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(Foto di Bedolis)
I RINCARI. Aumentano pure le uvette, i pasticcieri: «Costano e non si trovano». Si fanno già previsioni per Natale: il dolce artigianale partirà da 35 euro al kg.
Cacao, caffè ma anche burro e uvetta sono sempre più cari. I pasticcieri sono alle prese con l’aumento dei prezzi delle materie prime e la scarsa reperibilità dei prodotti sul mercato. Rincari che hanno effetti immediati sulla produzione e che, in prospettiva - anche se manca ancora un po’ di tempo - potranno avere effetti sgraditi anche per gli amanti del panettone, che sotto l’albero potrebbero trovare una sorpresa «salata».
«È iniziato tutto con il caffè e il cacao e ora siamo passati al burro e ai canditi – spiega Diego Rodeschini, presidente del gruppo bar e pasticcerie di Confcommercio Bergamo –. Abbiamo avuto aumenti importanti. Il burro è passato da 6 euro a 9,40 euro al chilo. L’uvetta costava 3,80 euro al chilo nel 2023, ora 5,80 euro.
Ma il problema, oltre alla speculazione, è che non c’è la materia prima. I burri migliori sono quelli del nord Italia ma non si trovano. E anche dell’uvetta che usavamo, quella australiana, ce n’è sempre meno». Per i burri bisogna ripiegare su quelli tedeschi e francesi, di ottima fattura ma con prezzi «alle stelle». Peggio va per l’uvetta. La selezione turca, di prima qualità, è fuori dal mercato a causa degli eventi atmosferici che hanno inciso sul raccolto; per averla bisogna rivolgersi alla Cina o al Sudamerica. «Ma non è bella – commenta Rodeschini –. E comunque è stata acquistata dalle industrie che la lavorano. È molto scura e secca».
«In due anni il prezzo è salito da 10 a 15 euro al chilo, il cioccolato arriva anche a 18 euro»
Il costo del cacao è in aumento da tempo a causa del clima sfavorevole nelle piantagioni africane. «In due anni – spiega Rodeschini – il prezzo è salito da 10 a 15 euro al chilo, il cioccolato arriva anche a 18 euro».
Ripercussioni, si diceva, anche in vista del periodo delle festività, a cui si inizia già a pensare. «I panettoni artigianali subiranno un ritocco del prezzo. Troveremo un valore medio che parte dai 35-40 euro al chilo. Un panettone che costava 28 euro quest’anno lo pagheremo 35 euro. E speriamo che non aumenti ancora la corrente», aggiunge.
La situazione «non va bene» per Riccardo Schiavi, titolare de La Pasqualina, «specialmente per il consumatore finale su cui si ripercuotono i rincari. In un anno e mezzo il cacao è triplicato e il caffè è salito dell’80%. E in questi giorni anche latte e derivati sono cresciuti del 10%». Alla Pasqualina qualche aggiustamento sui prezzi ci sarà dal 1° ottobre. «Abbiamo comunicato ai clienti che aumenteremo alcuni prezzi di caffetteria e croissanteria. Il croissant da 1,50 a 1,80 euro. Il caffè al banco da 1,30 a 1,40 euro». E così a ruota per cappuccino e affini. Anche il panettone sarà un po’ più caro, da 42 a 44 euro. Alzare i prezzi non è mai piacevole, ma questa volta Schiavi si dice tranquillo: «Ho aumentato tante volte nella mia vita, ma in questo momento sono sereno perché so di non avere alternative».
Il caro-prezzi è confermato anche dal Consorzio artigiani pasticcieri bergamaschi. «Il burro è aumentato del 15% e l’uvetta fino al 30%» spiega il presidente Andrea Bonati, titolare dell’omonima pasticceria a Paladina. Il panettone anche per lui sarà più costoso: «Si partirà da una base di 35 euro, forse 37-38 euro».
La crisi riesce a fronteggiarla chi, come il Capab, che riunisce circa 80 pasticcerie tra Bergamo e provincia, riesce a stringere accordi con i fornitori garantendo così prezzi più vantaggiosi ai propri consorziati. «In questo modo riusciamo a bloccare il prezzo o ad avere sconti particolari. Ma chi non è consorziato – conclude – lo sente molto di più».
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