Case made in Bergamo per il mercato Usa
EDILIZIA. La Ferretti di Dalmine apre una filale ad Austin. «Richiesti specialisti di efficientamento energetico».
Se è vero che la Bergamasca è terra di muratori, perché non esportare questa competenza Oltreoceano? In quel mondo di opportunità e mercati che sono gli Stati Uniti, con più di 300 milioni di abitanti, dove l’idea di «abitare» è così diversa dalla nostra, qualcosa sta cambiando; gli effetti del surriscaldamento climatico si fanno sentire e le soluzioni che noi conosciamo e pratichiamo da tempo possono trasformarsi in vero valore aggiunto.
Ne è convinto Alessandro Ferretti, imprenditore bergamasco alla guida dell’omonima società di Dalmine specializzata in costruzioni industriali, civili e rivestimenti refrattari, che sta cercando di avviare una filiale americana della Ferretti srl ad Austin, specializzandosi nel real estate, ovvero nel mercato immobiliare per privati.
«Il mercato degli Usa è molto diverso dal nostro»
«Negli Stati Uniti le persone utilizzano la casa in modo molto diverso dal nostro, si trasferiscono ogni 4 o 5 anni, spesso spostandosi di città in città - spiega l’imprenditore, - ma ora anche qui le cose stanno cambiando, le escursioni termiche si stanno facendo sentire il bisogno di un migliore efficiantamento energetico delle abitazioni e su questo noi italiani siamo molto più preparati».
Doppi vetri, serramenti con isolamento interno delle camere, isolamento delle pareti perimetrali, sono tutti elementi che per noi sono scontanti e che in Texas mancano, come racconta Ferretti: «Il sistema immobiliare qui è molto diverso e velocità ed economicità delle costruzioni pesano sulla qualità, ma anche nelle fiere di settore mancano le soluzioni di efficientamento energetico che noi conosciamo bene e che porterebbero le famiglie a risparmiare anche il 50% delle spese di condizionamento e riscaldamento».
L’imprenditore bergamasco, forte di 15 anni di esperienza in Messico nell’ambito delle costruzioni industriali e presente ad Austin già da qualche anno per lo stesso motivo, sta quindi progettando e realizzando la costruzione di tre immobili per provare ad aprire una breccia in un mercato potenzialmente molto florido. «Abbiamo acquistato dei terreni e stiamo realizzando le prime due unità abitative secondo gli standard che adottiamo comunemente in Italia. I lavori sono iniziati e termineremo la prima casa fra luglio e agosto» spiega l’imprenditore che ammette di stare giocando la propria scommessa: «Mi do due anni di tempo, consapevole che si deve innescare anche un cambio culturale».
Un costo dell’energia molto basso e l’abitudine a non investire nelle case, infatti, caratterizzano la cultura immobiliare di questa parte dell’America, cosa che posiziona il progetto di Ferretti in una fascia di mercato alto, con l’augurio che qualcosa possa cambiare di fronte agli stravolgimenti climatici ormai sempre più impattanti. «In futuro - conclude Ferretti, - mi auguro di poter organizzare dei convegni per mostrare il nostro metodo costruttivo attraverso la Camera di commercio italiana e la fiera di Austin».
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