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Eco.Bergamo / Bergamo Città
Venerdì 07 Febbraio 2025
«Troppi nitrati dagli allevamenti». «No, è un problema di calcolo»
ALLEVAMENTI. «Troppi nitrati: dimezzate gli allevamenti». Così recitava il titolo di un articolo relativo alla provincia pubblicato da L’Eco di Bergamo nel 2007. Dopo quasi vent’anni, il problema resta più che mai attuale e al centro del dibattito. La Direttiva Nitrati (91/676/CEE) stabilisce limiti di azoto da non superare affinché non si inquinino suolo e acqua.
«Troppi nitrati: dimezzate gli allevamenti». Così recitava il titolo di un articolo relativo alla provincia pubblicato da L’Eco di Bergamo nel 2007. Dopo quasi vent’anni, il problema resta più che mai attuale e al centro del dibattito. La Direttiva Nitrati (91/676/CEE) stabilisce limiti di azoto da non superare affinché non si inquinino suolo e acqua. Se ne parla nel servizio di otto pagine di eco.bergamo, il supplemento di ambiente, ecologia, green economy, in edicola domenica 9 febbraio gratis con L’Eco di Bergamo (resta poi disponibile nell’edizione digitale di questo sito).
Greenpeace: il 40% dei Comuni in zone «vulnerabili» ai nitrati supera i limiti di legge consentiti per i livelli di azoto di origine zootecnica
Concentrazione di allevamenti
L’approfondimento parte dall’inchiesta condotta dall’unità investigativa di Greenpeace Italia e dalla giornalista Chiara Spallino sull’inquinamento da nitrati, che sono la conseguenza dei livelli di azoto nelle deiezioni dei capi di bestiame, per lo più bovini e suini, usate per concimare i campi. Il problema esiste nelle zone in cui c’è una forte concentrazione di allevamenti intensivi, come in Pianura Padana. I dati del report riferiscono che, in Lombardia, «nel 2023 il 40% dei Comuni siti in zone “vulnerabili” ai nitrati superava i limiti di legge consentiti per i livelli di azoto di origine zootecnica». Le zone «vulnerabili» sono quelle dove il limite per lo spandimento dei fanghi è fissato in 170 chili di azoto per ettaro all’anno, mentre nelle zone «non vulnerabili» la soglia è di 340 kg di azoto per ettaro.
Relazione sul carico di azoto zootecnico
Greenpeace osserva come la nuova relazione tecnica «Carico di azoto zootecnico» di Regione Lombardia dell’ottobre 2024 confermi lo stesso dato del 40% ed evidenzia come da sei anni la percentuale di Comuni, sia in zone «vulnerabili» sia in zone «non vulnerabili», che supera i livelli consentiti dalla normativa «è rimasta stabile (11%), oscillando tra un minimo di 164 e un massimo di 168». In Lombardia si allevano 26 milioni di avicoli, 3,8 milioni di suini e 1,5 milioni di bovini. Il carico di azoto zootecnico deriva per oltre la metà (60%) dai bovini, seguiti dai suini (29%) e dagli avicoli (9%). La Lombardia detiene il primato italiano per il numero di bovini e suini allevati. Greenpeace avverte come, quando l’accumulo di deiezioni nei suoli diventi eccessivo, i liquami possano diffondersi rapidamente nel suolo e nelle falde e incidere su «qualità e potabilità dell’acqua stimolando l’eutrofizzazione di laghi e fiumi, favorendo la proliferazione di alcune alghe che in sovrannumero danneggiano gli habitat».
Spandimento dei fanghi di depurazione
La relazione tecnica redatta da Ersaf, Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, sui carichi di azoto da zootecnia stila la lista dei Comuni lombardi, in zone «vulnerabili» e «non vulnerabili», dove non è permesso lo spandimento dei fanghi di depurazione, prodotti dai trattamenti disinquinanti delle acque reflue. In questo modo si evitano ulteriori spandimenti nelle zone dove non sono necessari. Pubblichiamo qui sotto l’elenco dei 30 Comuni della Bergamasca dove, con l’ultima relazione tecnica dell’ottobre scorso, non è stato permesso lo spandimento dei fanghi di depurazione per il 2024-25. I Comuni in zone «vulnerabili» che hanno superato il limite di 170 chili sono stati 155, prevalentemente in pianura nelle province di Brescia (36%), Cremona (26%), Bergamo (17%) e Mantova (12%).
