«Carovita? E io alzo lo stipendio di 200 euro ai miei dipendenti»

L’iniziativa La «piccola» Officina Meccanica Gregis di Alzano Lombardo da aprile riconosce un aumento mensile a 19 addetti: sarà sempre erogato.

Niente una tantum, ma un bonus «per sempre» ai propri dipendenti. Che non sono centinaia, d’accordo, ma un riconoscimento che viene da una «piccola» ha forse un valore anche più grande. Da aprile, i lavoratori della Officina Meccanica Gregis Alessandro di Alzano Lombardo hanno una busta paga un po’ più corposa, perché il titolare ha deciso di erogare 200 euro lordi in più ogni mese. E, calcolando 13 mensilità, significa 2.600 euro in più in un anno. Praticamente una mensilità in aggiunta. A beneficiare del riconoscimento è la maggior parte dei dipendenti: in tutto 22 (19 operai e tre impiegate), ma l’aumento interessa 19 persone (sono esclusi tre addetti, assunti meno di un anno fa).

L’iniziativa è partita dal titolare Alessandro Gregis, che a 86 anni governa ancora - coadiuvato dalle tre figlie Cristina, Elena e Anita - la sua «creatura». «Ho fondato l’azienda nel 1963, sostanzialmente perché ero stanco di lavorare alle dipendenze di altri», dice Gregis. L’azienda si occupa di progettazione e produzione di stampi su misura per i clienti, che sono perlopiù imprese metalmeccaniche ed elettriche. All’interno dei capannoni ci sono presse fino a 1.000 tonnellate, da cui escono stampi per la realizzazione di particolari di pezzi, da quelli per le pentole a quelli per i trattori (parti metalliche e in lamiera).

Il ragionamento di Gregis è lapalissiano: «Come gli aumenti stanno colpendo me, allo stesso modo colpiscono i miei dipendenti». Da qui la volontà di riconoscere un incremento salariale, al di là di ciò che prevede il contratto nazionale di riferimento (l’Officina bergamasca applica il ccnl di Confimi). Facendo due conti, i lavoratori con una maggiore anzianità aziendale passano da uno stipendio di circa 2.200 euro lordi a uno di 2.400. Per quanto riguarda l’azienda, il suo fatturato l’anno scorso si è attestato a circa 4,3 milioni di euro.

E che cosa ne pensano i diretti interessati? «Credo che sia stata una cosa gradita, che abbia fatto loro piacere, mi hanno ringraziato», sottolinea Gregis. Che viene dalla vecchia scuola, in tutti i sensi. Ha frequentato l’Esperia dalle otto di sera a mezzanotte, per poi approdare anche al reparto attrezzeria della Zerowatt di Nese. Finché non ha deciso di mettersi in proprio. Gregis è anche un appassionato di cucina e vista la sua attività, una decina d’anni fa ha deciso di dare alle stampe il libro «Dall’incudine al fornello». Oltre ai piatti bergamaschi - i classici cappone ripieno, cotechino, gnocchi - «mi piace moltissimo preparare il porceddu sardo». Ma, cascasse il mondo, alle 17,30 varca i cancelli dell’azienda, «perché vado a coltivare l’orto e a occuparmi dei miei animali: anatre, conigli, maiali e pecore».

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