Cassa integrazione, nuova impennata: boom di ore per i chimici

Bergamo. Nel mese di novembre nuovo rialzo delle richieste di ammortizzatori sociali.

Una nuova impennata nella cassa integrazione di novembre per la Bergamasca rispetto al mese precedente, a testimonianza dell’andamento altalenante per le ore autorizzate: dopo un’estate tranquilla e la crescita di settembre, si era tornati in decrescita con ottobre, mentre a novembre le ore sono nuovamente aumentate del +179% rispetto ai 30 giorni precedenti, con 1.337.802 ore richieste.

«Le forti variazioni tra mese e mese - spiega Orazio Amboni, dell’Ufficio studi di Cgil Bergamo - sono dovute, più che ad esigenze produttive delle aziende, ai tempi tecnici di approvazione delle domande; un’attenta lettura dei dati, quindi, deve considerare i totali mensili come, in realtà, riferiti cumulativamente a più mesi».

Impressionante il dato della cassa straordinaria: «A novembre, aggiunge Amboni - le 478.833 ore di cassa straordinaria portano addirittura a un +4.000% rispetto a quelle di ottobre, quando furono soltanto 11.580. Una rilevantissima differenza che non trova riscontro nei dati nazionali dove la cassa straordinaria di novembre è il 7,8% in meno del mese di ottobre». Minore il divario, per la cassa ordinaria (858.969 ore) che presenta comunque una forte variazione: un +83,8% rispetto alle 467.315 ore di ottobre (l’aumento mensile della Cigo, a livello nazionale, è solo del 2%).

A livello di settori, quello ha risentito maggiormente delle difficoltà nel mercato dell’energia e delle materie, è il chimico, con il 33% del totale delle ore autorizzate: «Si tratta, per questo settore, - ricorda Amboni -, esclusivamente di cassa ordinaria, tipologia di ammortizzatore specificamente connesso a difficoltà temporanee, e non strutturali». Segue il metalmeccanico che pesa solo per 14% sul totale delle ore, pur essendo il settore a più ampia base occupazionale; quindi il settore tessile per il 9%. Va ricordato, infine, che in questi mesi solo il 27% delle ore richieste all’Inps viene poi effettivamente utilizzato (il 21% per la cassa straordinaria e il 28% per l’ordinaria). «È questo il caso, ad esempio di alcune industrie chimiche - ricorda Amboni - che hanno richiesto la cassa integrazione ai primi segnali di difficoltà su petrolio e derivati, ma si sono poi riservati l’utilizzo solo a fronte di effettive necessità».

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