Addio al posto fisso. Le storie di chi ha fatto il «salto» con coraggio e tenacia

Storie vincenti. Dalla coltivazione con tecnica idroponica al rilancio del maglificio di famiglia con il web marketing.

Lasciare il proprio lavoro alla soglia dei trent’ anni per lanciarsi nella coltivazione di piccoli frutti in serra idroponica e investire denaro e tempo in una scommessa. È questa la scelta compiuta nel 2019 da Lucrezia Biava e la sua socia che, per inseguire una passione, hanno lasciato certezze, rimettendosi a studiare una tecnica innovativa e complessa di coltivazione e dedicandosi a una particolarità agricola, fondando l’azienda «L’Acqua viva» a Zanica.

Una storia di coraggio decisionale condivisa con altri cinque giovani imprenditori che hanno intrapreso lo stesso percorso: lasciare il classico «tempo indeterminato» per inseguire un’intuizione o, semplicemente, l’idea di quello che potrebbe essere una vita lavorativa differente. Il tema, in questo periodo, è centrale per la vita di molti giovani professionisti, ma non sempre la scelta di staccarsi dal proprio ambiente di lavoro corrisponde a un effettivo salto verso il mondo dell’imprenditoria.

Ecco perché gli esempi portati da Bergamo Sviluppo, azienda speciale della Camera di Commercio di Bergamo, all’attenzione ai giovani che hanno partecipato all’ultimo incontro del Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile, ha il valore aggiunto della costruzione di un obiettivo professionalizzante. «Abbiamo voluti portare all’attenzione storie vincenti per dimostrare che la possibilità di dare fora al proprio sogn esiste, servono coraggio, passione e tenacia per centrare l’obiettivo prefissato» sottolinea Silvia Campana, di Bergamo Sviluppo.

Pur condividendo la giovane età gli imprenditori «coraggiosi» provengono da mondi molto diversi. Angelica Oprandi, per esempio, è tornata all’interno dell’azienda di famiglia, la maglieria De Mori di Songavazzo, dopo un’esperienza a Milano e con la convinzione di non voler proseguire nella strada tracciata da madre e nonna, ma di voler creare con la sorella una propria linea. L’esperienza nel web marketing ha permesso alle due sorelle di diffondere i prodotti della collezione Mirella De Mori prima all’estero che in Italia, partendo dalla Russia e dai Paesi dell’Est, aprendo poi nuovi mercati durante la pandemia.

Ancora più lontana, invece, è la scelta di Gabriele Fontana, titolare del birrificio agricolo Pagus di Rogno che, sette anni fa, provenendo da studi in ragioneria, si è dedicato totalmente all’avvio di un’azienda agricola in cui coltivare tutte le materie prime necessarie alla produzione di birra, raggiungendo una produzione di duemila litri a settimana. Altri esempi portati all’attenzione dei giovani studenti sono stati quelli di Lucia Giupponi fondatrice di TrentuNodi che ha creato una palestra in cui approfondire la psicomotricità e lo yoga sulle amache antigravity, oppure quello dell’Angolo delle stelle di Treviolo, un centro olistico aperto da Elena Conti. L’ultima sfida lanciata, invece, è quella della GreenMod di Domenico Gaeni. Nata a febbraio 2022 e incubata al Point Dalmine, la startup si sta dedicando alla creazione dell’app «Alfredo», pensata come un vero e proprio assistente alla domotica, in grado di controllare ogni oggetto «intelligente» della casa.

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