Aziende insolventi in calo, Bergamo in controtendenza

L’ANALISI. Rispetto al dato nazionale. Domande e concessioni sono in aumento fino al 28%. Tasso di deterioramento inferiore al dato Bankitalia.

Tornano a crescere le insolvenze sui debiti delle imprese, ma Bergamo è in controtendenza rispetto al resto del Paese. Un dato rassicurante, perché vuol dire che per le aziende del territorio è minore il rischio di finire nelle maglie dell’usura. Secondo un’indagine della Cgia di Mestre, al 30 giugno le attività orobiche segnalate alla Centrale rischi della Banca d’Italia perché non riescono più a restituire i prestiti sono calate da 1.665 a 1.535 (meno 7,8%) e rappresentano l’1,3% del totale nazionale.

La classifica: Bergamo è sesta

In termini di miglioramento, Bergamo è al sesto posto in Italia e al terzo in Lombardia dopo Lodi, dove le imprese a rischio sono scese del 10,5%, e Sondrio, addirittura in testa alla classifica nazionale con un arretramento delle insolvenze del 17,9%. Nel resto d’Italia, invece, le aziende in difficoltà sono aumentate di oltre 2.600 unità (più 2,3%).

Secondo un’indagine della Cgia di Mestre, al 30 giugno le attività orobiche segnalate alla Centrale rischi della Banca d’Italia perché non riescono più a restituire i prestiti sono calate da 1.665 a 1.535 (meno 7,8%) e rappresentano l’1,3% del totale nazionale

Anche secondo i dati di Confidi Systema! la nostra provincia, prima piazza con i suoi 15.446 soci (16,8% del totale del consorzio), si conferma in controtendenza rispetto al quadro generale del credito alle imprese. Per quanto riguarda i flussi, nei primi nove mesi 2024 Confidi Systema! ha registrato una crescita della domanda del 28% e un aumento delle concessioni del 26% in confronto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, contro un più 9,6% e un più 3,2% rispettivamente nell’intera Lombardia.

In controtendenza, sempre secondo Confidi Systema!, l’andamento del tasso di deterioramento dei prestiti per le imprese lombarde, che a settembre 2024 è calato di 0,6 punti rispetto ai primi nove mesi del 2023. In particolare, sulla piazza di Bergamo il tasso di deterioramento si attesta all’1,47%, mediamente inferiore rispetto al dato complessivo rilevato dalla Banca d’Italia.

«Siamo in chiusura di un esercizio importante per il credito alle imprese - sottolinea Andrea Bianchi, direttore generale di Confidi Systema! -. Il maggior presidio sul territorio, l’offerta consulenziale più ampia e continuativa uniti alla fine delle misure emergenziali e alla riforma del Fondo di garanzia avviata ad inizio anno ci hanno permesso di affiancare con nuova liquidità le imprese impegnate nella ripresa dei propri piani aziendali. Auspichiamo che la complementarietà tra garanzia privata e garanzia pubblica sia un valore consolidato anche per l’annualità 2025».

Diverso il quadro regionale, secondo l’aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia: a giugno il tasso di deterioramento regionale è, infatti, salito all’1,8% (pari a 2,2 miliardi di euro), mentre era l’1,3% nel 2023 (1,4 miliardi sia nel primo sia nel secondo semestre). «Un primo segnale che non è detto che porti a un ulteriore deterioramento, ma coerente con un quadro congiunturale di forte rallentamento», spiega Paola Rossi, responsabile della divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede di Milano di Banca d’Italia.

L’analisi del profitto

Da sottolineare che i profitti delle imprese lombarde si sono mantenuti elevati: secondo l’indagine della Banca d’Italia, quasi l’80% delle aziende prevede di chiudere in utile l’esercizio 2024 e la quasi totalità delle aziende ha valutato le proprie disponibilità liquide sufficienti per fronteggiare le necessità operative e il rimborso delle rate dei finanziamenti.

Il livello dei prestiti

I prestiti alle imprese, però, hanno continuato a diminuire: il flusso netto dei finanziamenti ha registrato una contrazione dell’1,5% tra settembre 2023 e lo stesso mese 2024, con variazioni «coerenti con gli andamenti settoriali» dell’attività produttiva, con riduzioni per il comparto manifatturiero e quello delle costruzioni e aumenti per le imprese dei servizi. Sicuramente a livello nazionale la domanda di finanziamenti si è indebolita anche per via dei tassi d’interesse ancora alti per tutta la prima metà del 2024 e per il clima di incertezza globale che ha portato le imprese a scegliere la linea attendista sugli investimenti.

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