Bianchi, nuova casa dove le biciclette sono «sospese» in aria - Foto e video

L’INAUGURAZIONE. Impianto digitalizzato con bici ad altezza uomo per agevolare il lavoro degli addetti. Grimaldi: tra le prime realtà in linea con l’industria 5.0.

Si definisce «un vero italiano», perché, per quanto di adozione svedese, è pur sempre nato a Taranto, e accompagna il taglio del nastro intonando «’O sole mio». Anche se quando, nel 1997, la sua Cycleurope Ab rileva la Fiv E. Bianchi dalla Piaggio (il presidente era Giovanni Agnelli), «la prima reazione della stampa non è positiva: i titoli dei giornali raccontavano che l’Italia aveva perso un marchio storico». Ma «ben presto capirono che l’azienda era stata salvata». Salvatore Grimaldi, classe 1945, ripete più volte l’aggettivo «orgoglioso» nell’inaugurare il nuovo impianto produttivo - entrato in funzione a settembre dell’anno scorso - dello stabilimento di Treviglio dello storico marchio di biciclette, dove i componenti da assemblare (allo stesso modo degli attrezzi da lavoro) non toccano terra, ma sono «sospesi» nell’aria, su «bilancelle» ad altezza uomo, per agevolare le operazioni e mettere i dipendenti «nelle migliori condizioni di lavoro possibili».

Ciascuna posizione è digitalizzata, eliminando tutte le fasi di movimentazione del materiale. Il sistema digitale di avanzamento della produzione interviene anche in caso l’addetto non si ricordi l’operazione da compiere: un video con tutorial gli sarà d’aiuto. Si tratta di un’unica linea produttiva lunga 1,5 chilometri in uno spazio di 6 mila metri quadrati (11 le fasi), in grado di realizzare un massimo di 500 bici per turno: anche se a oggi il picco massimo è stato di 310, con una media di 240 - tra muscolari ed elettriche - contro le 170 di dicembre. Il tempo di preparare una torta e una bici «Celeste Bianchi» è sfornata: 58 minuti per assemblare una muscolare e 75 una elettrica. Ogni quattro minuti una «due ruote» è pronta per essere imballata. Una fase che al momento è compiuta manualmente, ma che prossimamente potrebbe essere oggetto di un investimento per ammodernarla. La nuova fabbrica, completata in 24 mesi, colloca Bianchi tra «le primissime aziende in Italia allineate agli standard di industria 5.0, grazie all’impiego di soluzioni sostenibili, innovative e all’avanguardia».

«Uno dei siti più avanzati»

«Questa fabbrica rappresenta il meglio dello spirito innovativo di Bianchi - afferma Grimaldi -. Nonostante le sfide che sta affrontando l’industria della bici, lavoriamo in uno degli stabilimenti più avanzati al mondo». Che è anche «un esempio di resilienza, segno dell’enorme fiducia che abbiamo nei nostri collaboratori, nel marchio Bianchi e nei nostri prodotti».

I toni entusiastici propri di un evento inaugurativo sono da inserire in un contesto non facile per il mondo delle «due ruote». A spiegarlo è lo stesso Grimaldi, che ricorda come ci siano aziende del settore che hanno perso anche il 50-60%. «Quest’anno speriamo di fare il 10% in più», passando dal fatturato di 110 milioni del 2023 a 121 milioni. Ancora lontano dagli obiettivi di qualche anno fa, ma del resto con la pandemìa l’acquisto di biciclette era esploso, sostenuto, in Italia, anche dagli incentivi del governo Conte. Dal 4 dicembre è in corso un contratto di solidarietà per i dipendenti (in tutto 200), che ultimamente è utilizzato con basse percentuali di riduzione dell’orario di lavoro.

Treviglio: inaugurata la sede della Bianchi. Video di www.bergamotv.it

Il punto, come afferma il nuovo ceo, Marco Gentili, è che «dappertutto nel mondo c’è un overstock», un eccesso di magazzino da smaltire, con colossi che arrivano anche a 38 mesi. Al momento «si naviga a vista», dice, ma «superato il 2024 ripartiremo con gli investimenti». E finora la cifra stanziata dall’azienda della Bassa si aggira intorno ai 30 milioni. In programma c’è ancora il Museo Bianchi da realizzare e allo studio c’è «un impianto sportivo (là dove era prevista una pista prove, ndr) per i ciclisti e i bambini, un ciclodromo che diventerebbe pubblico», precisa il sindaco di Treviglio, Juri Imeri. La politica «ha supportato l’azienda nella progettualità - rileva l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi- e la Bianchi è un esempio di innovazione e rinnovamento».

Cambio di guardia

Per affrontare le sfide l’azienda, a dicembre, ha nominato Gentili nuovo amministratore delegato. Subentrato a Fabrizio Scalzotto, già da qualche tempo collaborava alla riorganizzazione aziendale. Niente giacca e cravatta, ma in divisa Bianchi, Gentili, nato a Roma nel ’63 (la sua famiglia vive a Stoccolma e lui fa il «pendolare»), vanta una vasta esperienza manageriale sia a livello nazionale che internazionale nel mondo dell’industria.

«Sono orgoglioso di entrare a far parte della famiglia Bianchi in questa fase così significativa - sottolinea Gentili -. Sarà un privilegio guidare questa azienda verso il futuro. La nuova fabbrica rappresenta non solo un simbolo di ispirazione e innovazione, ma ci consentirà di competere ai massimi livelli di mercato grazie all’efficientamento dei processi».

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