Amazon di Cividate, proclamato uno sciopero per mercoledì 17 luglio. L’azienda: «Noi in regola»

LA DECISIONE. Assemblea svolta all’aperto, ora lo stop. La dichiarazione della Filt-Cigl: «Chiediamo un confronto sulle numerose criticità riscontrate».

I lavoratori del magazzino Amazon di Civadate hanno proclamato uno sciopero di ventiquattro ore, che scatterà alle 6 del mattino di mercoledì 17 luglio. Questo perché la prima delle tre assemblee previste per oggi si è dovuta tenere all’aperto, «per l’indisponibilità - si legge nel comunicato Filt-Cigl - della direzione di fornire uno spazio adeguato e per il chiaro tentativo di impedirne lo svolgimento».

«I manager della direzione operativa hanno minacciato i lavoratori ipotizzando lettere di richiamo e sanzioni disciplinari per chi avesse partecipato all’assemblea. Così ci hanno riferito i presenti», ha dichiarato Pierluigi Costelli della segreteria provinciale della Filt-Cgil di Bergamo. «L’azienda ha tentato di ostacolare lo svolgimento delle assemblee, ma non ci è riuscita, e domani sarà sciopero per l’intera giornata. Torniamo a chiedere che si apra un confronto sulle numerose criticità riscontrate nel magazzino, sulle quali da mesi chiediamo spiegazioni, invano».

Leggi anche

La direzione, in una pec inviata al sindacato, spiegava di non poter «riscontrare positivamente la vostra comunicazione (di tenere un’assemblea, ndr) per esigenze produttive derivanti dall’aumento di volumi che si attesterà nella settimana dal 14 al 20 luglio (…) a seguito della campagna sconti “prime days”».

Un nuovo scontro dopo l’avvio dello stato di agitazione, a seguito della denuncia da parte della Filt-Cigl di criticità legate al controllo che Amazon eserciterebbe sui lavoratori, attraverso telecamere e sistemi di login, non conformi alle regolamentazioni previste dall’Ispettorato del Lavoro.

«A Cividate lavorano oltre mille persone - scrive la Filt-Cigl - più molte con contratto di somministrazione. Dai messaggi analizzati dal sindacato risulta chiaro che viene esercitato un controllo a distanza individuale tramite login. Eppure questa pratica è in chiaro contrasto con la ratio di quanto previsto dall’Ispettorato del Lavoro (Itl) che, proprio in occasione della richiesta di autorizzazione obbligatoria, presentata da Amazon, di poter installare il sistema “Nike”, in data 30 luglio 2021 specificava: “Il sistema non potrà memorizzare, se non in formato cumulativo ed in ogni caso non riconducibile ad ogni singolo lavoratore, il tempo di stoccaggio e/o il tempo di prelievo di ciascun bene, evitando in tal modo, per ciascun singolo operatore, che si possa ricavare il tempo medio di impegno per ciascuna operazione di stoccaggio e/o prelievo della merce”.

Il controllo non finisce qui: nel sito di Cividate sono attive 46 telecamere esterne e 437 telecamere interne. In uno scatto ottenuto dalla Filt dall’interno del magazzino in cui si vede la sala monitor, si osserva chiaramente come una delle telecamere interne sia puntata direttamente su due lavoratori all’opera.

Eppure, a seguito della richiesta di un’altra autorizzazione presentata da Amazon nel 2021, quella per l’installazione di un impianto di videosorveglianza, in data 4 giugno l’ITL specificava: “L’impianto, che registrerà solo le immagini indispensabili, sarà costituito di telecamere orientate verso le aree maggiormente esposte ai rischi di furto e danneggiamento (limitando l’angolo delle riprese ed evitando, quando non indispensabili, immagini dettagliate). L’eventuale ripresa dei lavoratori avverrà esclusivamente in via incidentale e con criteri di occasionalità”».