Quantitativo di azoto potenziale e reale
Nell’approfondimento in uscita su eco.bergamo si spiega il metodo di calcolo utilizzato per definire il quantitativo di azoto «potenziale» di ogni Comune. Si tratta di un calcolo compiuto a tavolino sulla base del numero e del tipo di capi di bestiame presenti e della superficie agricola utilizzata. Proprio per evitare distorsioni, Ersaf ha proposto un nuovo modello di calcolo più preciso, basato non sul carico potenziale ma su quello reale, conteggiando le delocalizzazioni degli effluenti, la superficie agricola effettivamente utilizzata e le cessioni verso i produttori di fertilizzanti. Si prevede che, secondo questo modello di calcolo, il surplus di azoto per Comune si modifichi, passando, in zone vulnerabili, da 155 Comuni oltre i limiti a meno di 90. La proposta è stata recepita la settimana scorsa: la delibera regionale 3832 rende attuativo il nuovo calcolo, così che si possa introdurre con la relazione tecnica per il 2025-26, attesa entro novembre di quest’anno.
I bollettini nitrati bisettimanali
La mappa pubblicata sopra non è da confondere con i bollettini nitrati emessi periodicamente, sempre da Ersaf, la cui pubblicazione bisettimanale, ripresa lo scorso 30 gennaio, proseguirà sino alla fine di febbraio. I bollettini stabiliscono, per ogni Comune lombardo, se sia possibile o no distribuire non solo fanghi di depurazione ma anche effluenti da allevamento, fertilizzanti, letame, liquami e acque reflue. Per la stagione autunno-inverno 2024-25 i bollettini hanno stabilito, dall’1 novembre al 31 gennaio, 90 giorni di blocco per la distribuzione del concime. Di questi 90, 60 sono stati continuativi, tra dicembre e gennaio. Per i mesi di novembre e febbraio, in cui sono previsti i restanti 30 giorni, i bollettini sono pubblicati ogni lunedì e giovedì, regolando la distribuzione sulla base delle condizioni meteorologiche: indicativamente, bollettino rosso nei giorni di pioggia, e verde quando non piove e i terreni sono asciutti.
Coldiretti: il 40% dei Comuni lombardi sfora i limiti di azoto? Fuorviante. Il quantitativo di effluente prodotto da un Comune si può utilizzare come concime in un altro Comune
Gestione dei reflui migliorata
«Il settore zootecnico si sta muovendo già da una decina di anni per migliorare la gestione dei reflui da allevamento», osserva il presidente di Coldiretti, Gabriele Borella. «Dal mio punto di vista, è fuorviante affermare che il 40% dei Comuni lombardi sfora i limiti di azoto, perché può essere che il quantitativo di effluente prodotto da un Comune sia utilizzato come concime in un altro Comune».
Confagricoltura: le aziende che rientrano in quei Comuni sono, nella maggior parte dei casi, in regola rispetto alla Direttiva Nitrati, perché vanno a spandere liquami in altri territori
Entro un raggio di 25 chilometri
Enzo Ferrazzoli, direttore di Confagricoltura, riguardo al calcolo del carico potenziale zootecnico, dichiara: «Non viene fatto sul Pua, Piano di utilizzazione agronomica, delle aziende. Anche se quei Comuni sono fuori complessivamente come titolo di azoto in campo da reflui, le aziende che rientrano in quei Comuni sono, nella maggior parte dei casi, in regola rispetto alla Direttiva Nitrati, perché vanno a spandere liquami in altri territori, entro un raggio portato l’anno scorso a 25 km».
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