Economia / Bergamo Città
Sabato 30 Marzo 2024
Grande distribuzione, lo sciopero dei sindacati per il rinnovo del contratto
SCADUTO DAL 2019. Sabato 30 marzo mobilitazione anche nella Bergamasca. «L’anticipo di 70 euro molto distante dalle richieste». Federdistribuzione: sempre disponibili a trattare.
Hanno partecipato una settantina di lavoratori sabato mattina, 30 marzo, al presidio di fronte all’Esselunga di via Corridoni, organizzato da Fisascat-Cisl, Filcams-Cgil e Uiltucs-Uil in concomitanza con lo sciopero nazionale della grande distribuzione organizzata (che in bergamasca interessa una platea di circa 20mila addetti). La protesta è conseguenza diretta della sospensione della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo di settore che vede Federdistribuzione come controparte datoriale. Secondo le sigle sindacali, l’adesione allo sciopero nella bergamasca è stata buona: «Sono rimasti chiusi due punti vendita Lidl a Osio Sotto e Treviglio (adesioni al 100%), mentre nei vari punti vendita di Esselunga le adesioni sono state del 20%, 10-15% nelle sedi Carrefour e 40% al Leroy Merlin di Curno».
«Mercoledì - spiegano i segretari Guido Fratta (Fisascat-Cisl), Nicholas Pezzè (Filcams-Cgil) e Anila Cenolli (Uiltacs-Uil) - abbiamo avuto un confronto insoddisfacente con Federdistribuzione. A fronte di una proposta di aumento economico mai formalizzata, ci sono state fatte richieste inaccettabili rispetto alla parte normativa del contratto, tra le quali: la deroga al limite dei 24 mesi per i contratti a termine, una revisione al ribasso del mansionario con ampliamento delle attività e il sotto inquadramento di chi ha ruoli di responsabilità. Il contratto è fermo da 51 mesi, scaduto a dicembre 2019, e ha visto un unico adeguamento economico con un protocollo straordinario di settore firmato a fine 2022 ma che non basta». «Federdistribuzione - continuano i sindacalisti - giovedì ha comunicato di voler riconoscere ai lavoratori un aumento salariale di 70 euro lordi da aprile (a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, ndr), ma è molto distante dai 240 euro medi lordi riconosciuti in altri ambiti del terziario. Le iniziative di protesta continueranno finché non si porrà fine a questa ingiustizia».
Dopo lo sciopero, Federdistribuzione ha diffuso una nota a livello nazionale dichiarando che «ha registrato un’adesione contenuta, tra l’8 e il 9%. I disagi nei punti vendita sono limitati. Non abbiamo mai fatto mancare la disponibilità alla trattativa e nel corso dell’ultimo incontro abbiamo aperto a riconoscere gli aumenti salariali. Contrariamente a quanto fatto emergere dalle organizzazioni sindacali, non è stata fatta alcuna richiesta di “flessibilità incontrollata” dei contratti a termine, né è stato proposto alcuno “smembramento del sistema di classificazione del personale” ma l’inserimento di nuove figure professionali e nuovi ruoli di coordinamento e organizzazione. Non abbiamo proposto alcun demansionamento dei lavoratori, né riduzioni dei loro diritti. L’auspicio è che le organizzazioni sindacali possano tornare al tavolo negoziale».
Ha espresso solidarietà allo sciopero la federazione provinciale del Pd. «Nel 2024 - ha dichiarato il segretario provinciale Gabriele Giudici - non si dovrebbe più parlare di precariato e dell’abbassamento dei livelli di inquadramento. Le negoziazioni dei contratti nazionali non devono essere al ribasso sulle condizioni di lavoro».
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