Dalla ricerca di Heidelberg Materials primo cemento al mondo zero emissioni

L’INNOVAZIONE. La società che ha raccolto l’eredità Italcementi ha presentato il nuovo prodotto. L’a.d. Gallini: «La cattura di CO2 nell’impianto in Norvegia e lo stoccaggio nel Mare del Nord».

Heidelberg Materials, uno dei maggiori produttori integrati al mondo di materiali e soluzioni per l’edilizia che, in Italia, ha raccolto l’eredità di Italcementi, ha presentato - ieri in Triennale Milano - il primo cemento al mondo a bilancio azzerato di emissioni di CO2. Grazie a questo prodotto la multinazionale punta ad abbattere del 50% le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, agendo proprio su uno dei processi più inquinanti della filiera edile.

Il nome scelto per il prodotto è evocativo, «evoZero», la tecnologia che lo rende sostenibile si chiama «CCS» e prevede due passaggi: la cattura dell’anidride carbonica che sarà messa in atto nell’impianto norvegese di Brevik e lo stoccaggio in un giacimento vuoto di gas nel Mare del Nord. E sono previsti altri 10 impianti di questo tipo entro il 2030. È la prima volta che questa tecnologia, già utilizzata nell’industria dell’oil & gas e dell’energia, viene applicata alla produzione di cemento. Il completamento del cementificio in Norvegia è previsto per fine 2024 e, a regime, riuscirà a catturare e stoccare 400 mila tonnellate di CO₂ all’anno, mentre evoZero arriverà sul mercato italiano tra un anno. Stefano Gallini, a.d. di Heidelberg Materials Italia Cementi, sottolinea: «La sfida della decarbonizzazione è cruciale per il nostro settore e la cattura della CO₂ rappresenta al momento l’unica vera possibilità per raggiungere la neutralità carbonica dell’industria del cemento».

La produzione di cemento a livello mondiale, infatti, comporta emissioni pari a circa 6-8% di tutta l’anidride carbonica emessa, la maggior parte delle quali derivanti dalla reazione chimica che sta alla base del prodotto. Circa il 65% dell’anidride carbonica prodotta viene rilasciata quando il calcare (la materia prima) viene cotto nel forno, mentre il restante 35% si sprigiona dal processo di cottura che serve per ottenere il cemento. Ridurne il più possibile l’impatto ambientale è l’obiettivo che si è prefissato Heidelberg Materials che punta a tagliare del 50% le emissioni di CO₂ in atmosfera entro il 2030, per poi centrare l’obiettivo della neutralità carbonica nel 2050 come previsto dall’Unione europea. «Se immaginiamo il processo che porta alla realizzazione di una qualsiasi costruzione - una scuola, un ospedale, un ponte, una ferrovia - come una catena di fasi successive, la realizzazione del cemento è il primo anello di questa catena ed è fondamentale che la sostenibilità parta proprio da qui», dice Gallini.

«Il nuovo prodotto utilizzerà i crediti maturati dall’impianto di Brevik, dove avverrà la vera e propria cattura della CO₂ e tutto il sistema sarà certificato attraverso le potenzialità della blockchain», spiega Sergio Tortelli, product director.

La scadenza «green» del 2030

L’evento di lancio del nuovo cemento a bilancio azzerato si è svolto nel contesto della «Milano Arch Week», di fronte a una platea di oltre 200 operatori del settore: architetti, ingegneri, imprese di costruzione e rappresentanti dei fondi immobiliari. Nei giorni scorsi il Comune di Milano ha siglato insieme a 25 Comuni ed enti, il Climate City Contract per accelerare il processo di decarbonizzazione e arrivare a emissioni zero entro il 2030.

A testimonianza delle sfide che il settore delle costruzioni deve affrontare, l’incontro è stato organizzato con la collaborazione del Green Building Council Italia, l’associazione cui aderiscono le più competitive imprese e le più qualificate associazioni e comunità professionali italiane operanti nel segmento dell’edilizia sostenibile, rappresentato dal presidente Fabrizio Capaccioli. Tra gli ospiti anche Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, e Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance.

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