoccupato per la piega che potrebbe prendere la situazione politica, abbia compreso che l’unica strada per fare arrivare le proprie istanze sui tavoli dell’Esecutivo sia quella dell’unità e della responsabilità.
La stessa responsabilità che le associazioni hanno chiesto ai parlamentari che hanno raccolto l’invito a partecipare all’incontro organizzato all’auditorium della sede di Confindustria. Questi i sottoscrittori del documento (quasi tutti presenti coi loro rappresentanti): Ance, Ascom, Cdo; Coldiretti; Confagricoltura, Confai, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confimi Apindustria, Confindustria; Fai, Lia e Unione Artigiani.
Tante scadenze, no alle urne
Pnrr, legge di Bilancio, trattative internazionali e iniziative per calmierare l’inflazione, ma anche tanti decreti attuativi per dare il là alle riforme già approvate: sono troppi gli appuntamenti cui è chiamato il Governo nei prossimi mesi, per pensare di tornare subito alle urne. «È un momento troppo delicato – ha detto la presidente di Confindustria Giovanna Ricuperati -; abbiamo bisogno che il Governo sia concentrato sulle cose da fare, il resto ci interessa poco. Ogni giorno è importante e ci piacerebbe che anche per la politica la priorità sia il Paese e la sua stabilità. Il rischio è che si perda tempo; le aziende stanno vivendo momenti pesantissimi. Non c’è un fattore della produzione che gioca a favore; dobbiamo avere almeno un Governo stabile, sano, sensato e che faccia cose buone».
Per Edoardo Arcaini, direttore di Ance Bergamo, «servono risposte urgenti che famiglie e imprese stanno attendendo con ansia. Fermare ora l’azione dell’esecutivo vorrebbe dire creare danni al tessuto socio-economico e pregiudicare la crescita dei prossimi anni. Ci sono tanti provvedimenti che devono essere messi in pratica, tra cui la riforma del Codice appalti».
La voce delle imprese artigiane è arrivata attraverso gli interventi del presidente di Unione Artigiani Remigio Villa e di quello di Confartigianato Giacinto Giambellini: «Le aziende artigiane soffrono con i costi che aumentano e altre difficoltà che non si riescono a controllare – ha detto Villa –. Il rischio di chiusura è alto e dietro ogni fallimento ci sono danni familiari che rischiano di passare inosservati. Speriamo si trovi una soluzione per tornare a pensare al lavoro e non ai giochi della politica».
«La situazione è seria – ha aggiunto Giambellini – e le preoccupazioni delle migliaia di artigiani bergamaschi potrebbero concretizzarsi se il nostro appello, legato ad esigenze di prima necessità, non sarà ascoltato. Chiediamo al Governo di continuare a lavorare, dopo che ha dimostrato di avere credibilità internazionale e saper rispondere alle necessità del Paese. Non possiamo permetterci di andare incontro a qualcosa di indefinibile».
Dall’artigianato al commercio, il timore è legato soprattutto all’aumento dei prezzi, «che rischia di portare con sé anche una riduzione dei consumi», ha detto Lorenzo Cereda, consigliere Ascom.
«L’appello di oggi rappresenta il segno di un’unità, anche inconsueta, per il nostro territorio – ha spiegato Antonio Terzi, presidente di Confesercenti –. Non è certo il momento delle divisioni: la continuità dell’azione di Governo è fondamentale, perché al centro ci sono le sorti delle imprese e il futuro di tante famiglie».
Un concetto ribadito anche da Tomas Toscano, direttore di Cna: «In questo momento di grandi trasformazioni – ha detto – l’esigenza di un orizzonte di certezze e di stabilità è essenziale per permettere alle imprese di fare gli investimenti che serviranno da volano per restituire i soldi del Pnrr». Alberto Capitanio, presidente Cdo, ha parlato della necessità di lavorare insieme: «Coesione e unità d’intenti da parte delle forze politiche e imprenditoriali sono fondamentali», ha detto.
Un auspicio formulato anche dal vicepresidente di Confcooperative Lucio Moioli: «Le cooperative rappresentano settori diversi, e tutti sono stati colpiti – ha detto –. Serve che il lavoro in corso non venga interrotto: le transizioni in cui siamo impegnati richiedono una capacità di visione, ma anche decreti attuativi per mettere in pratica le riforme, e questo lavoro non può essere sospeso».
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