Sanità e infortuni sul lavoro, il monito della Corte dei Conti

RELAZIONE 2023. La crisi «sistemica» del servizio sanitario esige interventi non più rinviabili. «Perplessità per l’ingente avanzo del bilancio Inail».

Individuare «le posizioni rilevanti» non basta: l’evasione fiscale in Italia resta diffusa e i controlli devono aumentare, anche perché le banche dati non riescono ancora ad essere sfruttate a pieno. Il richiamo arriva dalla Corte dei Conti che, anche quest’anno nel giudizio sul rendiconto dello Stato 2023 espresso nei giorni scorsi, torna a insistere sulla necessità di una lotta all’evasione a tappeto.

Un tema ricorrente per i magistrati contabili che però evidenziano anche altre urgenze a cui il governo non può sottrarsi: sicuramente mantenere l’equilibrio dei conti pubblici, ma anche affrontare la crisi ormai «sistemica» della sanità, dove gli investimenti non sono più rinviabili, e applicare le norme sulla sicurezza sul lavoro, spendendo tutte le risorse a disposizione.

La crescita degli incidenti sul lavoro

Ascoltando la requisitoria del Procuratore generale della Corte, Pio Silvestri, l’attenzione non può che andare al caso di Satnam Singh. «Desta perplessità che il bilancio Inail presenti un ingente ed improprio avanzo annuale (spesso superiore al miliardo), che poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico», anzi, ancor peggio con «una crescita esponenziale degli incidenti sul lavoro con un numero di vittime sempre più elevato e con costi sociali ormai fuori controllo».

La causa va cercata proprio nella frammentazione del sistema imprenditoriale fondato sulla piccola impresa e nei «fenomeni odiosi del caporalato e del lavoro nero». Il tutto a fronte di una normativa, quella italiana, sulla carta tra le più avanzate nel mondo occidentale. Da qui la necessità di formare i lavoratori e le aziende, investire nella sicurezza, per evitare costi che sono al contempo sociali ed economici. La risposta congiunta arriva dal ministero del Lavoro e dell’Inail che sottolineano come «proprio per la volontà di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per ridurre gli infortuni» già nel bilancio di previsione 2024 dell’Inail sono state raddoppiate le risorse per un totale di 1,55 miliardi di euro e ritengono «condivisibile quanto sottolineato dal procuratore generale presso la Corte dei Conti, Pio Silvestri, sull’esigenza di rivisitare le procedure di finanziamento delle misure di prevenzione in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro».

La sofferenza del sistema sanitario

Non può che guardare all’attualità anche il richiamo sulla sanità, afflitta da liste d’attesa infinite, dalla fuga dei medici e da prestazioni non uguali per tutti. Dopo lo sforzo corale durante il Covid, il sistema sanitario «soffre di una crisi sistemica cui si deve rispondere con decisioni ed investimenti non più rinviabili, nei campi dell’organizzazione, delle strutture, della formazione e delle retribuzioni», ha detto Silvestri. In ballo c’è il diritto stesso alla salute dei cittadini, come sottolineano anche le forze di opposizione dal Pd ad Azione. La sanità è certamente una voce di spesa ma non può che essere tra le prescelte pur in un quadro di finanza pubblica impegnativo. La Corte, per bocca del suo presidente, Guido Carlino, ha ribadito la necessità di misure «selettive» in vista della prossima legge di bilancio (sposando in questo l’approccio del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti). La partenza a politiche invariate viene calcolata in 21 miliardi, ma ulteriori risorse dovranno essere trovate se si vuole proseguire sulla strada della riduzione della pressione fiscale.

Carlino parla di un percorso «stringente», in cui la lotta all’evasione non può che essere centrale e in cui l’attività di controllo deve fare la sua parte. Ma se da una parte aumentano le lettere di compliance, dall’altra sono inferiori ai risultati pre-pandemia gli accertamenti dell’Agenzia delle entrate: oltre 175mila lo scorso anno contro i circa 190mila del 2022 e i 267mila del 2019. Va inoltre tenuto presente che a fronte di un’adesione significativa alle misure di rottamazione, molti contribuenti si perdono per strada. La quarta edizione ad esempio, a fronte di 6,8 miliardi riscossi, registra omessi versamenti di rate per 5,4 miliardi.

L’ultimo appello è infine sui balneari. Anche in questo caso i magistrati sono chiari, chiedendo «il rispetto delle prescrizioni eurounionali e delle decisioni degli organi giudiziari nazionali».

Bettoni: «Troppi morti, lottiamo per la sicurezza sul lavoro»

«Ogni giorno dobbiamo batterci senza sosta per una vera cultura della sicurezza». E purtroppo quanto afferma Franco Bettoni, appena nominato presidente regionale di Anmil, l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, è confermato anche dagli infortuni di questi giorni, gli ultimi nel fiume Adda e a Parre.

«Anmil si occupa di questi temi da più di 80 anni – prosegue Bettoni –. Il mio impegno per l’associazione è iniziato nel 1981 e dura da quasi 45 anni, ma oggi ancora di più serve stare uniti per perseguire l’obiettivo comune di una cultura della sicurezza, che parte dal rispetto delle norme e prosegue con la formazione nelle imprese e nelle scuole. La sensibilizzazione di lavoratrici e lavoratori, insieme agli imprenditori, rappresentano un connubio importante per abbattere la problematica delle morti, degli incidenti e delle malattie professionali. È fondamentale promuovere la salute sui luoghi di lavoro, partendo dal numero terribile che ricorda come purtroppo negli ultimi 10 anni in Italia si registrano 3 morti al giorno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA