Bergamo, cresce il numero di imprese commerciali. In aumento le attività ricettive

I DATI. Dalle 7.077 del 2023 alle 7.413 del 2024. Gandi: «Incremento legato all’attrattività di Bergamo e del territorio».

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A Bergamo cresce il numero di imprese commerciali. Dalle 7.077 del 2023 alle 7.413 del 2024. E il trend si conferma positivo, considerando che nel 2022 erano 6.763.

I dati del commercio a Bergamo

In particolare, crescono le attività ricettive non alberghiere: sono 1.394, quindi 296 in più rispetto al 2023. In leve flessione rispetto alla crescita di 308 unità del 2023 rispetto al 2022. Restano stabili gli esercizi commerciali di vicinato: +4, dai 2.182 del 2023 ai 2.186 del 2024. Crescono anche bar, ristoranti e trattorie, che salgono a 712, segnando un +18 rispetto al 2023. Cresce anche il numero di attività con vendita online, da 586 a 600. Aumentano, inoltre, le agenzie d’affari (+11), gli ambulanti itineranti (+9) e le attività di noleggio senza conducente (+9), parcheggi e rimesse (+3).

Per quanto riguarda le attività in calo, segnano un -24 le attività di commercio su aree pubbliche in sede fissa, passando dalle 397 del 2023 alle 373 del 2024. Calano anche acconciatori (-4), artigiani alimenati (-4), rivendite di giornali e riviste (-3).

«Aumento connesso all’attrattività del territorio»

«I dati evidenziano una crescita complessiva, dato importante per la tenuta del tessuto economico cittadino», spiega il vicesindaco e assessore al commercio Sergio Gandi. «L’aumento riguarda soprattutto le strutture ricettive non alberghiere - continua - strettamente connesso alla capacità di Bergamo e del territorio di rappresentare una meta di grande interesse per italiani e stranieri. Salgono anche le attività di somministrazione e tengono i negozi di vicinato, un connubio importante per la qualità della vita dei cittadini».

«Profonda trasformazione del settore»

«Il numero quantitativo tiene - commenta Nicola Viscardi, direttore del Distretto urbano del commercio di Bergamo - all’interno di esso dobbiamo porre un ragionamento qualitativo e di prospettiva. Dietro a questa numerica c’è infatti una profonda trasformazione del settore che premia lo sviluppo della somministrazione e dei servizi a scapito del commercio al dettaglio e che si dirige sempre più verso una vocazione turistica con i suoi pro e i suoi contro. Mi piacerebbe vedere nei prossimi anni un forte aumento dei negozi di vicinato, poiché una città con una buona rete commerciale è una città che prospera. Penso anche che Regione Lombardia e il Governo debbano finalmente prendere provvedimenti per contrastare le pratiche commerciali sleali che mettono in difficoltà il piccolo commercio, spesso a favore dei grandi brand».

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