Il legno ha retto l’urto di rincari e inflazione, l’export cresce ancora

SCENARIO. Inizio 2023 ok, ora rallentamento per i tassi. La maggiore criticità resta la carenza di manodopera. Paganoni (Confindustria): «Siamo in una fase riflessiva».

Nonostante carovita e inflazione, la filiera del legno tiene, soprattutto in Lombardia, regione che nel primo trimestre del 2023 si conferma la prima d’Italia con 1,2 miliardi di euro di export (29% sul totale), in aumento del 3,9% sul primo trimestre 2022. Con un balzo in avanti delle province di Monza e Brianza e Milano, in crescita rispettivamente del +2,3% e del +9,6%. In Italia il valore complessivo del settore si ferma a 4,98 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto ai primi tre mesi del 2022 con -0,3%.

È la fotografia del Centro Studi Federlegno Arredo che riguarda l’export del legno-arredo e che ha, nella vendita di mobili in particolare, il suo punto di forza: circa 3 miliardi di euro e un + 0,3% rispetto al primo trimestre 2022. La Lombardia, a quota 820 milioni, mantiene il suo primato sulle altre regioni e registra una crescita del 2,7% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno.

Francia, Usa e Germania

Le destinazioni di riferimento per la nostra regione (e per la Bergamasca) rimangono Francia (-0,6%), Usa (-2,1%) e Germania (+0,2%), seguite dalla Cina a -4%, In crescita invece il Regno Unito, al sesto posto con un +22,5%, gli Emirati Arabi Uniti all’ottavo posto con +26,3%, l’Austria al 12° posto con +32,9% e l’Arabia Saudita 17a con un + 19,4%. A livello provinciale sono sempre Monza e Brianza, Como e Milano insieme a registrare la crescita maggiore rispetto ai primi 3 mesi 2022 (+4,1%).

«Il settore è partito bene a inizio 2023 – commenta Piero Paganoni, presidente del gruppo Legno di Confindustria Bergamo (rappresenta una cinquantina di imprese) e consigliere delegato dell’azienda di famiglia, Società Legnami Paganoni -, sta rallentando ora per l’aumento dei tassi d’interesse. Calano gli investimenti perché le famiglie hanno altre priorità e gli acquisti, non di prima necessità, vengono accantonati. È un andamento generalizzato, a cominciare dal Nord Europa, passando per Stati Uniti e Cina, fino a noi. E dopo due anni particolarmente positivi, direi che è fisiologico».

Verso la normalità

Secondo Paganoni, infatti, con la diminuzione dei prezzi delle materie prime, accompagnata da una maggior disponibilità, stiamo tornando alla normalità. «Il confronto corretto dovrebbe essere con il 2019 pre-Covid – dice - con cui, peraltro, siamo ancora ad un livello superiore. Il 2021 e 2022 sono stati “drogati” da una forte ripresa dell’economia, che ha significato anche materia prima scarsa e aumento dei prezzi, accompagnata da una forte inflazione. Ora siamo in una fase riflessiva, che credo continuerà per tutto il 2023, spero non diventi recessiva. Al momento la criticità più significativa è la carenza di manodopera».

Più che di dati, preferisce parlare di «sentiment», Angelo Marchetti, amministratore delegato di Marlegno, azienda specializzata nelle costruzioni in legno, residenziali e non: «Il mio è un settore specifico, collegato all’andamento dell’edilizia. Il mercato tiene e stiamo lavorando bene, ma cominciamo a percepire un rallentamento degli ordini, dovuto probabilmente al rialzo dei tassi d’interesse».

Marchetti non è dunque preoccupato sull’andamento 2023, che ancora risente dell’onda favorevole delle commesse acquisite, anche grazie al superbonus. «Qualche criticità – spiega – potrebbe verificarsi sulle commesse che stiamo chiudendo adesso e che andremo a realizzare l’anno prossimo. Elemento principale è proprio l’aumento dei tassi, che sembra subirà un ulteriore adeguamento a settembre: ciò comporterà minori investimenti in case nuove, e con la fine del superbonus anche le ristrutturazioni registreranno un calo. Nei prossimi mesi vanno individuate rapidamente soluzioni. Ma il nostro settore ha davanti a sé ancora tante opportunità. Penso al Pnrr che dalle parole deve trasformarsi in fatti, e anche alla direttiva europea “case green”. Il 2030 è alle porte».

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