Terapie intensive sature
«Le restrizioni restino»

Sono 88 i posti già occupati nelle Aree critiche. Pezzoli (Papa Giovanni): per vedere effetti occorre tenere duro dopo Pasqua

Sono pressoché sature le Terapie intensive degli ospedali bergamaschi. Qualche piccolo margine di allargamento di altri posti resta, comunque, per fronteggiare i costanti ricoveri di contagiati dal Sars-Cov2, ma al prezzo di ulteriori riduzioni delle altre attività: ieri si era a un totale di 88 pazienti Covid in Area critica. E quindi il coro è unanime: per vedere un calo dei ricoveri che ora sono al livello di allerta, serve che le restrizioni continuino anche dopo Pasqua.

Turn over costante

«La pressione si sente, se qualche minimo calo c’è, è nei ricoveri ordinari e non nelle Terapie intensive. In media, ogni giorno ricoveriamo tra le 10 e le 15 persone e almeno 2-3 poi finiscono nell’Area critica – sottolinea Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo –. La gravità della malattia non è affatto cambiata rispetto alle ondate precedenti, ma si sta abbassando l’età dei ricoverati: in Terapia intensiva abbiamo persone sui 65-70 anni, e anche qualche caso sui 30 e sui 40. Attualmente siamo a 42 posti occupati, ne abbiamo messi a disposizione 52, il turn over è praticamente costante, se esce qualcuno in meno di 24 ore il posto è già occupato. Se dovessimo allargare ulteriormente i posti di Area critica destinati al Covid, e vorremmo invece restare sui 52, saremmo costretti a ridurre ancora l’attività chirurgica e ordinaria: siamo già al 50%, dovremmo calare al 30%. E questo sarebbe un grossissimo problema: su 70 posti di Terapia intensiva totali, dobbiamo preservarne una quota per le altre patologie e le urgenze: siamo hub per i casi tempo-dipendenti, ictus e infarti in primis, va garantita anche questa assistenza. È vero che la maggior parte dei pazienti che accogliamo in Terapia intensiva arrivano da fuori provincia, prima da Brescia e ora da Mantova, Crema e Cremona, ma facciamo anche una media di almeno 4-5 ricoveri ordinari giornalieri di pazienti che vengono dalla Bergamasca».

E, aggiunge Pezzoli: «Per questo sarebbe opportuno continuare a mantenere restrizioni ferree anche a dopo Pasqua, per almeno un’altra settimana: solo così potremmo vedere gli effetti di una riduzione dei contagi e cominciare a respirare davvero. Sappiamo bene che è una fatica per tutti, ma solo le restrizioni insieme a una campagna vaccinale rapida possono liberarci dalla stretta della pandemia».

900 pazienti in Lombardia

Peraltro, aggiunge Roberto Keim, direttore del Dipartimento Anestesia e rianimazione dell’Asst Bergamo Est, si dovrebbe imparare dall’esperienza passata: «Nella primavera del 2020 con due mesi di lockdown siamo riusciti a ridurre le infezioni da Sars-Cov2 quasi a zero: è augurabile, in questo momento, continuare almeno un paio di settimane con le restrizioni più stringenti; solo verso metà aprile vedremo concreti effetti del calo dei contagi. Non dimentichiamo che in Lombardia siamo a quasi 900 pazienti ricoverati in Terapia intensiva per Covid (in tutta Italia ieri si era a quota 3.620 ndr), quasi quanti quelli della seconda ondata, vorremmo tutti evitare di arrivare ai picchi dell’inizio dell’epidemia, con oltre 1.300 pazienti in Area critica – rimarca Keim –. Come Asst Bergamo Est siamo a 8 letti di Terapia intensiva Covid, tutti già occupati, e due non Covid, più 11 postazioni, piene, di pazienti in Cpap. Siamo saturi, potremmo arrivare al massimo a 12 posti letto di Terapia intensiva Covid, se la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi, ma questo significherebbe sconfinare nell’Unità coronarica: una situazione estremamente delicata, perché se ora garantiamo le urgenze e le emergenze, in un ulteriore allargamento diventerebbe complicato mantenere altre attività. Stiamo vedendo in questi giorni un calo dei casi dei più anziani, e può essere un primo segnale dell’effetto vaccini, ma ai nostri nonni va tributata anche tutta la riconoscenza possibile, perché hanno capito che devono proteggersi e lo stanno facendo per i loro nipoti, i loro parenti. Dobbiamo quindi fare tutti un ulteriore sforzo osservando le restrizioni ancora per un po’: rispetto al calo dei contagi, i ricoveri nelle Terapie intensive sono sempre ultimi a calare».

Età media 62 anni

A oggi, le Aree critiche sono sature: sta succedendo anche all’Asst Bergamo Ovest dove oltre ad aver ampliato i ricoveri ordinari, i posti in Terapia intensiva sono 17 e 16 sono già occupati. Dodici posti a disposizione e tutti e 12 già pieni di pazienti Covid anche nella Terapia intensiva di Humanitas Gavazzeni: «Abbiamo inoltre 11 posti di Terapia intensiva non Covid, e dobbiamo garantire anche le altre attività di urgenza – rimarca Giovanni Albano, direttore dell’Anestesia e della Terapia intensiva –. Il flusso dei pazienti Covid è costante. Siamo praticamente al tutto esaurito, e pensare di allargarci ulteriormente diventa complicato, sia per gli spazi sia per il personale. L’età media adesso dei pazienti in Terapia intensiva è sui 62 anni. Dobbiamo aspettare ancora perché il plateau segnalato nei contagi, che sono comunque ancora elevati, vada verso una piega in calo. E gli effetti in questi ricoveri si vedono dopo qualche settimana. Serve ancora molto rigore, non siamo fuori dalla massima allerta».

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