Dopo la scuola subito l’impiego: posto di lavoro in tre mesi per gli studenti degli Its

Hanno un tasso di occupazione altissimo: più dell’ 80% dei ragazzi che li frequenta in Lombardia nei primi tre mesi post diploma trova lavoro.

Ma non solo, la quasi totalità, il 95%, viene impiegata proprio nel settore seguito durante il percorso di studi. Azzerando di fatto il problema, che affligge oggi la maggior parte delle imprese, della mancata corrispondenza tra ciò che serve all’azienda in fatto di personale e di competenze e ciò che invece offre il mercato.

Sono i corsi Its, ossia i due anni di formazione tecnica superiore post diploma. Percorsi di terzo livello altamente specializzati realizzati in collaborazione con le imprese in aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo del Paese (come la meccatronica, la logistica, l’informatica, le biotecnologie). Di Its e in particolare dei percorsi aperti dopo il 2018 dedicati all’industria 4.0, si è parlato ieri durante un convengo promosso da Confindustria Lombardia e Adapt.

É la Lombardia infatti, la regione italiana dove il modello Its è più diffuso, merito del forte legame con il mondo imprenditoriale: sono 20 le Fondazioni che hanno sede nella regione su 107 a livello nazionale, 123 i percorsi attivati su 723, e qui si contano il 20% di tutti gli iscritti italiani. Anche la bergamasca fa la sua parte. É la seconda provincia lombarda per numero di fondazioni attive: ben tre, due delle quali presenti sul territorio da più di 10 anni, che insieme propongono 19 percorsi formativi che vanno dalla logistica alle biotecnologie, dall’automazione allo sviluppo di software. «Sono anni che le imprese stanno cercando figure professionali che non trovano. Non cercano astronauti ma competenze che rispondano ai bisogni di innovazione -spiega il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti- solo l’anno scorso il 60% dei profili ricercati erano del campo informatico e elettronico ma il 40% delle aziende non li ha trovati.

Lo strumento degli Its è virtuoso proprio perchè ha un’efficace collaborazione con il mondo del lavoro. Ma troppo spesso vengono ancora considerati percorsi di serie B. Niente di più sbagliato». Se infatti a livello qualitativo il sistema degli Its funziona non si può dire lo stesso (ancora) in fatto di attrattività. Tanto che i numeri sono lontani anni luce da quelli di altre nazioni europee. «In Italia - racconta Giovanni Brugnoli, vicepresidente capitale umano Confindustria - sono circa 20 mila i ragazzi che li frequentano, in Germania percorsi simili attraggono circa 800mila studenti. C’è bisogno di un cambio di passo».

In Lombardia infatti parliamo «solo» di 3133 iscritti per l’anno 2020 (fonte indire), ad oggi arrivati a 3500 su circa 80 mila diplomati. «La sfida dei prossimi mesi – ha dichiarato Melania Rizzoli l’assessore alla Formazione e al Lavoro di Regione Lombardia – è proprio questa: passare nel giro di 5 anni dagli attuali 3.500 ad oltre 30mila, garantendo però lo stesso livello qualitativo dei percorsi e la stessa efficacia in termini di risultati occupazionali». Perchè oggi sono scelti da così pochi studenti? «Diverse le ragioni - spiega Augusta Celada, direttrice dell’Ufficio scolastico segionale per la Lombardia - la mancanza di una tradizione (la maggior parte di questi percorsi ha meno di 10 anni) e di una dirigenza stabile che organizzi un programma pluriennale. Ma anche il fatto che non tutte le fondazioni hanno sedi proprie ma utilizzano quelle delle scuole superiori e vengono perciò viste come delle appendici creando equivoci, oltre che un mancato legame con i percorsi universitari».

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