«Il dividendo di A2A salirà almeno del 4%». Arriva l’azionariato diffuso per i dipendenti

IL BILANCIO. L’a.d. Mazzoncini: «Vogliamo coinvolgere tutti nel percorso di crescita». In Bergamasca 435 gli addetti. Confermati 22 miliardi di investimenti entro il 2035, nella nostra provincia 170 milioni per lo sviluppo dell’attività.

Il numero uno di A2A Roberto Mazzoncini nel giorno in cui conferma i 22 miliardi di investimenti del Piano Industriale al 2035, 170 milioni dei quali in Bergamasca, alza la crescita media annua del dividendo di «almeno il 4%» e apre all’azionariato diffuso a favore di oltre 13mila dipendenti, 435 dei quali in Bergamasca.

«Vogliamo coinvolgere tutti i colleghi nel percorso di crescita dell’azienda e condividere con loro i risultati di un lavoro costruito insieme» spiega l’a.d. nel corso della conferenza stampa a Milano. Sarà un piano triennale che prevede la distribuzione di un pacchetto azionario iniziale senza esborso, e la possibilità di acquisto di ulteriori azioni a condizioni agevolate.

A fine anno cedola più «ricca»

Buone notizie, in generale, per tutti gli azionisti del Gruppo a cui la prossima primavera, stando alle previsioni dei vertici del Gruppo, verrà staccata una cedola più «ricca». «Abbiamo deciso di alzare al +4% la politica storica sui dividendi. L’anno scorso abbiamo distribuito 300 milioni, quest’anno saranno 312 milioni» ha dettagliato il top manager. Il Comune di Bergamo, che oggi ha poco più dello 0,7% del capitale sociale, (22,553 le azioni in portafoglio), lo scorso maggio ha incassato un dividendo di 2,160 milioni. Nel 2025 potrebbe dunque contare su un «tesoretto» di circa 90mila euro in più dall’attuale partecipazioni in A2A. Ipotizzando un aumento annuo del 4%, nel 2036 (sul bilancio 2035, ultimo anno del piano) Palazzo Frizzoni, mantenendo l’attuale numero di azioni, potrebbe incassare oltre 3,4 milioni.

Approvazione dei dati degli ultimi 9 mesi

Annunci che arrivano all’indomani dell’approvazione dei dati dei primi nove mesi con un utile netto cresciuto del 68% a 713 milioni. In rialzo anche il margine operativo lordo del 33% a 1,8 miliardi. Il tutto nonostante un calo dei ricavi del 17% a 9,09 miliardi dovuto principalmente alla contrazione dei prezzi dell’energia. Le ottime performance economico-finanziarie dei primi nove mesi hanno consentito di procedere più speditamente negli investimenti previsti dal Piano al 2035 presentato lo scorso marzo allineandoli (per oltre il 90%) con gli obiettivi individuati dal Rapporto Draghi per il rilancio della competitività europea: innovazione, decarbonizzazione e autonomia. «Abbiamo letto il Rapporto Draghi con molta attenzione per individuare le direttrici su cui puntare» ha evidenziato l’amministratore delegato. La strategia rimane incentrata sui due pilastri della Transizione energetica e dell’Economia circolare, coniuga decarbonizzazione e competitività.

Oltre 170 milioni gli investimenti previsti a Bergamo di cui 140 in economia circolare, in particolare per l’ efficientamento dei termovalorizzatori di Bergamo e Filago dove avviene il trattamento dei rifuti speciali, In tema di rifiuti, resta l’attesa per l’esito della gara d’appalto per la gestione del servizio per i prossimi sette 7 anni cui ha partecipato la controllata Aprica (gestore uscente) oltre ad un’altra società. Parte degli investimenti serviranno poi allo sviluppo della rete del teleriscaldamento, 22 chilometri, nel capoluogo.

Nucleare e data center

Pur puntando l’acceleratore sulle rinnovabili, A2A guarda con attenzione a quello che succede sul nucleare senza escludere nulla. «Le rinnovabili - ha spiegato Mazzoncini - sono la priorità perché è una tecnologia disponibile oggi, che ci consente anche di abbassare i prezzi dell’energia pr famiglie e imprese«. «Per la fase successiva - ha aggiunto - ossia salire dal 60 al 100% di autonomia energetica, bisogna riflettere su cosa fare». «Le strade sono 3 - argomenta il manager - una l’import, attualmente dalla Francia, dal Montenegro, dalla Grecia e dall’Algeria e la numero 2 usare le centrali termoelettriche sfruttando la cattura della Co2». «L’alternativa numero tre è il nucleare. Interessante il fatto che Ansaldo nucleare sia al lavoro, ma i costi sono tra i 90 e i 110 euro al MWh, come il costo attuale dell’energia».

Altro promettente area di business quella legato ai data center anche per recuperare calore da destinare al teleriscaldamento, anche alla luce dei grandi investimenti annunciati dalle big tech. L’ultimo, da 1,2 miliardi quello di Amazon per la costruzione di una struttura a Milano. Due i progetti su cui A2A sta già lavorando: uno nel capoluogo lombardo e l’altro a Brescia.

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