Chiusa la produzione alla Bedeschi di Lallio: lavoratori in cassa a zero ore

LA NOTA FIOM-CGIL. Ferma la produzione a Lallio dell’azienda metalmeccanica che in Bergamasca produceva nastri trasportatori. La Fiom-Cgil Bergamo: «Da cinque anni rischio concreto, sempre ignorato dalla direzione».

Dall’inizio di questo mese è chiuso definitivamente ed è in fase di dismissione il reparto di produzione della Bedeschi spa di Lallio (ex Ont), azienda metalmeccanica con sede legale nel padovano che opera nel settore della meccanica per la movimentazione di materiali sfusi, logistica dei container e laterizi e che in Bergamasca produceva nastri trasportatori. Sono in cassa straordinaria a zero ore i 21 lavoratori dell’officina, mentre l’altra ventina di impiegati resta presente in azienda ma, come già annunciato dalla direzione, sarà trasferita in una nuova sede.

«Dal 2019, cioè dalla fase finale del perfezionamento dell’acquisizione della vecchia Ont da parte della Bedeschi, come Fiom-Cgil abbiamo ripetutamente evidenziato il pericolo concreto di dismissione corso dalla sede di Lallio» ha dichiarato nella mattinata di lunedì 25 marzo Paola Guerini che per i metalmeccanici Cgil ha seguito nel recente passato le sorti dell’azienda.

Lo scorso ottobre era stato richiesto il ricorso alla cassa integrazione ordinaria per 13 settimane. «Nelle comunicazioni di fine anno da parte aziendale ai lavoratori nulla lasciava presagire che il 2024 sarebbe cominciato con l’annuncio della chiusura della produzione» ha proseguito Guerini. «E invece è arrivata la notizia a cui è seguito, il 1° febbraio, uno sciopero di otto ore, l’unico fino ad ora organizzato dal sindacato che è all’interno della Bedeschi. Il 1° marzo, poi, un comunicato esposto in bacheca ha annunciato l’avvio di una cassa integrazione straordinaria per cessazione parziale di attività per 21 persone, a casa a zero ore, cassa non anticipata dall’azienda bensì erogata dall’Inps. È prevista fino a dicembre (cioè fino a quando questo strumento di ammortizzazione sociale è stato finanziato dal governo)».

Al riguardo la scorsa settimana, venerdì 22 marzo, si è tenuto l’incontro per l’esame congiunto con il ministero del Lavoro. Anche Paola Guerini della Fiom-Cgil era presente, ma al termine del confronto – a differenza degli altri partecipanti – non ha firmato il verbale di accordo.

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