Grande distribuzione, primo contratto
A febbraio 500 euro a 7000 bergamaschi

Firmato l’accordo con Federdistribuzione. Due una tantum: 500 euro a febbraio e 389 euro a marzo 2020 Introdotto il fondo sanitario integrativo. I sindacati: ora il rinnovo anche con Confcommercio e Confesercenti.

Una firma, in qualche modo «storica», quella in calce al contratto collettivo nazionale di Federdistribuzione cui fa riferimento la grande distribuzione. È infatti il primo per gli addetti delle imprese del «commercio moderno», alimentari e non alimentari, operanti attraverso le formule della grande distribuzione, distribuzione organizzata/associata, catene di negozi, franchising, ingrosso, cash and carry e shopping on line. L’intesa, firmata mercoledì con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltics-Uil, riguarda poco più di 7 mila lavoratori a Bergamo, quasi 300 mila in tutta Italia.

Il contratto - che avrà decorrenza dal 1° gennaio e scadrà il 31 dicembre 2019 - prevede, a integrazione dei 61 euro già riconosciuti che entreranno nei minimi contrattuali, un ulteriore aumento salariale di 24 euro al 4° livello, riparametrato per gli altri livelli, riconosciuto dal mese di dicembre 2018 e l’erogazione di due «una tantum», rispettivamente di 500 euro lordi, a febbraio 2019, e di 389 euro lordi, a marzo 2020. Nel contratto prevista la creazione di un fondo sanitario integrativo e il mantenimento del fondo per la formazione (For.te) e del fondo previdenziale (Fon.te). A questo si aggiunge il protocollo per la gestione delle crisi aziendali. Resta, invece, sullo sfondo la questione delle domeniche lavorative. «Allo stato attuale è una tema più politico che sindacale» il presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara.

«Il contratto rappresenta una risposta a diversi bisogni, in primis quello di fornire un quadro normativo e salariale certo a lavoratori da anni privati di un riferimento» spiegano i tre segretari generali provinciali Mario Colleoni (Filcams-Cgil), Alberto Citterio (Fisascat-Cisl) e Maurizio Regazzoni (Uiltics-Uil) . Una «vacanza» contrattuale che durava dal 2011 , anno di uscite di Federdistribuzione che oggi rappresenta i big della grande distribuzione, alimentare e non, tra cui. Esselunga, Carrefour, Auchan, Leroy Merlin, Ikea, Pam, Panorama, Rinascente ma anche Coin, Decathlon, Ovs, Zara e molti altri.

Anni di negoziato, ricordano i sindacati, caratterizzati da rotture e riprese della trattativa, mobilitazioni, scioperi e l’avvio di un contenzioso diffuso, «Con questa firma - proseguono i sindacalisti - si contribuisce a una progressiva ricomposizione dell’assetto contrattuale del terziario, che si definirà ulteriormente con l’avvio della prevista fase di rinnovo dei Contratti nazionali con Confcommercio e Confesercenti, scaduti rispettivamente nel luglio del 2018 e a fine del 2017, pur mancando ancora all’appello il rinnovo della distribuzione cooperativa. Il raggiungimento di condizioni omogenee, evitando discriminazioni salariali e normative tra lavoratori che prestano le stesse attività nel medesimo settore continua a rappresentare per noi una priorità» concludono i tre sindacalisti.

Soddisfazione anche da parte di Federconsumatori. «Un primo passo - il commento del presidente Gradara - per guardare con più chiarezza la futuro che ci permetterà di cogliere le opportunità di crescita e trovando soluzioni che ci consentano di sostenere le sfide dei prossimi anni, a partire dagli impatti di tecnologia e digitalizzazione, della coesistenza di commercio off line e on line e dello sviluppo sostenibile». Con un giro di affari superiore ai 65 miliardi di euro, la rete distributiva delle imprese associate a Federdistribuzione è costituita complessivamente da circa 15 mila punti di vendita, tra diretti e franchising, e raggiunge quasi il 30 per cento dei consumi commercializzabili nel nostro Paese.n

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