Disoccupazione al 3% in Bergamasca: record della tenacia durante mesi tragici

Il tasso più basso a livello nazionale. È iniziato nel periodo più drammatico della pandemia. Gli attori territoriali: tessuto produttivo unico in Italia.

Una rincorsa lunga, con le province di Pordenone e Bolzano a contendersi un primato, che ora vede Bergamo svettare da mesi in cima alla classifica (i dati Istat sono del 2020, confermati lunedì 16 agosto dall’Osservatorio del lavoro provinciale). Detenere il tasso di disoccupazione più basso d’Italia per la nostra provincia, il 3% (percentuale fisiologica, che tradisce la quasi piena occupazione), non è solo motivo di vanto, ma il risultato di un riscatto quasi «feroce», un segnale che questa terra così martoriata dal Covid ha voluto dare non solo a livello economico, ma anche politico e sociale, a partire proprio dai mesi più tragici della pandemia . È questa l’opinione della maggioranza di chi, amministratori, presidenti di associazioni, imprenditori, ha commentato quest’ultimo emblematico primato.

Tra i primi a commentare Gianfranco Gafforelli presidente della Provincia che è stato l’ente che due giorni fa ha certificato e confermato il dato del primato: «Un risultato eccezionale di questo genere raggiunto in un momento così drammatico significa che tutti gli attori del territorio hanno lavorato bene e insieme, per raggiungere un risultato che ci auguriamo si consolidi ancora e duri a lungo». Gli fa eco il sindaco di Bergamo Giorgio Gori : «Se pensiamo a cosa è stato il 2020 per Bergamo e nonostante ciò negli stessi mesi si arrivi alla quasi piena occupazione, il dato è straordinario, «figlio» del fatto che qui abbiamo una ricchezza di tessuto produttivo che non ha uguali in Italia, e che sono stati compiuti passi avanti significativi nell’allineamento tra domanda e offerta. In particolare nell’istruzione tecnica sono nate esperienze particolarmente virtuose che ora danno i loro frutti».

«Tessuto economico solido»

«Questo primato - aggiunge il presidente della Camera di commercio Carlo Mazzoleni - conferma la solidità di un tessuto economico che ha dimostrato grande capacità di resistenza: in merito io sono sempre stato ottimista, senza mai temere una “caporetto occupazionale”, anche in presenza dello sblocco dei licenziamenti. Dirò di più, se si pensa che sul territorio ci sono aziende che anche ora fanno fatica a reperire manodopera, allora penso che questo record potremmo anche superarlo. Tra le altre, la sfida è anche smuovere il bacino dei «neet»: intanto la Camera ha messo in campo due bandi mirati su occupazione giovanile e femminile, le fasce che hanno sofferto di più, portando credo un contributo importante alla causa».

E per il presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia : «il tasso di disoccupazione più basso d’Italia è un segnale estremamente positivo che conferma la resilienza del territorio e la forte capacità competitiva dell’industria bergamasca a livello globale. A breve partiranno gli investimenti legati ai Pnrr, una formidabile opportunità per il territorio che dovrà esprimere una stretta sinergia fra tutte le sue componenti: imprese, istituzioni, università, scuole, centri di ricerca, associazioni e parti sociali. Solo così potremo mantenere questo invidiabile primato».

Anche il neopresidente di Bergamo Sviluppo Giacinto Giambellini evidenzia «la tenacia e la voglia di rimettersi in gioco dei bergamaschi anche in situazioni estreme. Il sistema ha funzionato, ma si deve insistere: penso al futuro dei nostri giovani, ma anche a tanti lavoratori che dovranno reinventarsi un mestiere. Bergamo Sviluppo lavora da sempre in questa direzione e questo traguardo è un forte incentivo a continuare in questa direzione, anche sul fronte formativo». «Questo primato che parte dal 2020 e continua tuttora è una forte iniezione di ottimismo - rimarca il presidente di Imprese & Territorio Alberto Brivio -. I segnali da alcuni settori chiave sono sempre più confortanti: l’edilizia si rafforza sulla scia del Superbonus, meccanica e meccatronica hanno tanti ordini, artigianato e commercio paiono in risalita e anche l’agricoltura ha tenuto nel periodo peggiore della pandemia, e ora torna in crescita».

Sindacati: ora contratti stabili

La soddisfazione è condivisa anche sul fronte sindacale. Per il segretario generale della Cisl di Bergamo Francesco Corra , si tratta di «un dato estremamente incoraggiante, che conferma come la ripresa si sia fatta sentire in maniera decisa in Bergamasca. Già nel corso degli anni il nostro tasso di disoccupazione è sempre stato buono, ora è da primato. Adesso occorre aiutare la flessibilità e la transizione verso i nuovi lavori. L’augurio è che avvenga un’ulteriore stabilizzazione, con la trasformazione dei tanti contratti a tempo determinato in indeterminato»

E il segretario generale Cgil di Bergamo Gianni Peracchi ricorda come «questo primato nazionale, segue quello regionale, dato che da tempo Bergamo aveva già il tasso di disoccupazione più basso della Lombardia. Siamo tornati abbondantemente ai livelli pre-Covid,e a questo proposito occorre non abbassare la guardia, continuando senza soste con le vaccinazioni». Anche Angelo Nozza , segretario generale Uil di Bergamo, insiste su un concetto: «Dobbiamo far tesoro di questo importante risultato per cercare, tutti insieme, modi per dare più stabilità ai contratti di lavoro».

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