Assunzioni in crescita, ma non in tutti i settori: preoccupa l’industria

REPORT PROVINCIA. Pesa il fattore Germania: -10% assunti nel primo semestre. Ok commercio, servizi e costruzioni. I sindacati: «È in atto la terziarizzazione dell’economia».

Assunzioni ancora in positivo nel primo semestre 2024 in Bergamasca per il terzo anno consecutivo, anche se in flessione rispetto al recente passato, con un calo preoccupante soprattutto per l’industria.

Il primo timestre

Secondo l’Osservatorio del mercato del lavoro provinciale infatti, nel periodo sono state 66.581 assunzioni e 59.942 cessazioni di contratti di lavoro dipendente. Rispetto all’anno precedente, le nuove assunzioni hanno subito una leggera flessione (-1,8%), mentre le cessazioni sono rimaste pressoché stabili (-0,5%). Il saldo assunzioni-cessazioni resta comunque positivo, con 6.639 posizioni, un migliaio in meno rispetto al primo semestre 2023,evidenziando un progressivo, seppur lento, rallentamento della crescita occupazionale in corso ormai da tre anni.

Il secondo trimestre

Il secondo trimestre è andato complessivamente meglio del primo trimestre, con un incremento sia delle assunzioni che del saldo, in particolare ad aprile.

I saldi occupazionali semestrali restano comunque positivi in tutti i settori, sebbene nell’industria (+1.562) si sia registrato un calo rispetto alla prima metà del 2023

Una tendenza è la divergenza più ampia tra gli andamenti dei macrosettori. Le assunzioni nell’industria, come detto, subiscono una contrazione significativa (20.536, -10,4%), dato che nel medio termine preoccupa, mentre continuano a crescere le costruzioni (7.689, +2,5%) e il commercio e servizi (38.356, +2,6%).

L’occupazione resta positiva

I saldi occupazionali semestrali restano comunque positivi in tutti i settori, sebbene nell’industria (+1.562) si sia registrato un calo rispetto alla prima metà del 2023. Al contrario, i risultati delle costruzioni (+1.051) e del commercio e servizi (+4.026) restano stabili come lo scorso anno.

Se poi si considera il saldo occupazionale annualizzato (giugno 2024 rispetto a giugno 2023) per l’industria è negativo (-574), con una contrazione più marcata nella manifattura (-702) che risente, a Bergamo come in Lombardia, di prospettive incerte derivanti dalla debolezza della domanda mondiale e dal rallentamento dell’industria tedesca, soprattutto nelle filiere del metallo, macchinari,trasporto e gomma-plastica.

Edilizia bene anche senza bonus

Risulta invece ancora in crescita l’occupazione nell’edilizia con un migliaio di posizioni in più in confronto a un anno fa (+1.144). La riduzione degli incentivi del Superbonus è stata infatti in parte compensata dagli investimenti finanziati dal Pnrr che hanno contribuito alla crescita dei lavori di costruzione specializzati e di ingegneria civile. Nel terziario si concentra il contributo più rilevante alla variazione positiva di dipendenti (+5.105), con un rafforzamento nel secondo trimestre.

Ancora tante dimissioni volontarie

Nelle tipologie contrattuali, diminuiscono le assunzioni sia a tempo indeterminato (15.453, -2,4%) che a tempo determinato (30.923, -2,2%), mentre, le dimissioni volontarie, seppur in calo (-4,5%) restano ancora molto elevate (21.948; erano 22.984 nel I semestre 2023) specie nella ristorazione (+ 29,6%).

Sul fronte sindacale, il giudizio è in chiaroscuro: «Difficile trarre conclusioni da un panorama così diversificato, in cui si amplia la forbice tra settore e settore - spiega Orazio Amboni dell’Ufficio Studi Cgil -. Siamo di fronte ad una accelerazione del processo di terziarizzazione dell’economia bergamasca, per molti decenni incentrata sull’industria». Un cambiamento che, secondo Amboni, «richiederà interventi su molti fronti, dall’urbanistica ai trasporti, dall’istruzione professionale, superiore e universitaria ad una forte valorizzazione dei patrimoni naturali, culturali e artistici».

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