Bergamo ha «fame» di ingegneri
Ma anche di docenti e tecnici della salute

Da Camera Orienta lo spaccato delle esigenze per i prossimi anni: specializzazione ormai fondamentale sia ad alto livello che in fabbrica.

Ingegneri, professori e maestri, ma anche tecnici (specie se della salute), artigiani e operai specializzati, oltre che addetti alla segreteria e alla gestione amministrativa e logistica. Queste le professioni più richieste sul territorio orobico nei prossimi anni secondo i dati presentati ieri dall’incontro organizzato dalla Camera di commercio. Durante «Camera Orienta», l’iniziativa per orientare i processi decisionali dei giovani rispetto al mercato del lavoro, gli esperti hanno indicato, alla presenza di centinaia di giovani in collegamento streaming e ai loro insegnanti, le tendenze legate ai prossimi cinque anni. Un periodo contrassegnato dalla crisi dovuta alla pandemia che destabilizzerà alcuni settori anche se, si prevede, non in maniera definitiva.

Eugenio Gotti, vice presidente esecutivo dello studio di consulenza Ptsclas ha spiegato: «C’è una logica di continuità per il medio periodo che non tiene conto dell’effetto Covid e che per la provincia di Bergamo permette di disegnare un andamento che tenderà a confermarsi». Se a livello nazionale, quindi i settori informatica e telecomunicazioni e salute sono le filiere economiche che assorbiranno la maggior parte dei nuovi occupati nei prossimi anni, sul territorio bergamasco il trend vede professioni intellettuali e scientifiche ad alta specializzazione, ma anche tecnici e operai specializzati fra le figure più ricercate. A livello generale, presentando i dati Excelsior, Gotti spiega: «A differenza di quella del 2008, l’attuale crisi generata dalla pandemia è molto più settorializzata e, anche se nel primo periodo vedremo settori come quello del commercio e della ristorazione andare in difficoltà, sul medio periodo, ovvero dal 2021 al 2024 questi settori richiederanno nuovamente operatori. Al contrario i settori già forti in passato, come quello informatico e sanitario continuano la loro accelerazione». Osservando le peculiarità del tessuto occupazionale bergamasco, le richieste variano molto a seconda del titolo di studio.

Le imprese cercano laureati nel settore economico (21,9%), insegnamento e formazione (13%) e ingegneria industriale (11,2%); mentre i diplomati sono richiesti dai settori amministrativo finanza e marketing (19,1%), meccanica, meccatronica ed energia (17,4%) ed elettronico ed elettrotecnico (7,3%). I giovani con una qualifica di formazione professionale, invece, sono appetibili per il settore meccanico (27,5%), della ristorazione (18%) per la quale comunque si prevede una flessione nel breve periodo e una conseguente ripresa, l’elettrico (8,5%) e i servizi di vendita (8,4%).

A caccia di nuove competenze

Oltre ai settori, l’incontro è stato occasione anche per parlare di nuove competenze. Tema su cui si sono espressi sia il presidente della Camera Carlo Mazzoleni, che ha parlato della necessità di incentivare lo sviluppo di una mentalità imprenditoriale, sia il segretario generale Maria Paola Esposito che ha sottolineato la capacità di fare rete sul territorio bergamasco.

Quali siano le nuove competenze è Andrea Granelli, presidente di Kanso ed esperto di innovazione, a spiegarle: «Sono due le competenze principali che è necessario acquisire, indipendentemente dalla professione svolta: da una parte le competenze digitali che hanno la capacità di stravolgere ogni settore con cui entrano a contatto, dall’altra il ritorno alle competenze umanistiche, che preparano le persone al controllo della tecnologia».

È stato presentato, infine, il lavoro svolto di orientamento e formazione da Bergamo sviluppo, azienda speciale della Camera, diretta dal Cristiano Arrigoni, che ne ha sottolineato l’impegno nella proposta di modelli formativi studiati sugli effettivi bisogni delle imprese.

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