La replica dell’azienda

La replica di Amazon non si fa attendere: «Ciò che dichiara Filt-Cgil non corrisponde a verità: non c’è alcuna volontà di impedire lo svolgimento dell’assemblea. In Amazon rispettiamo l’esercizio dei diritti sindacali da parte dei lavoratori e da parte delle rappresentanze, mantenendo altresì un dialogo assiduo e regolare con le organizzazioni sindacali. Già dalla scorsa settimana abbiamo richiesto alla Filt-Cgil di rinviare alla prossima settimana l’assembla indetta per oggi. Di fatto l’unica ragione è la concomitanza con la settimana del Prime Day, la cui data era stata già comunicata il 22 maggio nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali svoltosi presso il centro di distribuzione di Cividate al Piano».

L’azienda ritiene poi opportune alcune precisazioni rispetto alle accuse dei sindacati: «Siamo orgogliosi delle condizioni di lavoro che offriamo nei nostri magazzini e manteniamo un dialogo aperto con le organizzazioni sindacali stipulanti il Ccnl applicato, per raccogliere per il loro tramite le istanze dei lavoratori e migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro. Amazon non supporta la creazione di alcuna classifica tra i dipendenti in base alla velocità. Non generiamo classifiche dei lavoratori come peraltro si evince anche dalla dichiarazione Cgil, che parla appunto di messaggi. Gli strumenti di gestione della produzione e organizzazione del lavoro presenti nel sito di Cividate al Piano sono stati autorizzati dall’Ispettorato del Lavoro, in quanto necessari per gestire l’operatività del sito, e vengono utilizzati nel pieno rispetto di tali autorizzazioni. Qualsiasi dato generato in questo processo viene utilizzato per garantire che ogni dipendente possa svolgere il proprio lavoro e che i nostri clienti ricevano consegne precise e puntuali.

I sistemi in uso, tra cui “Nike”, sono oggetto di autorizzazione e consentono di verificare, come da autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro: “i bilanciamenti e i rispettivi flussi delle singole stazioni di lavoro in funzione dei tempi di produzione delle linee”. Amazon è un’azienda e come tutte le aziende di produzione, e di logistica in particolare, si basa sui dati: è uno dei modi principali in cui ci assicuriamo di fornire un servizio eccellente ai nostri clienti, garantendo che ogni dipendente possa svolgere il proprio lavoro al meglio. Come la maggior parte delle aziende, abbiamo determinate aspettative riguardo alle prestazioni dei collaboratori e queste aspettative sono perseguite fissando obiettivi di produttività in modo oggettivo.

Tutte le telecamere presenti nel magazzino di Cividate sono state approvate dall’ispettorato territoriale di Bergamo. Quanto dichiarato da Filt-Cgil è una ricostruzione non corrispondente al vero. Ciò che si vede nella fotografia pubblicata è l’immagine di una telecamera di sicurezza che inquadra un nastro trasportatore sul quale due lavoratori del team di manutenzione stanno effettuando un intervento. I manutentori sono in contatto con altri colleghi per un supporto da remoto.

Il magazzino di Cividate ha una superficie di oltre 180mila mq, le 437 telecamere interne coprono le aree a maggiore rischio di furti o danneggiamenti, cioè aree in cui vengono stoccati e movimentati i prodotti. L’impianto di videosorveglianza è installato nel sito di Cividate su autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del lavoro. L’utilizzo del sistema è in linea con le previsioni dell’autorizzazione in vigore, la cui finalità è limitata alla protezione degli asset.

Le attività vengono assegnate ai lavoratori sulla base di un sistema di rotazione delle mansioni che tiene in considerazione l’esperienza lavorativa, le abilitazioni ottenute e le attività svolte in un determinato arco di tempo, al fine di bilanciare al meglio i carichi di lavoro.

All’uscita dei nostri magazzini sono previsti controlli a tutela dei prodotti custoditi all’interno mediante metal detector, come avviene nella maggior parte degli esercizi commerciali. I controlli vengono effettuati esclusivamente sugli oggetti, non viene effettuata alcun tipo di perquisizione personale. Inoltre Amazon comunica ai propri dipendenti regole e raccomandazioni circa gli oggetti che è consentito portare all’interno del magazzino; per i lavoratori che rispettano tali regole, i controlli in uscita non superano in totale il tempo massimo di un minuto», conclude l’azienda.

© RIPRODUZIONE RISERVATA