Holding della Ferragni: nel capitale entra anche Luca Bombassei

L’ACCORDO. Avm Gestioni entra nel capitale di Fenice, la holding di Chiara Ferragni.

L’accordo prevede che Alchimia, socio di maggioranza della società della influencer, ceda progressivamente quote alla società di gestione del risparmio guidata da Giovanna Dossena, che è anche docente di Economia all’Università di Bergamo, fino a un massimo di 20 milioni di euro.

La holding della Ferragni

Quello di Fenice è un azionariato complesso, composto da Alchimia, società d’investimento che fa capo all’imprenditore Paolo Barletta, che detiene il 40%; Sisterhood, controllata al 100% da Chiara Ferragni, con il 32,5%; Esuriens, titolare del 13,75%, a sua volta controllata al 100% da N1 Srl, proprietaria anche di un 13,75% diretto e partecipata da Mofra Shoes al 48%, Camilla Barindelli al 48% e Marco Morgese al 4%. Ai soci storici ora si affianca Avm con un club deal del quale fanno parte l’architetto Luca Bombassei e l’imprenditore Edoardo Tabacchi. «Il nostro valore aggiunto si fonda proprio sull’apporto dei nostri soci - ha commentato Giovanna Dossena, fondatrice e a.d. di Avm Gestioni -. Essi portano con sé esperienza, reputazione e visione che anche in questo progetto troveranno grande espressione».

Chi è Luca Bombassei

Figlio del fondatore di Brembo Alberto, Luca Bombassei, classe 1966, ha preferito non fare carriera nell’azienda di famiglia come la sorella minore Cristina, ma di dedicarsi alla sua passione, l’architettura. Due anni fa è diventato presidente della Venice International Foundation, associazione voluta da Franca Coin per sostenere il settore museale pubblico attraverso il micromecenatismo, ma è anche titolare di un portfolio patrimoniale diversificato che comprende il 13% della società londinese Hoffman, Barney & Foscari, società multidivisionale delle arti e della comunicazione che ha tra i suoi fondatori anche sir Michael Lindsay-Hogg, storico regista dei Beatles.

L’operazione di Avm su Fenice, valutata 75 milioni, si chiuderà entro fine anno. Alchimia non uscirà completamente dall’azionariato, anche perché in dieci anni l’investimento nella holding di Chiara Ferragni ha dato grandi soddisfazioni a Paolo Barletta: entrato con quasi 400 mila euro, ora incasserà 20 milioni mantenendo una partecipazione che ne vale circa 10.

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