Cantina Val San Martino, buona annata: «Ora nuovi spazi per le degustazioni»

IL BILANCIO. Aumento del fatturato (+10%) per la cooperativa vinicola più longeva della provincia. Il direttore: «Importante aver chiuso in positivo malgrado inflazione e costi delle materie prime».

Per il sesto anno di fila chiuso in utile, per il fatturato in crescita del 10% e per l’incremento del 15% dei volumi di vino venduti. Ma, soprattutto, per il 65° anniversario di fondazione, traguardo che rende la Cantina Sociale Val San Martino la realtà vinicola cooperativa più longeva della bergamasca.

Questi i motivi per cui ha brindato la realtà di casa a Pontida, oggi baricentro per trenta conferitori spalmati su undici Comuni (Almenno San Bartolomeo, Pontida, Palazzago, Mapello, Sotto il Monte, Ambivere, Villa d’Almè, Scanzorosciate, Bergamo, Brembate, Mozzo), da cui ritira le uve per produrre vini bianchi, rossi, spumanti e passiti, oltre al vino sfuso. I risultati delle vendite realizzate nel 2023 rispecchiano la ripartenza del mondo del vino dopo il nodo giacenze che ha tenuto banco in tutta Europa nei primi tre trimestri del 2023.

La crescita

Uno sviluppo che si è riflettuto sulla crescita del fatturato, passato dai 393mila euro del 2022 a 433mila euro, e nella conferma dell’utile, stabile a 45 mila euro. «Siamo soddisfatti - commenta il direttore Marco Crippa - perché abbiamo riscontrato una crescita del 12% da ricavi per corrispettivi e del 20% per vendite alla grande distribuzione ( Gdo) e il settore Ho.re.ca. È stato importante chiudere in positivo nonostante l’inflazione, che ha inciso molto sugli acquisti dei materiali e dei prodotti enologici, e l’incremento dei tassi d’interesse sui mutui».

«L’obiettivo è il rinnovamento del punto vendita della cantina, per ospitare degustazioni in modo più accogliente».

«Un aumento dei costi - aggiunge il presidente Pietro Rota - spesso molto significativo, ma che non abbiamo ribaltato in modo speculare sui prezzi, in modo da tutelare il consumatore». Dal 2018, la Cantina sociale è partner della Cooperativa Oikos, con cui condivide le figure del direttore, dell’enologo (Angelo Divittini) e della responsabile commerciale (Frida Tironi). Motore della continuità dell’utile (tornato in segno positivo proprio dal 2018) è lo sviluppo del conto lavorazione, voce che sei anni fa valeva poche migliaia di euro e che oggi costituisce il 30% dei ricavi. «Un servizio - spiega il vice presidente Gianni Guffanti Scotti - rivolto alle nuove realtà che entrano nel mondo del vino, a cui affittiamo gli spazi ma anche la mano d’opera, per svolgere le operazioni di vinificazione e affinamento. È uno strumento che ci permette di supportare il fermento delle piccole produzioni che stanno nascendo in zona».

Il futuro

Tra il conferimento dei soci e la lavorazione conto terzi, lo scorso anno la cantina ha trasformato 1800 quintali d’uva: un totale in calo del 10% rispetto al 2022, conseguenza di un’annata più difficile da gestire per via del maltempo. Il recente acquisto di una pressa pneumatica è l’ultimo degli investimenti effettuati, preceduto da un nuovo impianto di refrigerazione per i vini bianchi e di nuove autoclavi per la spumantizzazione con metodo charmat. Per il futuro? «L’obiettivo - rivela Rota - è il rinnovamento del punto vendita della cantina, per ospitare degustazioni in modo più accogliente. Stiamo proseguendo nella direzione di valorizzare ulteriormente il lavoro dei soci incrementando il prezzo delle uve, per sostenere l’importante tradizione del territorio».

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