Economia / Bergamo Città
Mercoledì 13 Novembre 2024
È rottura sul contratto dei metalmeccanici: previsto uno sciopero
IL NEGOZIATO. Parti troppo distanti sugli aumenti salariali, via alla mobilitazione: stop di 8 ore e blocco straordinari. I sindacati: offerte fumose. Federmeccanica: noi propositivi.
Come era ampiamente prevedibile viste le avvisaglie delle ultime settimane, si è rotta la trattativa tra Federmeccanica-Assistal e Fiom, Fim e Uilm per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici 2024/2027. Le parti ne hanno preso atto al termine del tavolo di ieri, a causa delle distanze riscontrate tra le parti sulle proposte relative agli aumenti salariali.
L’avvio della mobilitazione
Appena sancita la rottura del tavolo, i sindacati hanno annunciato l’avvio della mobilitazione, con assemblee in tutti i luoghi di lavoro, fino allo sciopero di 8 ore su base territoriale, da programmare nelle prossime settimane, oltre al blocco delle flessibilità e degli straordinari.In Bergamasca gli addetti sono oltre 22mila.
Le richieste
I sindacati, in particolare, chiedono un aumento dei salari in tre anni di 280 euro mensili sui minimi per il livello medio. Le associazioni datoriali - che nella loro proposta estendono a quattro anni la vigenza del contratto -, propongono invece di confermare l’aumento definito in base all’inflazione (Ipca-Nei). Sulla base delle previsioni Istat, l’adeguamento dei minimi tabellari all’indice Ipca Nei sarebbe pari a 173,37 euro lordi per il livello C3 nel periodo 2025-2028, cifra da adeguare sulla base del dato effettivo.
L’obiettivo è quello di arrivare progressivamente alle 35 ore settimanale, 5 in meno rispetto alle 40 attuali, anche (e soprattutto) nelle aziende impegnate in processi di transizione, riorganizzazione, nei contesti di crisi e riqualificazione professionale
Il nodo orario
Altro punto chiave della proposta dei sindacati è la sperimentazione dell’orario ridotto. L’obiettivo è quello di arrivare progressivamente alle 35 ore settimanale, 5 in meno rispetto alle 40 attuali, anche (e soprattutto) nelle aziende impegnate in processi di transizione, riorganizzazione, nei contesti di crisi e riqualificazione professionale.
Il bergamasco Ferdinando Uliano, segretario generale Fim-Cisl, spiega i motivi dello stop alla trattativa: « Se avessimo firmato l’accordo, avremmo peggiorato le condizioni salariali dei lavoratori rispetto al contratto scaduto del 2021. Nella proposta formulata si peggiora inoltre il meccanismo attuale di erogazione salariale, posticipando di 6 mesi il pagamento nei casi di scostamento tra inflazione prevista e consuntivata. La proposta non ha considerato nemmeno l’elemento di professionalità, contrattato nel 2021, non erogato negli ultimi due aumenti contrattuali».
«Proposte irricevibili»
Anche per il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, c’è stata una chiara indisponibilità da parte di Federmeccanica e Assistal a discutere le nostre richieste». E per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, «Federmeccanica e Assistal hanno proposto aumenti salariali fumosi e insufficienti e altre misure non adeguate per un rinnovo che deve essere di svolta». Palombella parla di «muro» da parte della controparte, le cui proposte sono definite «irricevibili» perché «non rispondono ai bisogni reali dei lavoratori».
Da parte sua Federmeccanica, la proposta prevede un beneficio economico potenziale, in presenza di tutte le condizioni previste, per un livello C3, nel periodo 2025-2028, che può arrivare a 7.010 euro. «È una risposta - spiega l’associazione datoriale -, alle esigenze delle imprese incidendo su fattori di competitività, ai problemi sociali che potranno incidere negativamente su persone e imprese ed è la risposta a chi dice che non vogliamo rinnovare il contratto nonostante le gravissime difficoltà del nostro settore».
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