Il lavoro è in calo, ma diventa più stabile
E nelle costruzioni si torna ad assumere

Meno lavoro, ma più stabilità rispetto allo stesso periodo del 2018. Nella nostra provincia i lavoratori per cui si prevede un lavoro più sicuro sono a novembre il 2% in più rispetto allo scorso anno.

Si tratta dell’esatto corrispettivo dell’incremento stimato nell’ambito dell’apprendistato, che fa crescere il livello di stabilità occupazionale a Bergamo dal 28% al 30% in un anno, almeno secondo le stime Excelsior Unioncamere sulle previsioni occupazionali. Un trend destinato a crescere, visto che la nuova legge di bilancio punta proprio sull’apprendistato. Oltre a confermare la precedente aliquota diversificata - 1,5% per il 1°anno, 3% il 2°, poi 10% oltre alle agevolazioni del Ccnl - in caso di assunzione con contratto di apprendistato professionalizzante di giovani tra i 19 e 29 anni da parte di datori di lavoro con meno di 9 dipendenti, la legge introduce infatti una nuova agevolazione (sempre riservata alle aziende fino a 9 dipendenti) per l’apprendistato di primo livello, con uno sgravio contributivo del 100% per 3 anni, e aliquota del 10% per i periodi contributivi successivi. L’obiettivo, dunque è quello della maggiore stabilità che proprio nella nostra provincia trova già segnali positivi.

Cresce il lavoro dipendente

Su una crescita generalizzata del lavoro dipendente del 10% - dal momento che si è passati da una stima del 74% nel novembre 2018 ad una dell’84% nello stesso periodo del 2019 - si osserva infatti che proprio i cosiddetti somministrati diminuiscono del 10%, a fronte di un incremento del 5% del tempo determinato, del 3% di altre tipologie dipendenti e del 2% dell’apprendistato; mentre restano stabili all’1% le collaborazioni coordinate e continuative, al 3% le altre tipologie non dipendenti e al 23% i tempi indeterminati, appannaggio, questi ultimi, dell’industria manifatturiera e della pubblica utilità (energia elettrica, gas, acqua e ambiente). È qui, infatti che si concentra il 52% degli indeterminati, che nei servizi alle imprese scendono al 34%, mentre nel commercio e nel turismo la loro percentuale è ferma rispettivamente al 10 e 15%.

Lieve crescita del «posto fisso», dunque, ma il prezzo è quello di un calo del 9% rispetto alle previsioni di assunzione nel trimestre novembre 2019/gennaio 2020, con 2.280 possibili nuovi posti di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo del 2018, dal momento che dalle 25.230 si passerebbe a 22.950 possibili nuovi ingressi. È questa la fotografia restituita dalle rilevazioni Exclesior nel trimestre novembre 2019-gennaio 2020, relative alla nostra provincia.

Commercio leader, ma in calo

Oltre duemila assunzioni in meno, dunque, a testimoniare un trend di sfiducia, che tuttavia registra forti differenze settoriali. Il commercio, pur con un calo del 4,6% e 3.750 nuove assunzioni contro le 3.930 del 2018, si conferma comunque il settore più dinamico dal punto di vista occupazionale, seguito da servizi di trasporto, logistica e magazzino con 2.090 ingressi nel trimestre.

Migliorano, invece, le costruzioni che passano da una previsione di 2.230 dello scorso anno a 2.420 ingressi a novembre 2019; calano i servizi legati ad alloggio e ristorazione così come in generale quelli del turismo, nei quali si prevedono 190 ingressi in meno (da 2.380 a 2.190). Altro settore importante, al quinto posto nella classifica delle previsioni di assunzione nel trimestre, quello dei servizi alle persone che, con 2.140 ingressi in programma tra novembre e gennaio, si confermano tra i settori più dinamici sotto il profilo occupazionale, così come le industrie metalmeccaniche ed elettroniche.

Tutti dati confermati dal fatto che le imprese che assumono percentualmente nel settore dell’industria manifatturiera e della pubblica utilità – con 7450 nuovi ipotetici contratti - perdono 2,5 punti percentuali, compensati, sempre nel settore industriale, dal +2,8% delle costruzioni, in cui si stimano assunzioni per 2.420 unità. Praticamente stabili, invece, i servizi, che con 13.080 possibili nuovi occupati, passano dal 14,2 al 14,4% e dove la parte del leone, al solito, la gioca il commercio.

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