Economia / Bergamo Città
Giovedì 13 Agosto 2020
Centri per l’impiego, c’è il maxi concorso
Previste 132 assunzioni: 111 indeterminate
La maggior parte dei posti (111) a tempo indeterminato. È dal 2007 che in Provincia non si effettuano nuovi inserimenti.
Un concorso pubblico di questa portata, in Provincia non lo vedevano da anni. Le ultime assunzioni, infatti, risalgono al 2007. E, nel caso specifico, le assunzioni sono parecchie: 132, di cui 111 a tempo indeterminato e 21 a termine. Finalizzate a rinforzare i Centri per l’impiego - in tutto 10 - della Bergamasca, la provincia lombarda con il più alto numero di sedi, da anni ormai carenti di personale. Basti pensare che «attualmente i dipendenti dei Centri per l’impiego sono 64», come afferma Silvano Gherardi, dirigente del settore Sviluppo e lavoro della Provincia di Bergamo. Personale che, sostiene Gherardi, «a seguito dell’applicazione della legge Del Rio e dei numerosi pensionamenti, ha subito un drastico ridimensionamento, mettendo in difficoltà l’erogazione dei servizi nelle sedi del territorio».
I profili richiesti
Il «concorsone», che a livello regionale prevede l’assunzione di 1.357 persone (di cui 1.183 con contratto a tempo indeterminato) punta alla ricerca di quattro profili: operatore del mercato del lavoro categoria C1 (ovvero in possesso del diploma di maturità), che nella nostra provincia prevede 82 inserimenti a tempo indeterminato e 18 a tempo determinato; operatore del mercato del lavoro categoria D1, ovvero in possesso della laurea magistrale (26 assunzioni a tempo indeterminato e tre a termine); tecnico informatico categoria C1 (due posti fissi) e specialista informativo statistico categoria D1 (un posto fisso).
Il bando termina il 16 settembre
Il bando (aperto dal 5 agosto) scade alle 12 del 16 settembre. Qualora, a livello regionale, il numero di partecipanti dovesse superare le 3 mila unità, verrà effettuata una preselezione. Seguiranno una prova scritta e una orale, con l’assunzione delle varie figure - che entreranno a far parte dell’organico della Provincia - che dovrebbe scattare entro fine anno (i bandi sono consultabili all’indirizzo https://www.bandi.regione.lombardia.it).
Secondo Gherardi, è plausibile che «tra i 111 con contratto a tempo indeterminato, una ventina venga assegnata a via Tasso, dove si trovano gli uffici del collocamento mirato, di direzione e staff e del piano disabili, mentre i restanti 90 ai Centri per l’impiego». Centri con sede a Bergamo, Treviglio, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, Trescore Balneario, Grumello del Monte, Albino, Clusone, Lovere e Zogno.
Con l’aumento di personale, anche gli spazi che ospitano le diverse sedi si dovranno adeguare. A questo proposito Gherardi precisa che «con il decreto del ministero del Lavoro del 22 maggio scorso, è stato approvato il nuovo piano straordinario di potenziamento infrastrutturale, strutturale, per la manutenzione anche straordinaria degli immobili, per l’adeguamento strumentale e dei sistemi informativi dei Centri». Stante un piano regionale che deve essere sottoposto al ministero, per la Lombardia è previsto «uno stanziamento di circa 60 milioni per il 2019 e di circa 49 milioni per il 2020», dice Gherardi.
Soddisfatti i sindacati, seppur con qualche perplessità. Per Danilo Mazzola della segreteria Cisl di Bergamo «le assunzioni sono positive, perché vanno a rafforzare i Centri per l’impiego della nostra provincia». Ma «è chiaro che il vero salto è che i Centri diventino luoghi dove si facciano concretamente le politiche attive del lavoro - aggiunge Mazzola - in un contesto che nei prossimi mesi non sarà dei migliori neanche a Bergamo». Anche per Orazio Amboni della Cgil «i nuovi inserimenti sono un bene, perché adesso c’è carenza di personale che fatica a seguire anche solo l’attività ordinaria, dovendo ridurre gli orari di apertura». Certo, «i Centri per l’impiego dovranno agire tenendo conto della pluralità di soggetti in campo - ricorda Amboni -: l’Anpal, che detta le politiche per l’occupazione, la Regione, la Provincia stessa, gli enti bilaterali, le singole realtà in crisi aziendale che firmano i patti di rete per la ricollocazione dei lavoratori e gli enti di formazione accreditati per la gestione della dote unica lavoro». Senza contare che «nel momento in cui terminerà il blocco dei licenziamenti, ci sarà una marea di gente che si rivolgerà ai Centri per la ricerca di un nuovo posto di lavoro». Per dare un’idea, stando ai dati regionali 2018, ogni operatore ha dovuto gestire oltre 400 dichiarazioni di immediata disponibilità e, nell’ultimo anno, l’accompagnamento al lavoro per chi percepisce il reddito di cittadinanza.
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