Via il roaming da giugno 2017
Ma caccia ai «furbetti» della sim

Nella nuova bozza in discussione, esclusi dalle agevolazioni chi utilizza in modo perenne abbonamenti a basso costo di altri Paesi.

Roaming gratis illimitato, per poter navigare su internet, fare chiamate e mandare sms in Europa come a casa quando si viaggia. Per evitare gli abusi dei «furbetti» che potrebbero comprare un abbonamento a basso costo in Lettonia per poi usarlo in Germania o Italia dove i prezzi sono più cari, però, toccherà agli operatori tlc «controllare» i movimenti degli utenti, in quanto il nuovo sistema si basa sul principio di residenza. È la nuova proposta della Commissione Ue per le regole sulla fine del roaming che scatterà a metà giugno dell’anno prossimo. Non è ancora detta, però, l’ultima parola: le nuove misure devono essere adottate dagli Stati membri e c’è già chi annuncia battaglia, mentre gli operatori di Etno vogliono valutarne «con attenzione» tutte le implicazioni. Bruxelles, dopo l’accordo Ue che ha sancito la fine dei sovraccosti del roaming, ha infatti ricevuto il mandato di definire «l’uso equo» del telefono all’estero entro il 15 dicembre. In sostanza, niente roaming permanente e il divieto di fare «dumping» sui mercati tlc dei 28, utilizzando per esempio un abbonamento finlandese a tempo pieno in Ungheria, dove la quantità di dati è 6,5 volte inferiore per lo stesso prezzo. Perché questo porterebbe gli operatori in Finlandia ad aumentare le tariffe nazionali per rientrare dei costi di chi ne approfitta in Ungheria.

Le nuove regole prevedono quindi che il roaming gratis sia consentito in base al «principio di residenza o di legami stabili» con lo Stato membro dell’operatore di cui si è comprata la carta sim. Sono quindi inclusi i lavoratori transfrontalieri e gli studenti Erasmus. In caso di traffico nazionale insignificante rispetto a quello in roaming, lunga inattività di una sim associata con l’uso quasi esclusivo in roaming, uso di carte sim multiple in roaming da parte dello stesso utente, invece, si dovrà pagare. Poco, in verità, perché Bruxelles chiede che i sovraccosti si limitino al prezzo all’ingrosso del roaming, proposto a 4 centesimi al minuto per le chiamate, 1 per gli sms e a 0,85 per Megabyte. Spetterà quindi agli operatori monitorare i movimenti degli utenti (contrari a un «controllo sistematico» i consumatori del Beuc) e avvertirli in caso di problemi, e spetterà sempre agli operatori mettere in piedi un meccanismo per gestire le dispute legali. I fornitori tlc, però, in caso di impatto negativo, potranno allertare i garanti e imporre di nuovo il roaming a pagamento.

Nonostante l’entusiasmo bipartisan degli eurodeputati, la nuova proposta suscita più di qualche perplessità, dal rispetto delle regole Ue sulla privacy ai costi per gli operatori sino ai problemi legali per i consumatori. «Se avete qualche ora di tempo, possiamo parlarne», ha ironizzato con la stampa lo stesso vicepresidente della Commissione Ue per il mercato unico digitale Andrus Ansip, che una decina di giorni fa ha visto ritirare da Juncker la precedente proposta che prevedeva «almeno 90 giorni» di roaming gratuito e copriva già il 99% dei casi di chi si muove all’estero. «Se vengono rispettati i modelli attuali di traffico non ci sarà nessun problema per gli operatori» ma, ha avvertito, «ci sono già due minoranze di blocco» contro la misura, «i Paesi del Nord e i Paesi del Sud». I primi vedono a rischio gli abbonamenti competitivi nazionali, e i secondi, in particolare Malta, Cipro, Grecia, Spagna, non vogliono investire in infrastrutture solo per la stagione turistica estiva senza poter rientrare dei costi.

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