Economia / Bergamo Città
Martedì 19 Dicembre 2023
Contratti di lavoro, oltre 70mila addetti in attesa del rinnovo
IN BERGAMASCA. Scaduti da tempo i ccnl di commercio e turismo: lavoratori in sciopero prima di Natale. Per i metalmeccanici artigiani la firma (forse) a breve.
Per un contratto nazionale - quello dei bancari - che è stato rinnovato a novembre con un aumento da fare invidia (435 euro lordi medi mensili a regime, ovvero dal 1o marzo 2026), ci sono contratti che ancora attendono di essere firmati. Per quanto, almeno in alcuni casi, la loro scadenza non sia proprio recente. È il caso dei ccnl di commercio e turismo, che nella nostra provincia interessano oltre 50mila lavoratori, chiamati a raccolta venerdì dai sindacati di categoria - Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil - che hanno proclamato uno sciopero per l’intero turno di lavoro. Una data non scelta a caso: la protesta, decisa a livello nazionale, cade nel pieno delle Feste, a due giorni dalla Vigilia di Natale.
E il tam-tam sui social si fa sentire, con slogan ad hoc a seconda del settore di appartenenza degli addetti: terziario, distribuzione moderna organizzata, distribuzione cooperativa, alberghi, pubblici esercizi, ristorazione (collettiva e commerciale), agenzie di viaggi e aziende termali. Si tratta di contratti scaduti a partire dal 2019 che coinvolgono diverse associazioni, da Confcommercio e Confesercenti a Federturismo Confindustria, fino a Legacoop e Confcooperative.
Trattative delicate
Sul rinnovo del contratto artigiani area meccanica (scaduto il 31 dicembre 2022) c’è un punto di domanda: le trattative, che hanno preso il via a luglio con la presentazione, da parte di Fim, Fiom e Uilm, della piattaforma rivendicativa, sono tuttora in corso, ma la «fumata bianca» ancora non c’è. Eppure ci sarebbe la volontà da entrambe le parti (le associazioni artigiane al tavolo sono Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai) di giungere ad un accordo prima di Natale. Il nodo da sciogliere riguarda in particolare la parte economica: le tre sigle sindacali chiedono un aumento del 6,6% per il 2023 e del 12% per il 2024, 2025 e 2026 (4% per ciascun anno). Nella nostra provincia questo rinnovo coinvolge circa 17 mila tute blu.
Per quanto riguarda, invece, il contratto dei metalmeccanici (in Bergamasca si contano oltre 70mila tute blu) che porta la firma di Federmeccanica e Assistal, Fim, Fiom e Uilm hanno appena lanciato un questionario on line composto da 10 domande da sottoporre agli iscritti in vista della presentazione della piattaforma. Il ccnl, infatti, scade il 30 giugno 2024 e, anche qui, la partita economica ha una certa rilevanza. Tenendo conto che l’aumento medio scattato a giugno di quest’anno (grazie alla clausola di salvaguardia) è stato di 123,40 euro lordi mensili, inaspettato tanto per i lavoratori quanto per le imprese.
Cambiando settore, è fresca di firma l’ipotesi di accordo del contratto tra Femca-Cisl, Filctem-Cgil, Uiltec-Uil e Unionchimica-Confapi (in vigore retroattivamente dal 1o gennaio 2023 fino al 31 dicembre 2025) che prevede aumenti distinti a seconda del settore: a regime (in quattro tranche) 191 euro medi lordi per la chimica, 167 per plastica e gomma, 161 per abrasivi, ceramica e vetro. È stata poi appena presentata la piattaforma del contratto calzaturiero: per il 2024-2026 si chiede un aumento di 260 euro. In primavera, poi, scade il contratto dei lavoratori del tessile.
Tornando alle banche, invece, i sindacati che rappresentano i lavoratori (oltre un migliaio nella nostra provincia) delle Bcc presenteranno la piattaforma con il nuovo anno: l’aumento chiesto è di 435 euro, al pari di quello ottenuto dai bancari con il contratto Abi.
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