Bergamo, fallimento Dentix
«In difficoltà centinaia di clienti»

Dopo il lockdown, le sedi Dentix (dove lavoravano oltre 250 dipendenti) non hanno più riaperto al pubblico.

«Confidiamo che il Tribunale di Milano, attraverso i professionisti nominati, riuscirà a vendere una parte dei 57 centri Dentix Italia attraverso una procedura competitiva. Noi abbiamo segnalato che un interesse da parte del mercato c’è». Le parole sono dell’avvocato Giuseppina Ivone, che insieme al collega Fabrizio Di Marzio, ha assistito Dentix in questi mesi, ma con il fallimento dell’azienda dichiarato dal Tribunale di Milano il 22 ottobre (con sentenza del 30), la palla ora è in mano ai tre curatori Patrizia Pietramale, Simone Allodi e Beatrice Bompieri.

In caso di eventuali cessioni, le risorse ricavate andrebbero a rimpinguare quelle che verranno ripartite tra i creditori dell’azienda. E non sono pochi: i soli clienti che hanno versato anticipi o attivato finanziamenti nella nostra provincia sono qualcosa come «2 mila persone», come spiega Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo. Chi intende insinuarsi nel fallimento per cercare di recuperare quote dei soldi spesi ha tempo fino al 18 gennaio 2021 (l’esame dello stato passivo è fissato per il 17 febbraio).

Busi lo ribadisce più volte: diversi clienti di Dentix - a Bergamo presente in viale Papa Giovanni XXIII - sono rimasti letteralmente senza denti. «Parliamo di situazioni estremamente delicate – racconta Busi - sia dal punto di vista sanitario che economico, perché c’è chi ha pagato anche più di 10 mila euro per un intervento mai completato e, in alcuni casi, nemmeno iniziato». Ecco perché, continua Busi, «abbiamo invitato le finanziarie a farsi carico della situazione con convenzioni per permettere ai clienti di completare le cure senza costi aggiuntivi». Ad esempio, «Cofidis (società specializzata in prestiti personali, ndr) ha inoltrato un piano di intervento presso una struttura Dental Pro di Curno, mentre Deutsche Bank dirotta su Cliniche Gavazzeni e Habilita Poliambulatorio San Marco. Le altre stanno prendendo tempo, fermo restando che spetta al consumatore scegliere il professionista a cui affidarsi». In altri casi, invece, «abbiamo fatto ricorso all’Abf (Arbitro bancario finanziario, ndr) per la risoluzione del contratto di finanziamento, chiedendo la restituzione di quanto versato per inadempienza contrattuale».

Ma come si è arrivati a questa situazione? Dopo il lockdown, le sedi Dentix (dove lavoravano oltre 250 dipendenti) non hanno più riaperto al pubblico. Questo l’iter: prima una richiesta di assegnazione dei termini al Tribunale di Milano - la società ha la sede legale in corso Buenos Aires; amministratore unico lo spagnolo Lorenzo Muriel Angel - per presentare domanda di concordato preventivo o di ristrutturazione del debito. Si è optato per un concordato con riserva e contestualmente per un’istanza di autorizzazione ad una procedura competitiva che è stata, però, rigettata per ben due volte. E infine Dentix ha alzato bandiera bianca, presentando istanza di fallimento in proprio. Questa accolta a fine ottobre.

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