Economia / Bergamo Città
Lunedì 29 Luglio 2024
Fondi di coesione della Ue, Bergamasca 2ª in Lombardia
PNRR. La città guida la classifica con 395 progetti presentati per quasi 690 milioni di euro. Seguono Dalmine e Stezzano. Dissesto idrogeologico, sicurezza del territorio, ristrutturazione di scuole e asili tra le voci dei progetti finanziati.
A meno di due anni dalla chiusura del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono circa 4.500 i progetti presentati dagli enti locali bergamaschi (per un valore complessivo di due miliardi e 800 milioni di euro). Si tratta perlopiù di progetti per rinnovare scuole, efficientare edifici, costruire nuove infrastrutture e preservare il territorio. Il Pnrr – vale la pena ricordarlo – prevede investimenti e riforme a cui sono associate risorse europee per 191,5 miliardi di euro, oltre a 30,6 miliardi provenienti da un Fondo complementare nazionale, per un totale di 222,1 miliardi di euro. Per dare copertura a iniziative progettuali inserite nel Pnrr, 15,5 miliardi delle disponibilità del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il ciclo di programmazione 2021-2027 sono stati destinati al Piano.
Il Comune che ha ricevuto più finanziamenti è quello di Bergamo, con 395 progetti e 689,9 milioni di euro complessivi. Treviglio invece con 130 progetti ha risorse complessive pari a 63,1 milioni di euro. Seriate 70 progetti e 41,7 milioni di euro; Stezzano 120,4 milioni di euro e 31 progetti; Dalmine 131,2 milioni di euro e 64 progetti.
I numeri confermano i Comuni della nostra provincia al secondo posto a livello lombardo: più delle nostre amministrazioni incassa nel complesso solo il Milanese. Tra le voci che hanno fatto crescere il dato orobico, rispetto alle prime fasi del Piano, ci sono tra l’altro il bando sulla gestione dei rifiuti, che ha portato oltre 24 milioni per 74 progetti, ma anche il cosiddetto «Foi», «Fondo opere indifferibili», con «rinforzi» su alcune opere per far fronte al caro materiali. E poi lo scorrimento delle graduatorie, di cui hanno beneficiato per esempio, sul capitolo mense, Levate e Spirano.
Fondi per il dissesto idrogeologico
Opere di risoluzione o di prevenzione del dissesto idrogeologico: è questo uno degli ambiti principali in cui stanno lavorando da tempo i Comuni bergamaschi che hanno ottenuto un finanziamento dal Pnrr (grazie anche a una quota dei Fondi di Coesione). I dati della Fondazione Ifel-Anci su decreti e graduatorie del «Recovery fund» mostrano infatti una quota consistente delle risorse in arrivo per alcuni piccoli Comuni montani, che nonostante i pochi abitanti si ritrovano spesso a dover fare i conti con frane, smottamenti e numerose criticità da risolvere legate al dissesto idrogeologico. Impossibile, dato l’altissimo numero dei progetti presentati e approvati, fare un elenco esaustivo dei lavori e delle opere in programma. A spiccare, tra i Comuni che hanno ottenuto fondi importanti (anche in relazione alle loro dimensioni), c’è Carona, con 7,15 milioni di euro, piazzandosi nella top ten dei Comuni con maggiori finanziamenti. Un risultato ancora più importante, quello ottenuto dal Comune brembano, se si considera che il paese conta solo 285 abitanti: la media, calcolatrice alla mano, è di oltre 25mila euro ad abitante.
Si tratta prevalentemente di fondi ottenuti per realizzare dei lavori sul dissesto idrogeologico, lavori di protezione con reti paramassi sulla parte che precede la strada che arriva in paese, ma non solo. Il Comune ha predisposto anche altri progetti sul dissesto (e uno che riguarda una pista ciclopedonale) che saranno finanziati proprio grazie all’arrivo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Così com’è successo per tanti altri Comuni, alcuni dei fondi erano già stati assegnati in precedenza con altri bandi e poi sono stati “deviati” sul Pnrr.
Sicurezza del territorio
E sulla sicurezza del territorio stanno lavorando da tempo, tra gli altri, anche i Comuni di Branzi e Lenna, altri due paesi che hanno accresciuto il proprio «bottino» di fondi Pnrr in corso d’opera con un budget complessivo di circa 7 milioni di euro, equamente suddivisi. Anche per Branzi si tratta di fondi legati al contenimento del dissesto idrogeologico. Si tratta di paravalanghe, reti paramassi e simili, legati anche alla manutenzione del territorio. A meno di due anni dalla chiusura del Piano (salvo proroghe, i progetti legati al Pnrr dovranno vedere la luce entro giugno 2026), tanti lavori sono già stati finanziati e realizzati. Il Comune di Lenna ha ricevuto finanziamenti in parte per il centro soccorso e in parte per il progetto di raccolta differenziata e per la digitalizzazione. La fetta più consistente riguarda ancora una volta il dissesto idrogeologico e, in particolare, per interventi di messa in sicurezza della frazione Scalvino e in località L’Oro.
Un notevole incremento di fondi in arrivo dal Pnrr, rispetto alla prima fase del Piano è quello registrato anche da Verdello, che può disporre di circa 2,5 milioni di euro. Un milione e mezzo è stato assegnato per i lavori di adeguamento antisismico e gli interventi sulla struttura delle scuole medie. Si corre, perché le scadenze sono perentorie, pena la perdita dei finanziamenti.
Scuole e nidi in città
Scuole e asili nido ristrutturati per un investimento complessivo di oltre 27 milioni di euro, quasi interamente coperti dalle risorse del Fondo Coesione Italia di Regione Lombardia (che veicola le risorse dall’Ue) e del Pnrr. A tanto ammontano i contributi cui il Comune di Bergamo ha avuto accesso per rimettere a nuovo le strutture scolastiche presenti in città. Gli investimenti più consistenti, pari a quasi 18 milioni di euro, saranno destinati a tre scuole cittadine, l’elementare «Rosa» di via Marzabotto, l’istituto «Mazzi-Calvi» di via Fratelli Calvi (che ospita elementari e medie) e l’elementare «Scuri» nel quartiere di San Paolo. Capitolo gli asili nido: a settembre sarà pronto quello del Villaggio degli Sposi in via Don Bepo Vavassori, il primo dei cinque nuovi nidi finanziati dal Pnrr. Il Comune di Bergamo è riuscito a ottenere 8 milioni e 719mila euro dal Piano europeo per demolire e ricostruire strutture vetuste, costruite negli anni Sessanta, per una spesa complessiva di 9milioni e 719 mila euro, includendo il cofinanziamento comunale. Molti cantieri sono già aperti in città: nei mesi scorsi sono stati abbattuti i vecchi edifici e ora stanno prendendo forma le nuove strutture. I nuovi nidi saranno consegnati ai bambini e alle loro famiglie entro la fine del 2025, con 140 posti in più rispetto al passato. Gli altri quattro asili nido (quelli solo da ristrutturare) saranno pronti invece nei primi mesi del 2025 ed entro la fine dell’anno saranno inseriti gradualmente i bambini.
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