Vaccini anti Covid per under 12, si parte entro Natale: si punta a 37mila inoculazioni

In Bergamasca circa 75 mila bimbi tra i 5 e gli 11 anni: obiettivo è vaccinare il 50%. Contagi, incidenza raddoppiata tra gli studenti

Un anno dopo, quell’acronimo resta ancora a distanza di sicurezza. La Dad, la didattica a distanza, il «canale» che accompagna l’istruzione dallo scoppio della pandemia, in quest’anno scolastico è finora rimasta sullo sfondo, limitata alle poche classi finite in quarantena. L’Italia resiste bianca, la Lombardia lo è ancor più saldamente. Ma i contagi risalgono soprattutto tra i più giovani, e tra i bambini in particolare, cioè tra chi non è coperto dal vaccino. Proprio questa è una delle sfide dell’inverno: avviare l’immunizzazione dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, non appena sarà autorizzata dalle agenzie regolatorie. I dati di Pfizer-BioNTech sono stati presentati all’Ema a metà ottobre; la fase di valutazione vivrà in questo mese di novembre gli step decisivi, la stima è che la vaccinazione possa prendere concretamente avvio in Italia entro Natale. Domenica, intervenendo a «Mezz’ora in più» su Rai 3, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli ha ricordato che, seppur raramente, «anche i bambini sviluppano forme gravi di malattia o forme persistenti di Covid e dobbiamo tutelare la loro socialità, i loro percorsi educativi-formativi».

I bambini bergamaschi tra i 5 e gli 11 anni sono quasi 75mila, secondo l’Istat, e circa 642mila quelli in tutta la Lombardia. È per loro che si aprirebbe la possibilità della vaccinazione: l’obiettivo tratteggiato dal governo è che possa aderire almeno il 50% di questa platea, quindi per la Bergamasca si punterebbe a circa 37mila vaccinazioni e a 320mila in chiave regionale. Nella fascia 12-19 anni, lo spicchio finora più «giovane» della campagna vaccinale, in Lombardia ha ricevuto la prima dose l’81,18% della platea: secondo i dati del governo, è la regione con la performance più alta. L’età media del contagio, tra l’altro, è sempre più bassa: in Bergamasca nella prima ondata (febbraio-agosto 2020) l’età media dei positivi era di 61 anni, nella seconda e nella terza ondata (da settembre 2020 a maggio 2021) ha oscillato tra i 41-42 anni, tra giugno e ottobre 2021 è precipitata a 34 anni.

Virus a velocità doppia

I numeri del contesto lombardo confermano che la circolazione virale è più ampia tra i bambini. Dall’inizio dell’anno scolastico la Direzione generale Welfare ha ripreso uno specifico monitoraggio e i dati sono netti: tra metà e fine ottobre, l’incidenza del contagio tra gli studenti è sostanzialmente raddoppiata. Al netto della «globale» risalita dei contagi, è proprio nelle fasce d’età più giovani che la risalita è più veloce. Nella settimana 11-17 ottobre, ad esempio, la Lombardia ha registrato 425 contagi nella fascia 0-18 anni, il 21,3% del totale dei casi emersi; nella settimana 25-31 ottobre, l’ultima per cui sono disponibili i dati, i contagi nella fascia 0-18 anni sono saliti a 790, cioè quasi raddoppiati, e il loro «peso» è salito al 24,2% sul totale delle nuove infezioni lombarde, nonostante gli under 18 rappresentino solo il 17% della popolazione lombarda.

Ma il quadro è più interessante se si posa la lente su specifiche classi d’età. Al 31 ottobre, mentre l’incidenza «globale» del contagio in Lombardia viaggiava a 33 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, la fascia 6-10 anni era a quota 64: in altri termini, la circolazione virale era doppia rispetto alla media della popolazione; e peraltro in crescita rapida, perché aveva valore 31 il 17 ottobre. L’altro segmento anagrafico su cui posano la lente gli epidemiologi è quello dei 3-5 anni: sempre al 31 ottobre la loro specifica incidenza del contagio era di 57 casi settimanali ogni 100mila persone, il 73% più alta rispetto al valore medio della popolazione.

Il confronto con quel che accadeva un anno fa induce però alla fiducia. Gli stessi dati della Regione ricordano che nell’ultima settimana di ottobre 2020, per esempio, l’incidenza del contagio nei bambini tra i 3 e i 5 anni era attorno ai 200 nuovi casi settimanali ogni 100mila bambini di quell’età, mentre oggi (o meglio: secondo gli ultimi dati disponibili, riferiti esattamente a un anno dopo) è a 57; tra i 6 e i 10 anni si era vicini a quota 350, contro l’attuale valore di 64.

E, ancora una volta, sono i numeri a consolidare la convinzione che il vaccino serva a spezzare la catena del contagio. Tra i 14-18enni, fascia d’età a cui si può accedere al vaccino, l’incidenza del contagio nella settimana 25-31 ottobre 2021 era di 26 casi ogni 100mila abitanti: più che dimezzata rispetto a quel che accade nelle fasce 3-5 anni e 6-10 anni.

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