Bonus anziani, la denuncia della Cisl: insufficiente per Bergamo

I DATI CISL. L’analisi della Fnp Cisl provinciale. «Troppo pochi i beneficiari della prestazione» denuncia il segretario Giacomo Meloni.

Il nuovo bonus assistenziale previsto per gli anziani ultraottantenni non autosufficienti, introdotto dal governo, rischia di non rispondere alle reali esigenze della popolazione bergamasca. È quanto emerge dall’analisi di Giacomo Meloni, segretario generale della Fnp Cisl di Bergamo, che critica aspramente la misura. Sebbene si tratti di un’allocazione finanziaria importante, con 500 milioni stanziati per il biennio 2025-2026, il bonus risulterà accessibile solo a un numero limitato di persone.

«Questa prestazione, definita universale, ha ben poco di universale - spiega Giacomo Meloni -. Su una platea di decine di migliaia di non autosufficienti bergamaschi, solo un centinaio potrà beneficiarne. I numeri non sono sufficienti per rispondere a una necessità così diffusa», commenta Meloni, che sottolinea la gravità della situazione. Il bonus, infatti, sarà erogato solo a coloro che rientrano in specifici requisiti: età superiore agli 80 anni, un Isee inferiore a 6.000 euro e la condizione di gravissima non autosufficienza, certificata da una Commissione medico-legale dell’Inps. Il riconoscimento della prestazione è inoltre vincolato alla titolarità dell’indennità di accompagnamento, che se sospesa esclude il beneficiario dal sostegno.

Copertura per 25 mila persone l’anno

La prestazione sarà distribuita mensilmente dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, ma il riconoscimento della prestazione è subordinato al possesso dei seguenti requisiti: età anagrafica pari o superiore agli 80 anni; un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico-legale dell’Inps; la titolarità dell’indennità di accompagnamento, che qualora sospesa non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione. La prestazione universale sarà erogata con cadenza mensile.

La misura è finanziata con 500 milioni (250 per ogni anno), ma non ci sarà un «click day» per arrivare prima: mano a mano che si avranno i requisiti lungo l’anno si potrà fare richiesta. Poiché però la dote attuale basta per sole 25mila persone l’anno, se le istanze dovessero essere superiori questo potrebbe portare poi a una riduzione del contributo. La cifra che arriverà all’utente potrà essere usata per pagare il lavoro di cura e assistenza, o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza.

«Se le richieste supereranno questo numero, la cifra erogata potrebbe subire riduzioni» avverte Meloni. Inoltre, i fondi stanziati non permettono di coprire l’intero fabbisogno di assistenza, costringendo molte famiglie a farsi carico del lavoro di cura con risorse limitate.

Secondo il segretario Fnp, «la misura non è strutturale e non prevede una continuità a lungo termine, con un orizzonte temporale che scade nel 2026. Questo significa che non c’è un progetto di riforma stabile per i servizi assistenziali e molto rimane sulle spalle delle famiglie». L’unica nota positiva che emerge è l’approvazione della Legge 33, che prevede il sostegno all’invecchiamento attivo e servizi per la non autosufficienza. Tuttavia, Meloni rileva che il finanziamento attuale non basta per realizzare cambiamenti sostanziali nel panorama dei servizi sociali.

«Occorre un incremento delle risorse e l’estensione della misura a più persone. La Fnp Cisl continuerà a monitorare l’attuazione di queste iniziative e a formulare proposte per migliorare l’assistenza agli anziani non autosufficienti», conclude Meloni, evidenziando la necessità di un approccio più ampio e strutturato per rispondere alle reali necessità della popolazione anziana.

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