Biciclette, crescono le vendite
ma c’è carenza di ricambi

Impressionante l’avanzata delle vendite soprattutto tra maggio e giugno: +60% rispetto al 2019. Ora per le più piccole la difficoltà di approvvigionamenti.

Dopo il lockdown di marzo e aprile, il boom di vendite di biciclette registrate tra maggio e giugno (200 mila pezzi in più rispetto allo stesso periodo del 2019, +60%), è proseguito per tutta estate. Secondo le previsioni Ancma, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo che fa capo a Confindustria, entro fine anno verrà sfondato il tetto dei due milioni di bici vendute: lo scorso anno erano 1,7 milioni.

L’impressione è che il periodo di costrizione domestica abbia innescato il forte incremento delle richieste che però, dopo l’euforia dei mesi estivi, ora rischia di provocare qualche problema, in particolare alle aziende più piccole alle prese con difficoltà di approvvigionamento. Nei negozi accade sempre più spesso che l’esercente risponda al cliente: «Non ho la bici che cerchi». Ma anche risalendo la «supply chain» si riscontrano difficoltà ad trovare componenti e materiali di consumo e a reperire telai.

«Non c’è dubbio – sottolinea Lisa Colombelli, direttrice commerciale di Vittoria, l’azienda di Brembate leader nella produzione di coperture – che il settore del ciclismo dopo il lockdown sia letteralmente esploso. La necessità di uscire di casa e di stare all’aria aperta ha generato una domanda che è cresciuta in modo esponenziale». «In 40 anni nel settore – conferma Stefano Bonati, direttore tecnico della Ciocc di Curno, che produce biciclette su misura – non ho mai visto nulla del genere: al sabato, avevamo la coda di gente fuori dal negozio: metà si informava sugli incentivi, l’altra metà chiedeva di poter ordinare o ritirare una bici. La nostra produzione annua si aggira sulle mille biciclette: in tre mesi ne abbiamo realizzate e consegnate 400, nonostante dovessimo aspettare due mesi per ricevere una forcella».

Neppure il rinvio degli incentivi che arriveranno a novembre, ha scoraggiato la domanda, trainata dalle e-bike, considerate ormai un mezzo alternativo all’auto. I dati Ancma rivelano che lo scorso anno la produzione italiana di bici elettriche è cresciuta del 209%, passando dalle 102 mila del 2018 alle 213 mila del 2019. «Il comparto bici elettriche – conferma Claudio Masnata, direttore marketing della Bianchi di Treviglio – è quello che ci riserva le maggiori soddisfazioni: i risultati sono ottimi e la sensazione è che non si tratti di una “bolla” legata a questo particolare momento perché il trend di crescita va avanti già dal 2019».

Le difficoltà di approvvigionamento non fanno passare l’ottimismo ai manager delle aziende bergamasche più strutturate. «È vero – ammette Masnata – che non abbiamo grandi disponibilità per tutti i modelli, ma riusciamo a fronteggiare le richieste grazie al nostro sistema che combina la produzione industriale con quella su misura per il cliente». «Sono altri i settori industriali oggi in sofferenza – aggiunge Colombelli –: noi registriamo qualche ritardo nelle consegne e abbiamo dovuto rimodulare l’attività tornando a realizzare coperture rigide da 26 pollici per le mountain bike che erano uscite dal nostro ciclo produttivo»». «Tutte le aziende – conclude Bonati – hanno svuotato i magazzini, come mai successo prima. Ora inizia il difficile: i grandi produttori di componenti, superato il collo di bottiglia del calo produttivo generato dalle chiusure, potrebbero dare la precedenza ai grandi marchi internazionali, mandando quindi in difficoltà le aziende piccole come la nostra. Da qui alla prossima primavera saranno mesi delicati».

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