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Sabato 09 Novembre 2019
L’inquinamento è in calo in Lombardia
ma l’effetto serra non molla la presa
Le concentrazioni medie annuali di Pm10 in Lombardia sono stabilmente al di sotto del limite individuato come pericoloso per la salute dal 2008. «Il progressivo rinnovo del parco veicolare, favorito dalle limitazioni imposte dai Comuni ai mezzi più inquinanti, gioca un ruolo importante», afferma Guido Lanzani, responsabile dell’Unità Qualità dell’Aria di Arpa Lombardia.
«Non è l’unico motivo. L’applicazione delle migliori tecnologie per l’abbattimento degli inquinanti industriali, la migliore qualità dei carburanti in commercio, l’introduzione del filtro antiparticolato, la sostituzione di stufe e caminetti di vecchia generazione e persino la crisi economica del 2008 hanno contribuito ad abbassare i livelli medi di Pm10 nelle nostre città».
«Prendendo in esame un singolo anno o una singola stagione termica – continua Lanzani – può risultare che il riscaldamento globale causato dalle emissioni umane di gas serra possa avere avuto un impatto positivo sui valori di Pm10, per il minor uso del riscaldamento domestico, l’altra fonte di Pm10 che l’Inemar, l’Inventario delle emissioni aria di Regione Lombardia, individua, con il trasporto su strada, tra le più significative».
«Il cambiamento climatico, tuttavia, è un fenomeno complesso, che genera anche effetti decisamente negativi sulla qualità dell’aria, favorendo, ad esempio, l’accumulo e il ristagno di Pm10 per periodi prolungati o la sua formazione come prodotto secondario. Se si considerano tempi più lunghi, la meteorologia ha influito in modo negativo, comportando un aumento dei livelli di Pm10. Il trend di miglioramento della qualità dell’aria è dovuto alle misure antinquinamento locali, nazionali ed europee attuate nel corso degli anni». Insomma: la qualità dell’aria migliora, anche se l’effetto serra non aiuta e, anzi, è destinato a restare per molto tempo, malgrado il calo dello smog.
Il numero di giorni di superamento del limite di Pm10 è in continua diminuzione, ma l’oltrepassamento del tetto di 35 giorni si ripete ancora ogni anno.Bergamo, nel 2018, figura all’ottavo posto per giorni di superamento: 42, quasi la metà di Milano, dove sono stati 79. Sotto il limite dei 35 giorni solo Mantova, Lecco, Varese, Sondrio. «I dati confermano che la qualità dell’aria in Lombardia è migliorata a un ritmo superiore rispetto alla media europea», commenta l’assessore Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo.
«Esiste una correlazione diretta tra superamento dei limiti di Pm10 e aumento dei ricoveri ospedalieri e delle morti per patologie cardiovascolari e respiratorie. Sul lungo periodo l’esposizione è correlata anche all’insorgenza di tumori ai polmoni», osserva Daniela Borleri, direttore di Medicina del Lavoro dell’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, sulla base dei dati emersi dal programma Essia, lo studio più completo e rigoroso sul tema, condotto da Regione Lombardia tra 2003 e 2006. «Interventi capaci di diminuire i livelli di Pm10 possono portare a un immediato beneficio».
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