Il Governo lavora sul caro bollette, ma c’è il nodo coperture

I COSTI. Eliminare il divario fra il prezzo del gas sul mercato europeo e quello sul mercato italiano e ampliare la platea dei beneficiari del bonus sociale. Sarebbero queste due delle principali misure allo studio del governo per aggredire il problema del caro-bollette e sostenere le imprese e le famiglie maggiormente in difficoltà.

Al decreto annunciato giorni fa dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, stanno lavorando da giorni il Tesoro e il ministero dell’Ambiente. Ma, sfumata l’ipotesi di un provvedimento già all’esame del Consiglio dei ministri, i tempi non si preannunciano brevi. Due gli ostacoli principali sulla strada dell’esecutivo: il nodo del rispetto delle norme europee sugli aiuti di Stato e quello del reperimento delle risorse per le coperture.

Solo allargare la platea del bonus sociale, come fatto in passato, verrebbe a costare circa 1,5 miliardi di euro. Ecco quindi che la parola d’ordine anche in questo caso a via Venti Settembre è prudenza, cautela: nessuna fretta, bisogna fare bene i conti, come si sta facendo nell’esplorare l’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali chiesta a gran voce dalla Lega.

Le soluzioni

Diverse le ipotesi sulla scrivania dei ministri Giorgetti e Pichetto. La prima è quella di annullare la differenza tra il costo del gas sul mercato di riferimento europeo (l’indice Ttf della Borsa di Amsterdam) e quello sul mercato all’ingrosso italiano (l’indice Psv). Su quest’ultimo il prezzo del gas arriva ad essere più elevato anche di 2 euro a megawattora.

Sul tavolo, per venire incontro alle imprese anche il potenziamento dell’energy release (la concessione di elettricità a prezzi calmierati alle imprese energivore che realizzano nuova capacità di generazione da fonti rinnovabili) e la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni di Co2 a carico dei produttori di energia

Questa mossa porterebbe a un ribasso immediato delle bollette, anche di quelle dell’elettricità legate in parte all’andamento del prezzo del metano. «Il prezzo dell’energia in Europa - ha spiegato il ministro dell’ambiente in questi giorni - è calcolato con una metodologia che in passato andava bene anche per l’Italia. Ma oggi la situazione è cambiata per una diversa componente Paese per Paese che influenza anche noi e la competitività delle nostre aziende».

Sul tavolo, per venire incontro alle imprese anche il potenziamento dell’energy release (la concessione di elettricità a prezzi calmierati alle imprese energivore che realizzano nuova capacità di generazione da fonti rinnovabili) e la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni di Co2 a carico dei produttori di energia. Un punto molto delicato quest’ultimo che - spiegano gli esperti - deve essere negoziato con Bruxelles per non incappare in violazioni delle rigide norme europee sugli aiuti si Stato. Allo studio sarebbe anche un nuovo intervento sugli oneri di sistema, ma il problema delle coperture rende questa strada impervia.

E quello del reperimento delle risorse è il problema principale del capitolo famiglie. Estendere come accaduto in passato la platea dei beneficiari del bonus sociale a chi ha un Isee fino a 15 mila euro (oggi la soglia è fino a 9.530) avrebbe un costo per le casse dello Stato di circa 1,5 miliardi di euro. Il precedente è quello del 2022, quando il governo Draghi scelse questa strada per far fronte alla crisi energetica acuita dall’esplosione del conflitto in Ucraina.

© RIPRODUZIONE RISERVATA