Siccità e calura, la nuova normalità

La crisi climatica. Decenni di vertici internazionali e di report scientifici ci avevano avvertito. Eppure, non siamo ancora preparati alle emergenze, alla siccità, alle ondate di calore, agli incendi, alla carenza di precipitazioni, alle piogge tropicali. L’Italia non ha mai approvato un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici: c’è una bozza, ma langue nel cassetto da anni, mentre la crisi si acuisce. La situazione migliora a livello territoriale.

Decenni di vertici internazionali e di report scientifici ci avevano avvertito. Eppure, non siamo ancora preparati alle emergenze, alla siccità, alle ondate di calore, agli incendi, alla carenza di precipitazioni, alle piogge tropicali. L’Italia non ha mai approvato un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici: c’è una bozza, ma langue nel cassetto da anni, mentre la crisi si acuisce. La situazione migliora a livello territoriale.

Temperature in aumento e meno piogge ma più violente a causa del riscaldamento globale

Arpa Lombardia è impegnata con un’unità operativa che ci ha fornito il quadro allarmante di che cosa ci aspetta e di come possiamo tentare di farvi fronte, pubblicato in un’inchiesta di otto pagine su eco.bergamo, il supplemento di ambiente, ecologia, green economy in edicola domenica 7 agosto gratis con L’Eco (resta poi disponibile nell’edizione digitale di questo sito). Il Comune di Bergamo, intanto, ha vinto un bando per riforestazioni urbane, potenziamento dei corridoi ecologici, monitoraggio del rischio di alluvioni e allagamenti. Il progetto, chiamato «Cli.C. Bergamo», Climate Change Bergamo, prevede 8,5 milioni complessivi di fondi. Solo primi passi, ma nella giusta direzione.

Urge l’adattamento. La strategia nazionale è ferma. In Lombardia impegno di Arpa, a Bergamo il piano Cli.C.

Ne servono ancora molti, anche perché l’aumento della temperatura media in Italia è 2,2 dal 1900, doppio rispetto a quello globale di 1,1-1,2. L’Accordo di Parigi, le politiche di riduzione delle emissioni di 190 nazioni e di tutte le più grandi aziende mondiali, la legge europea sul clima, i fondi del Pnrr per la decarbonizzazione sono destinati al taglio dei gas serra. La spiegazione fisica del riscaldamento globale e dei conseguenti cambiamenti climatici, infatti, è la crescita delle temperature come risultato dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera. Una spiegazione suffragata da una monumentale quantità di evidenze scientifiche e da un vastissimo consenso scientifico.

L’aumento della temperatura media in Italia è 2,2 dal 1900, doppio rispetto a quello globale di 1,1-1,2

Daniele Izzo, meteorologo del Centro Epson Meteo e professore di Meteorologia all’Istituto tecnico aeronautico «Antonio Locatelli» di Bergamo, introduce il quadro generale. «Abbiamo già visto temperature anche molto alte, ma bilanciate da precipitazioni. La novità di quest’anno sono le temperature da record con, in più, la siccità. In futuro vedremo temperature sempre più alte sia in pianura che in montagna».

Nei prossimi anni i record di caldo saranno battuti con maggiore frequenza. Lo zero termico salirà più in alto

«Batteremo con più frequenza i record di caldo. Le ondate di freddo diminuiranno e saranno meno intense. Lo zero termico salirà più in alto. Vedremo periodi più lunghi di assenza di pioggia e, al contrario, quando arriveranno, precipitazioni più intense. Il limite delle nevicate salirà più in alto: la risorsa, indispensabile per le riserve idriche, si ridurrà ulteriormente. I ghiacciai perderanno la propria massa a un ritmo più veloce. Sotto i 2000-2500 metri potrebbero sparire».

La neve, indispensabile per le riserve idriche, si ridurrà. I ghiacciai perderanno massa a un ritmo più veloce

Fulvio Adobati, professore di Urbanistica presso il Dipartimento di Ingegneria e scienze applicate dell’Università degli Studi di Bergamo e direttore del Centro studi sul territorio, osserva: «Il verde urbano e l’acqua in scorrimento concorrerebbero molto a ridurre l’effetto isola di calore. Ridurre il ricorso all’auto e i parcheggi agevola la realizzazione delle misure».

Il verde urbano e l’acqua in scorrimento per ridurre l’effetto isola di calore

«L’obiettivo principale di Cli.C. Bergamo – spiega Stefano Zenoni, assessore all’Ambiente e alla Mobilità del Comune di Bergamo – è il taglio delle emissioni di gas serra del 55 per cento entro il 2030, in linea con il piano Fit for 55 dell’Unione Europea, più ambizioso di quanto le città devono prevedere nel Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima: meno 40 per cento. Bergamo, poi, è stata scelta tra le cento città europee impegnate nel percorso verso la neutralità climatica e potrà contare su canali di accesso privilegiati ai fondi strutturali europei e ai crediti dalla Banca europea per gli investimenti per progetti elaborati dalle imprese con il Comune».

Il Comune di Bergamo prevede il taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e il percorso verso la neutralità climatica

I paradisi dell’Italia nel 2050 potrebbero essere, secondo i dati e gli scenari prospettati dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, località di montagna a distanza di non più di due ore di auto da una grande città. «Pandemia e nuovo clima aumentano la richiesta di case con verde e spazi aperti», nota Silvia Rovere, presidente di Confindustria Assoimmobiliare.

Le case più cercate del futuro in montagna, in località a non più di un paio d’ore da una grande città

Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto botanico «Lorenzo Rota» di Bergamo, suggerisce: «Un prato tagliato tre volte all’anno invece che dieci impedisce al suolo di surriscaldarsi troppo, seccarsi e impoverirsi. E per bagnare l’orto impianti di irrigazione a goccia: meno sprechi, più efficienza, terreni più ricchi».

Tagliare tre volte all’anno anziché dieci evita al suolo di seccarsi e impoverirsi

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