Commercialisti, il ministro scioglie il Consiglio di disciplina

IL CASO. Raffica di dimissioni dopo le criticità registrate: rimasti solo sette consiglieri su venti, non c’è il numero legale. E Nordio nomina il commissario.

«Il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Bergamo è sciolto». Il decreto è firmato dal ministro di Giustizia Carlo Nordio ed è datato 4 maggio. Con lo stesso provvedimento il guardasigilli nomina come commissario straordinario Eugenio Testoni dell’Ordine di Como.

È stata una serie di dimissioni a raffica, registrata tra il febbraio e l’aprile scorsi, a paralizzare il Consiglio di disciplina (Cdd). Il 29 febbraio il presidente del tribunale Cesare de Sapia ha segnalato al ministero che si erano dimessi 9 componenti su 20. Il 19 aprile, con una nota del membro più anziano, il Cdd ha comunicato altre 4 dimissioni, tra cui quella del proprio presidente, «sì da pervenire – si legge nel decreto del ministro – a un numero complessivo di 13 componenti dimissionari». In pratica con soli 7 consiglieri, scrive Nordio, «il regolare funzionamento del Cdd non può essere né assicurato, né ripristinato, in caso di ricostituzione mediante nuovo decreto del Presidente del Tribunale». Pertanto, «considerato che l’organo disciplinare non è in grado di funzionare», il guardasigilli ha ritenuto necessaria la nomina di un commissario.

I fatti

Il provvedimento che giunge da via Arenula è un altro tassello infuocato che va a inserirsi in una vicenda di cui si sta occupando anche la Procura di Brescia con un’inchiesta a carico di ignoti, che nei mesi scorsi ha portato alle perquisizioni negli uffici del Consiglio nazionale a Roma e nella sede dell’Ordine bergamasco alla Rotonda dei Mille. La situazione comincia a incrinarsi nella primavera 2022 quando nell’allora Cdd presieduto da Claudio Melegoni nascono discrepanze su alcune questioni, cui seguono alcune dimissioni e l’azzeramento dell’organismo con successiva nomina - non riconosciuta da alcuni «vecchi» consiglieri - di un nuovo Cdd. Che però viene revocato nel gennaio scorso dal presidente del tribunale de Sapia, il quale ripristina (in parte) il Cdd originario, comunque non esente da criticità.

Sottotraccia si può però leggere la tensione che si respirava all’interno del Cdd e i rischi e l’opacità che qualcuno paventava all’interno di una vicenda intricata in cui non sono mancati esposti, segnalazioni e pure minacce.

Ma le recenti dimissioni a cosa sono dovute? I più non hanno ufficialmente motivato (non è obbligatorio), altri adducono le più disparate ragioni. Sottotraccia si può però leggere la tensione che si respirava all’interno del Cdd e i rischi e l’opacità che qualcuno paventava all’interno di una vicenda intricata in cui non sono mancati esposti, segnalazioni e pure minacce, di cui si stanno occupando una seconda indagine, quella aperta dal pm di Bergamo Fabio Magnolo, e, con non poche difficoltà, il Cdd di Brescia presieduto da Giuliano Baiguera. «Dieci dimissioni, se non di più, dal Cdd in meno di un mese – scriveva a marzo in un esposto la consigliera Maria Linda Sottocorna -, consiglieri segretari che si dimettono dopo che la scrivente chiede le copie dei verbali e le loro registrazioni». Richieste cui non risulta si sia dato corso. Tra le criticità messe in rilievo ci sono provvedimenti disciplinari e archiviazioni (a volte pure autoarchiviazioni) che, secondo alcuni, sarebbero illegittimi e impugnabili mancando il numero legale ed essendo, in certi casi, stati adottati col voto di componenti in conflitto di interesse. E in questo vortice qualcuno chiama in causa pure il Consiglio nazionale cui spetta la vigilanza sul regolare funzionamento dei Consigli dell’Ordine territoriali. Di «totale inerzia» lo accusa, in un documento spedito anche al ministero, l’avvocato Gianluca Venturini, legale di Sottocorna.

«Il Consiglio dell’Ordine - dichiara il presidente Francesco Geneletti - prende atto della soluzione del Ministero visto il clima che si era venuto a creare all’interno del Consiglio di disciplina».

© RIPRODUZIONE RISERVATA