Bergamo, in crescita le imprese di servizi

REGISTRO CAMERALE. In aumento le attività professionali tecniche e scientifiche, finanziarie e assicurative. In frenata le attività di alloggio, ristorazione e trasporto. Sono sempre di più aziende straniere e guidate da donne.

Non si arresta il calo delle imprese iscritte all’anagrafe della Camera di commercio di Bergamo, ma i dati del secondo trimestre 2024 fotografano un andamento più dinamico. Al 30 giugno erano 90.877 le realtà registrate e 82.833 quelle attive, con una perdita di 239 unità rispetto allo stesso periodo del 2023 (-0,3%).

Si conferma, quindi, l’arretramento in atto da due anni, sull’onda di una tendenza di più lungo periodo: a parte il rimbalzo post-pandemia, infatti, è dal 2011 che il numero di imprese attive nella Bergamasca continua a diminuire.

Fra aprile e giugno, però, si sono registrate 1.259 iscrizioni, il 4,7% in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, e 1.172 cessazioni, con un calo del -6,7% su base annua. Questo porta a un saldo positivo di 87 unità, che al netto delle cessazioni d’ufficio sarebbe ancora più alto (+431).

«I dati dell’anagrafe camerale mostrano per il secondo trimestre dell’anno un quadro che testimonia la vivacità del tessuto imprenditoriale bergamasco - commenta il presidente della Camera di commercio, Carlo Mazzoleni -. Il saldo positivo tra nuove aperture e chiusure è particolarmente evidente nel settore dei servizi, come è stato nei due trimestri passati. Proprio in questo settore aumentano anche le consistenze delle imprese attive».

Le novità

Fra le nuove iscritte prevalgono, infatti, le imprese di servizi (438), che riportano un tasso di natalità dell’1,2% rispetto al numero delle registrate. Le 33.471 unità del settore rappresentano il 40,4% del totale delle realtà attive, con un incremento dell’1,6% rispetto a un anno fa, soprattutto grazie all’aumento di attività professionali tecniche e scientifiche, attività finanziarie e assicurative, servizi di informazione e comunicazione, attività artistiche, istruzione, sanità e assistenza sociale, attività di noleggio, agenzie di viaggio e attività immobiliari. Sono in calo, invece, i servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio. «A crescere - sottolinea Mazzoleni - sono soprattutto le attività basate su conoscenza e innovazione, segnale che c’è un aumento della domanda per questa tipologia di servizi».

Al secondo posto si piazza il commercio (17.563 imprese, pari al 21,2%, in calo del 2%), seguito da costruzioni (16.768, il 20,2%, con una perdita dello 0,7%), manifattura (10.126, il 12,2%, con il calo maggiore, pari al -2,3%) e agricoltura (4.809, il 5,8%, -0,3%). Quanto alla forma giuridica, predominano le società di capitali, che crescono dell’1,5%, mentre arretrano imprese individuali e società di persone.

Sono sempre di più le imprese straniere attive, ormai 9.342 (+3,9% su base annua), l’11% del totale, impegnate nella sanità e assistenza sociale (+21,4%), nei servizi di informazione e comunicazione (+19,8%), nelle attività professionali e scientifiche (+15,9%), ma anche nelle costruzioni (+6,1%), nel trasporto e magazzinaggio (+5,4%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (+4,5%).

Il 73,7% delle realtà artigiane è un’impresa individuale, ma sono in crescita le società di capitali (+3,6%), mentre diminuiscono le società di persone (-4,7%), come pure cooperative e consorzi.

In leggero aumento anche le imprese femminili attive (17.355, il 21% del totale, +0,5% su base annua), mentre arretrano quelle giovanili (7.096, l’8,6%, -0,4% rispetto a un anno fa).

Stesse dinamiche si osservano anche per le imprese artigiane. Al 30 giugno quelle registrate erano complessivamente 28.886, di cui 28.831 attive, con un calo di 20 unità (-0,1%) rispetto all’anno scorso. Nel secondo trimestre ci sono state 445 iscrizioni (+5,2% in confronto ad aprile-giugno 2023) e 387 cessazioni (+0,3%), con un saldo complessivo di +58 unità. Anche tra le artigiane la crescita è più significativa nei servizi (+152, pari al +1,8%), lieve nell’agricoltura, mentre flettono manifattura (-2,5%), commercio (-0,7%) e costruzioni (-0,1%).

Il 73,7% delle realtà artigiane è un’impresa individuale, ma sono in crescita le società di capitali (+3,6%), mentre diminuiscono le società di persone (-4,7%), come pure cooperative e consorzi. Quanto alle localizzazioni, sono in totale 107.382, +165 rispetto a un anno fa, con 422.058 addetti (di cui 356.183 dipendenti e 65.875 indipendenti), il 2,5% in più rispetto allo stesso periodo 2023. Gli addetti salgono soprattutto nei servizi (+7.022), molto più distanziati sono costruzioni (+1.785) e commercio (+1.641), mentre il fanalino di coda è la manifattura (+291).

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