Economia
Domenica 29 Dicembre 2024
Anno d’oro in Borsa per i titoli bancari: da gennaio + 55%
I DATI. In Borsa da inizio anno l’indice del settore del credito è infatti salito del 55% contro il 12% complessivo di Piazza Affari.
La partita a scacchi per il consolidamento delle banche italiane è iniziata e per ora fa bene a tutti. In Borsa da inizio anno l’indice del settore del credito è infatti salito del 55% contro il 12% complessivo di Piazza Affari. Con il listino milanese che in generale non è affatto andato male: non ha ripetuto i fasi del 2023, ma comunque è terzo in Europa dietro a Francoforte (+19%) e a quello di Madrid, salito del 14%.
Boom a due cifre
E che siano state le banche nel 2024 a trainare la Borsa italiana non è in discussione: Mps è salita nell’anno di oltre il 110% e anche Unipol, che controlla Bper (+98%), ha più che raddoppiato il suo valore. Possono essere considerati casi a parte, con il Monte in rialzo perché risanato e che resta in primo piano per creare il cosiddetto ’terzi polò, mentre Unipol è stata spinta anche dalla fusione con UnipolSai. Il Banco Bpm è comunque cresciuto del 60%, Unicredit di oltre il 50%, il titolo della stessa Intesa Sanpaolo, al momento fuori dai giochi del settore, è aumentato del 44%. Certo hanno aiutato i tassi assai elevati specie di inizio anno, oltre all’impatto trascurabile sui conti delle banche delle extra imposte varate dal governo. Ma la dinamica è chiara e fa riferimento soprattutto al consolidamento che, dopo tanta attesa, appare finalmente in atto.
Operatori e analisti si aspettano quindi che il trend rialzista non si fermi, anche perché nell’anno che sta per concludersi le banche europee hanno attirato il maggior numero di fusioni e acquisizioni dal 2020, in una raffica di accordi che ha sfiorato il valore complessivo dei 40 miliardi
Da fine novembre, cioè da quando Unicredit ha lanciato la proposta di ’take over’ sul Banco Bpm, il titolo del gruppo è salito del 7%, nonostante il mercato si aspetti un cospicuo rilancio rispetto alla prima offerta da 10 miliardi. Da quel momento Intesa è cresciuta dell’8% e il Bpm del 13% a 7,8 euro, nettamente sopra i teorici 6,5 euro che corrispondo al valore dell’attuale offerta Unicredit. Quella di Orcel è una mossa che può frenare la costituzione del ’terzo polò attorno al Banco Bpm ma è chiaro che la partita non si è conclusa. E anzi incalza, anche guardando i tempi molto rapidi per la nomina dei nuovi consiglieri di Mps al posto dei dimissionari del Tesoro, con tutti i nuovi soci (Caltagirone, Anima e Delfin) ora rappresentati.
La partita di Siena
Operatori e analisti si aspettano quindi che il trend rialzista non si fermi, anche perché nell’anno che sta per concludersi le banche europee hanno attirato il maggior numero di fusioni e acquisizioni dal 2020, in una raffica di accordi che ha sfiorato il valore complessivo dei 40 miliardi. Lo evidenzia un’analisi di Bloomberg, che disegna il 2025 come un altro anno forte per il Mergers and acquisitions nel credito. Anche perché in Europa le valutazioni sarebbero a sconto del 40% rispetto a titoli simili quotati negli Stati Uniti. E proprio le banche europee, secondo un report di Barclays, saranno «attraenti per tutto il 2025 nonostante l’attuale difficile contesto» internazionale. Anche perché, i prezzi di Borsa ancora «non riflettono il miglioramento strutturale del comparto».
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