Elcograf, ipotesi proroga della cassa: previsti 250 prepensionamenti

AUDIZIONE IN REGIONE. Che il settore della carta non stia attraversando una fase di espansione, ma, al contrario, di contrazione, non è una novità.

Semmai lo è l’interlocuzione che Elcograf (gruppo Pozzoni) e sindacati - Fistel-Cisl, Slc-Cgil e Uilcom-Uil - hanno avviato con Regione Lombardia - è di ieri l’audizione in commissione Attività produttive - con due obiettivi in particolare. Riuscire ad ottenere una proroga degli ammortizzatori sociali - la cassa integrazione straordinaria, che ha preso il via il 4 aprile, termina il 30 luglio, in coincidenza con la fine del quinquennio mobile - che copra anche il 2024 e, allo stesso tempo, mettere in campo politiche attive del lavoro per riqualificare i dipendenti. Azioni che, accompagnate ad ulteriori prepensionamenti, permetterebbero all’azienda - che in Bergamasca conta 540 dipendenti - di disporre degli strumenti per procedere con il piano di riorganizzazione.

«Abbiamo sensibilizzato i consiglieri regionali rispetto alla situazione di Elcograf – affermano Luca Legramanti (Fistel-Cisl), Tobia Perini (Slc-Cgil) e Bruno Locatelli (Uilcom-Uil) - chiedendo di essere pronti a intervenire se venissero a mancare gli ammortizzatori sociali per il 2024. Da parte loro, ci hanno assicurato che Regione Lombardia farà la propria parte. Ora ci aspettiamo la stessa attenzione da parte dei parlamentari bergamaschi, che contiamo di incontrare nei prossimi giorni». È infatti il ministero del Lavoro ad avere la competenza sul tema. Intanto, da qui a fine anno sono previste circa 250 uscite attraverso i prepensionamenti: intorno alle 140 riguardano i tre stabilimenti bergamaschi. «Finora abbiamo gestito la crisi in modo non traumatico, attraverso ammortizzatori sociali e prepensionamenti - spiega Maurizio Vercelli De Quarti, direttore generale di Elcograf -. Stiamo lavorando a un programma di riorganizzazione che prevede innanzitutto una concentrazione della nostra capacità produttiva. Però abbiamo bisogno di strumenti di sostegno da parte delle istituzioni che ci diano tempo per completare il piano».

L’anno scorso l’azienda ha dovuto fare i conti con un calo produttivo nella grafica commerciale che ha toccato il 18%, nel settore dei libri l’8,4% e nella grafica editoriale l’8%. L’export ha subìto una flessione del 12%, dato significativo se si considera che il 40% della produzione della società è destinata ai mercati esteri. Il fatturato ha registrato un meno 5%, dovuto soprattutto all’aumento dei prezzi necessario per compensare la crescita dei costi delle materie prime e dell’energia. Nel 2022, infatti, Elcograf si è vista recapitare bollette pari a 39 milioni, più alte di 18 milioni rispetto al 2021 pur stampando meno metri quadrati, e coperte per meno della metà dai contributi statali.

Per contenere l’incidenza dei costi fissi, da febbraio il sito produttivo di Madone è fermo (sarà riattivato appena possibile) e i carichi di lavoro sono diminuiti sia nello stabilimento di Treviglio, sia in quello di Bergamo (le ex Arti Grafiche).

L’azienda, con l’ultima domanda di Cigs, ha presentato al ministero del Lavoro un piano che, tra le altre cose, prevede il depotenziamento dello stabilimento di Treviglio, che, a livello occupazionale, dagli attuali circa 150 addetti dovrebbe scendere a un centinaio, attraverso i prepensionamenti e il trasferimento di parte del personale nei siti di Bergamo e Pozzo d’Adda (Milano) e che, dal punto di vista operativo, vedrà dimezzata la capacità produttiva, utilizzando solo due rotative rotocalco.

Il presidente della commissione Attività produttive, Marcello Ventura (Fratelli d’Italia) ha annunciato che, su richiesta della consigliera regionale Paola Bocci (Pd), una delle prossime sedute della commissione sarà dedicata al programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori). Riguardo a Elcograf, «l’obiettivo è utilizzare il nuovo programma regionale Gol per finanziare per un ulteriore anno gli ammortizzatori sociali». In attesa di «un programma di formazione che possa riconvertire i lavoratori per indirizzarli verso settori in cui c’è carenza di mano d’opera».

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