Auto: la riscoperta dell’usato sicuro, elettriche al palo - Il report

IMMATRICOLAZIONI. A luglio in Bergamasca le vendite cresciute del 19,25% contro l’8,8% a livello nazionale. «In aumento le quote di mercato dei marchi cinesi».

Prosegue il trend positivo delle immatricolazioni di auto nella Bergamasca: anche a luglio segno più, con un incremento del 19,2% sullo stesso mese dell’anno scorso. La Fiat Panda è tornata ad essere regina del mercato, mentre l’usato continua ad essere l’ancora di salvezza per chi non può permettersi di comprare un’auto nuova.

Il mercato dell’auto in Italia ha registrato invece a luglio un incremento del solo 8,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, archiviando il dodicesimo segno positivo consecutivo, ma con un tasso di crescita in rallentamento. La marcia per il recupero dei volumi persi durante la crisi pandemica è però ancora lunga: in confronto a luglio 2019 le immatricolazioni attuali sono sotto del 22,3%. Nel secondo semestre il rallentamento della crescita dovrebbe proseguire, anche perché lo stesso periodo 2022 fu caratterizzato da una progressiva e sostenuta accelerazione. Secondo le stime dell’Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) il 2023 dovrebbe chiudere con 1,5 milioni di immatricolazioni, anche in virtù del recupero degli ordini dello scorso anno rimasti inevasi: una crescita del 13,9% sul 2022, ma ancora un gap del 21,7% rispetto al 2019.

«Ora le auto ci sono anche in pronta consegna – dice Paolo Ghinzani, presidente del gruppo Concessionari Ascom Bergamo e direttore di Ghinzani Group – e questo ha determinato i risultati del mercato. C’è sempre comunque una buona percentuale di vetture a km zero (le autoimmatricolazioni effettuate dalle Concessionarie per rispettare il raggiungimento del budget fissato dalle Case costruttrici e poi immesse sul mercato dell’usato, ndr). Le elettriche purtroppo non decollano». A luglio, le vetture totalmente a corrente hanno perso il 3,3% sullo stesso mese del 2022: solo 58 le nuove targate. Sono andate meglio le ibride (+20,7%) ed exploit delle ibride plug-in (quelle con ricarica a spina, +60,5%).

«A parte il prezzo, ancora caro – prosegue Ghinzani – anche se il divario rispetto alle termiche si è ridotto dal +50% al +20% circa, i problemi delle vetture elettriche sono legati alle autonomie ancora basse, alle infrastrutture di ricarica ancora scarse e al prezzo dell’energia, che costa sempre di più, specialmente se si vuole fare le cariche veloci. Le Case automobilistiche hanno investito molto sull’elettrico, ma c’è anche chi sta spingendo verso altre energie pulite, che possono essere alternative all’elettrico senza inquinare».

Nonostante l’incremento delle immatricolazioni, tra «i concessionari di soddisfazione ce n’è gran poca – conclude Ghinzani - perché ci sono altri problemi, a livello logistico, e con gli obiettivi da raggiungere, che costringono i rivenditori alle autoimmatricolazioni (che contano per il 20% e oltre delle targature). Senza contare il rischio Cina: sono cominciate ad arrivare le auto del Paese asiatico e alcuni marchi stanno aumentando le quote di mercato con modelli che costano poco».

Fenomeno confermato anche da Loreno Epis, presidente della categoria Autosalonisti di Ascom Bergamo e titolare dell’omonima rivendita di auto di Scanzorosciate: «Sono ancora tantissime le Km zero – dice – e poi c’è da sottolineare la curiosa situazione di tanti incentivi prenotati e poi annullati, perché cliente non acquista più l’auto. Vuol dire che chi voleva comprarla ora non ha più il denaro e rinuncia all’acquisto. Per cui gli incentivi prenotati vengono annullati e rimessi nel catino degli incentivi. Con il plafond che invece di diminuire aumenta».

Sul fronte dell’usato «siamo 3 auto vendute ogni auto nuova immatricolata – precisa Epis – e sono aumentate le vendite anche delle vetture con più di 10 anni di anzianità. Si cercano macchine da spendere meno, sotto i 10mila euro, alimentate più a benzina che diesel. Tanti segnali che indicano l’usato come il serbatoio di chi non può permettersi l’auto nuova. È lo specchio della nostra economia».

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