Agricoltori, la protesta arriva anche a Bergamo: 30 trattori a Cologno - Video
IL BLOCCO STRADALE. Partita da Francia e Germania contro le politiche agricole dell’Europa, si sta estendendo anche all’Italia. Martedì 30 gennaio un sit-in con i trattori a Cologno al Serio sulla Francesca.
Sono circa una trentina i trattori giunti nella mattinata di martedì 30 gennaio a Cologno per il sit-in di protesta indetto dal «Coordinamento nazionale Riscatto agricolo» che punta a garantire un futuro all’agricoltura e al made in Italy. L’obiettivo è sensibilizzare i governi su alcune tematiche, dagli sgravi sul gasolio agricolo alla nuova Pac, dalla carne coltivata al rischio di svendita dei terreni, fino al divieto della monosuccessione che obbligherebbe, secondo i promotori, ad abbandonare molte colture.
Gli agricoltori hanno parcheggiato i trattori di fronte alle piscine mai ultimate di Cologno ai bordi della strada Francesca e resteranno lì almeno fino a mercoledì .
«Contiamo tantissimi giovani e chiediamo attenzione da parte delle istituzioni - dice Alessandra Oldoni, tra gli organizzatori della manifestazione -. Il settore primario è la punta dell’iceberg che genera un indotto enorme per tantissime attività, dai mangimifici ai caseifici e abbiamo il dovere di tutelare tutti i lavoratori».
L’appoggio delle associazioni di categoria
Anche le associazioni di categoria si schierano al fianco degli operatori che, come ricorda Renato Giavazzi, presidente di Confagricoltura Bergamo, «garantiscono approvvigionamenti e sicurezza alimentare. Esprimiamo vicinanza al Deutscher Bauernverband, il sindacato agricolo tedesco, che da dicembre sta protestando contro i tagli alle agevolazioni per il gasolio agricolo, che metterebbero a repentaglio la competitività e l’esistenza degli agricoltori e delle imprese di trasporto, con un danno per tutti i consumatori e pesanti ripercussioni sul carrello della spesa. Stiamo attraversando una fase complessa e di forte scontento, per l’aumento dei costi di produzione che ci rendono meno competitivi – prosegue Giavazzi -. Le nostre aziende vogliono preservare gli alti standard di qualità che hanno reso il made in Italy celebre nel mondo, ma le politiche imposte da Bruxelles penalizzano fortemente il settore primario e anche noi stiamo valutando mobilitazioni per richiamare l’attenzione delle istituzioni».
Gabriele Borella, presidente di Coldiretti Bergamo, fa notare come «dobbiamo trasformare le proteste in proposte concrete, come abbiamo fatto sulla carne sintetica. In qualità di prima organizzazione agricola, b, contro le politiche esasperatamente green dell’Europa. Siamo stati gli unici a protestare contro le politiche folli dell’ex Commissario Timmermans e l’Italia, grazie alla spinta di Coldiretti, ha vietato per legge la produzione, la commercializzazione e l’uso dei prodotti sintetici – prosegue Borella -. L’obiettivo è fornire risposte alle nostre imprese: abbiamo difeso i piccoli allevamenti, così come l’uso dei fitofarmaci, pur sostenendo la ricerca per agrofarmaci più sostenibili; siamo intervenuti sulla normativa imballaggi, così come sulla questione della monosuccessione. Ora dobbiamo migliorare la politica agricola comunitaria, nell’interesse delle nostre imprese, migliorando l’accesso al credito e risolvendo i problemi alla fauna selvatica. Occorre infine dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi, i cui prodotti devono rispettare gli stessi standard ambientali, sanitari e lavorativi previsti in Italia»
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