Economia / Bergamo Città
Martedì 13 Settembre 2022
Caro energia, i benzinai chiedono aiuto alle compagnie petrolifere: «Così è a rischio l’intera rete»
Prezzi in salita. Renato Mora, presidente del gruppo Gestori distributori carburante di Ascom Confcommercio Bergamo, illustra una situazione preoccupante: «A differenza di altre imprese, per onorare i contratti con le compagnie non possiamo agire sui prezzi del carburante, né avere la flessibilità necessaria per condurre un’azienda in termini economici e autonomi».
I rincari di energia stanno mettendo in ginocchio i benzinai. Le associazioni di categoria che rappresentano i gestori di distributori di carburanti – Fegisc Confcommercio, Faib Confesercenti e Fegica Cisl – hanno chiesto alle compagnie petrolifere in un’accorata lettera congiunta un intervento urgente a sostegno della rete. «L’aumento - da 3 fino a 4 se non 5 volte - del prezzo del Kwh pagato ante crisi, a margini che restano estremamente risicati e invariati, rischia infatti di provocare una miscela dirompente per una categoria che si trova ad affrontare un difficile tornante della propria storia, dopo quello determinato dalla pandemia» spiega Ascom Bergamo in un comunicato.
I benzinai sono in affanno e in grande sofferenza economica, a seguito dell’aumento esponenziale del prezzo dell’energia elettrica necessaria per condurre, nel rispetto degli impegni contrattuali, gli impianti. A ciò si somma una contrazione nelle vendite come effetto della crisi e della riduzione degli spostamenti in auto. L’aumento dei costi di gestione ben oltre le soglie dell’inflazione, spinge sempre più benzinai a riflettere sulla possibilità di continuare la propria attività.
«Anche se abbiamo rivisto contratti di fornitura e ridotto l’illuminazione allo stretto necessario, ci troviamo a pagare bollette salatissime – commenta Renato Mora, presidente del Gruppo Gestori distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo –. A differenza di altre imprese, per onorare i contratti con le compagnie non possiamo agire sui prezzi del carburante, né avere la flessibilità necessaria per condurre un’azienda in termini economici e autonomi. Di contro, se gli accordi rendono complesso, ma non impossibile, intervenire sui prezzi al pubblico, si andrebbe a rialzare una cifra che, nonostante l’intervento per la riduzione delle accise, continua a essere percepita dalla clientela come “molto elevata”». Senza contare il fatto – sottolinea Mora – che la riduzione delle accise e il relativo gravoso onere è stato interamente finanziato dalle gestioni in funzione delle loro giacenze nei serbatoi: «A marzo 2022 ci siamo trovati dall’oggi all’indomani con un decreto che ha previsto 30 centesimi di sconto sulle accise, con serbatoi pieni di carburante per cui avevamo versato interamente le imposte. Il che si traduce in una perdita media che sfiora e in certi casi supera i 10mila euro a impianto».
Di fronte a una situazione di particolare gravità e a una crisi che, a oggi, nessuno è in grado di prevedere, i benzinai chiedono nella lettera alle compagnie petrolifere «uno sforzo economico che preveda un intervento significativo a favore delle gestioni, con l’obiettivo di stabilizzare la situazione e impedire che ciascuno assuma iniziative per ridurre le sofferenze del proprio bilancio. L’obiettivo è quello di passare con il minore danno la crisi contingente senza “distruggere” quanto di buono si costruisce giorno per giorno con gli automobilisti» . È in gioco la sopravvivenza di attività che servono il settore e la mobilità di imprese e cittadini: «Se non si riuscisse a intervenire entro tempi rapidi- scrivono le associazioni di categoria- i gestori non potranno che trovare le ragioni per scongiurare il fallimento della propria attività, anche superando, data la situazione di forza maggiore incontestabile, limiti e obblighi derivanti dal quadro degli accordi economici assunti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA