Economia / Bergamo Città
Venerdì 11 Novembre 2022
Centri per l’impiego: 7mila persone pronte per corsi e nuovi lavori
Programma Gol. Già attivate 680 doti formazione per un valore di 3 milioni. Contratti per 984 utenti. Il presidente Gandolfi: a Bergamo strategie mirate.
Tutto si può dire tranne che - in questo particolare momento - i Centri per l’impiego della nostra Provincia non siano valorizzati. In quanto a sedi, a stretto giro sono in programma lavori di manutenzione, riqualificazione e ristrutturazione per oltre 5 milioni di euro, il più corposo dei quali riguarda l’ex caserma di via Visconti a Treviglio (circa 1,6 milioni). Mentre in città, gli interventi sulla nuova sede al numero 19 di via Borgo Santa Caterina sfiorano il milione, che si somma ai 320 mila euro destinati all’edificio di piazza della Libertà, con la fine dei lavori prevista a dicembre dell’anno prossimo.
Anche in termini di personale, i 10 Centri per l’impiego sono passati da 39 dipendenti a 146, grazie a 107 rinforzi e all’appello mancano ancora cinque assunzioni, in programma da qui a fine anno. Un concorso provinciale prevede poi altri 34 inserimenti, per un totale complessivo di 185 addetti.
La sfida, per gli ex uffici di collocamento, è sempre la stessa e si chiama politiche attive del lavoro. È tutt’altro che semplice, ma a rafforzare le azioni messe in campo fino ad oggi c’è Gol, sigla promettente, essendo l’acronimo di Garanzia occupabilità lavoratori. La vera novità è che beneficia dei contributi del Pnrr: non proprio noccioline, se si pensa che a livello nazionale le risorse corrispondono a 4,4 miliardi. Con l’obiettivo di coinvolgere 3 milioni di lavoratori, di cui 800 mila in attività di formazione.
I dati provinciali
Ma veniamo alla Bergamasca: da giugno Gol ha visto la presa in carico - colloquio e profilazione - di 6.970 utenti sui 9.522 previsti entro fine anno. Ad oggi sono state attivate 680 doti - per un valore di circa 3 milioni di euro - che corrispondono a persone coinvolte in percorsi di formazione. Un dato che, come si legge in una nota della Provincia, «rappresenta un primato a livello regionale». E ci sono già stati anche degli inserimenti nel mondo del lavoro tra gli utenti con minor svantaggio professionale: si tratta di 984 persone, pari al 28% delle 3.500 che rientrano in questa tipologia. «Facendo un primo bilancio dell’andamento delle prese in carico delle persone, abbiamo ottenuto ottimi risultati e garantiremo il raggiungimento dell’obiettivo annuale anche in anticipo rispetto al termine fissato dalla Regione», spiega la dirigente del servizio Mercato del lavoro, Elisabetta Donati.
Beneficiari di Naspi in testa
L’identikit di chi è stato inserito nel programma Gol è presto fatto: nel 64% dei casi si tratta di percettori di Naspi (4.460 persone), in seconda battuta di disoccupati con minori opportunità di occupazione (1.426), seguiti da chi beneficia del reddito di cittadinanza (1.084). L’età media è di 47 anni, in ben più della metà dei casi (63%) si tratta di donne e il titolo di studio si ferma alla licenza media se non addirittura a quella elementare. Riguardo alle esperienze professionali passate, si tratta perlopiù di ex addetti alle vendite, assistenti familiari, addetti alle pulizie, operatori generici di produzione, impiegati amministrativi, magazzinieri.
«L’attuazione del programma Gol sta avvenendo a macchia di leopardo nel Paese e Regione Lombardia non fa eccezione, ma Bergamo si sta distinguendo per una buona capacità applicativa anche grazie all’individuazione di strategie territoriali mirate – afferma il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi -. Lo dicono i numeri, che più di ogni parola indicano l’efficacia del nostro lavoro, lo riconosce Regione Lombardia con cui quotidianamente il settore lavoro interloquisce e si confronta». Oltre ai beneficiari di ammortizzatori sociali (Naspi o Dis-Coll), possono usufruire di Gol i lavoratori fragili, anche non beneficiari di sostegni al reddito, come i giovani under 30, le donne in condizioni di svantaggio, le persone con disabilità, i lavoratori over 55 e i disoccupati di lunga durata.
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