Banda ultra larga tra passi avanti e ritardi. Copertura quasi totale in Bergamasca

IL NUOVO CORSO. In Provincia 222 Comuni coinvolti nel progetto che contempla le operazioni del «Piano Bul». Bergamo e Treviglio già a posto con gli operatori privati, mancano ancora all’appello una ventina di realtà.

I lavori sulla banda ultra larga in Italia sono in ritardo, e anche a Bergamo c’è qualche problema. Lo sviluppo delle infrastrutture di connessione, di cui è incaricata Open Fiber, ha richiesto tempi fino a nove volte più lunghi del previsto nella fase di progettazione e doppi rispetto a quanto preventivato nella fase esecutiva. Persino i collaudi hanno richiesto il triplo del tempo inserito a cronoprogramma per essere completati. Questa situazione ha portato la Corte dei Conti a intervenire per imporre a Open Fiber di rispettare il piano di costruzione e messa in opera, comminando penali per 54 milioni di euro (da sommare a quelle per la fase esecutiva, ancora da calcolare).

Il Piano Bul va avanti

Ritardi a parte, i cantieri vanno avanti: l’ultima relazione sullo stato dei lavori del progetto per la Banda ultra larga (Bul, quella da almeno 100 Mbps) parla di 6.574 Comuni in commercializzazione, su un totale di 7.904. Ciò significa che, almeno in questi Comuni, la fibra a 100 Mbps è arrivata, in qualche modo. Tuttavia, nelle relazione non c’è distinzione tra i Comuni a copertura totale e quelli a copertura parziale, né tra quelli coperti da Ftth e Fwa.

E c’è una bella differenza: la connessione Ftth, infatti, porta fisicamente la fibra dentro casa, garantendo velocità maggiori e una stabilità incrementata. Al contrario, la Fwa prevede che la fibra arrivi a una stazione radio, che poi diffonde il segnale tramite onde elettromagnetiche alle case: meno cantieri e più copertura, specie nelle zone isolate, ma la connessione è meno veloce e meno stabile. I Comuni collaudati positivamente - quelli in cui ci sono già delle opzioni commerciali di OpenFiber, Ftth o Fwa che siano - sono 4.522, mentre i cantieri ancora aperti sono più di diecimila.

2,6 miliardi di euro per la banda ultra larga

Lo stanziamento complessivo è imponente: più di 2,6 miliardi di euro, ad oggi. Per i restanti 1.330 municipi, le possibilità sono due: l’intervento dei privati (che è già avvenuto soprattutto nelle grandi città); oppure il nulla.

In Bergamasca, i Comuni censiti dalla relazione sullo stato dei lavori per la Bul sono 222, 21 in meno del totale provinciale: all’appello mancano Almenno San Salvatore, Bonate Sotto, Bergamo, Boltiere, Capizzone, Carvico, Casazza, Lallio, Orio al Serio, Pradalunga, Roncola, Rota Imagna, San Giovanni Bianco, San Pellegrino Terme, Strozza, Valbondione, Valbrembo, Valgoglio, Valleve, Vedeseta e Verdellino. Ciò significa che questi paesi non sono coperti dalla Ftth o dalla Fwa di Infratel o di OpenFiber.

In realtà, dall’ultima mappa interattiva di Infratel, pubblicata a luglio, Comuni come Bonate Sotto, Carvico e Lallio rientrano in realtà nell’area di una concessione Fwa non ancora implementata. Bergamo e Treviglio sono assenti dalla mappa, ma solo perché nei centri maggiori sono stati gli operatori privati a portare la Bul, senza aspettare OpenFiber, ritenendo che la quantità di contratti per le utenze sarebbe stata sufficiente a giustificare gli investimenti. D’altro canto, OpenFiber e Infratel operano soprattutto nelle cosiddette aree «bianche» - quelle a fallimento di mercato, dove gli operatori privati non hanno interesse a intervenire - e nelle aree «grigie» e «nere», dove la concorrenza c’è, ma l’intervento di un operatore sostenuto dallo Stato potrebbe garantire un netto miglioramento della velocità della rete.

Sfida dell’ultimo chilometro

Incrociando i dati della relazione Bul di fine 2024 a quelli della mappa di Infratel e OpenFiber, emerge dunque che la Bergamasca è coperta in maniera quasi totale dalle reti Ftth o Fwa, fatta eccezione per le aree montane del Parco delle Orobie. La vera questione, però, riguarda il numero di abitazioni realmente raggiunto dalla rete ultra-veloce. Che per il momento resta basso: in Lombardia, il totale delle unità immobiliare per cui è prevista la copertura è di 1.265.984, ma di queste solo 752.642 sono state collaudate, quindi una percentuale in Lombardia del 59.5%. A livello nazionale, la copertura stimata è di 15,5 milioni di abitazioni contro un totale di 35,6 milioni. Il problema, dunque, riguarda gli ultimi metri. Anche in Bergamasca, la copertura Bul è variabile: paesi come Ponteranica e Gorlago, con oltre 5.000 abitanti, hanno solo un paio di contratti attivi.

Satellitare soluzione che integra

Una soluzione può arrivare dalle reti internet satellitari, a partire da Starlink: lo scorso 9 gennaio, Regione Lombardia ha aperto il bando per la sperimentazione degli apparati per la connessione satellitare nell’ambito della nuova Strategia Nazionale per la Bul 2023-2025. Bando che ha messo in allarme gli operatori del servizio via terra: il sottosegretario all’Innovazione tecnologica e transizione digitale Alessio Butti ha però confermato al nostro giornale che «ereditando pesanti ritardi dai precedenti esecutivi, vogliamo fare tutto il possibile per recuperare terreno» e che «il satellitare verrà utilizzato per il collegamento delle reti locali in aree remote e isolate a quella primaria». Così, le connessioni via satellite potrebbero risolvere il problema del collegamento casa-pozzetto, specie in aree dove la posa di cavi fisici è costosa o complicata dalla conformazione territoriale, senza sovrapporsi troppo agli interessi degli operatori tradizionali.

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