Regione, il Consiglio approva la riforma della sanità: 46 voti a favore e 26 contro

Via libera definitivo dal Consiglio regionale della Lombardia al progetto di legge di revisione del servizio sanitario che ha l’obiettivo di potenziare la sanità territoriale agganciandosi al Pnrr.

Via libera definitivo dal Consiglio regionale della Lombardia al progetto di legge di revisione del servizio sanitario che ha l’obiettivo di potenziare la sanità territoriale agganciandosi al Pnrr. Il testo varato dalla giunta Fontana è stato approvato nella serata di martedì 30 novembre con 48 Sì e 26 No. Favorevoli i gruppi di maggioranza (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Lombardia Ideale e Polo di Lombardia), per i quali la nuova legge costruirà una sanità più vicina ai cittadini. Contrarie le opposizioni (Pd, Movimento 5 Stelle, +Europa, Azione, Lombardi Civici Europeisti), che hanno definito il provvedimento una «non riforma».

Al voto non ha partecipato solo il consigliere Luigi Piccirillo. Assente per motivi di salute il presidente della Regione Attilio Fontana. La legge, entrata in Aula il 10 novembre, è composta da 35 articoli. All’approvazione finale si è giunti dopo 16 giorni di lavori che hanno tenuto impegnata l’Aula per 116 ore. Diverse le sedute notturne, una, per la prima volta, anche domenicale. Quasi duemila gli atti tra emendamenti e ordini del giorno votati tra ieri e oggi, la maggior parte depositati dalle opposizioni che per contestare il testo hanno portato avanti una maratona di interventi durata due settimane.

«Accolgo con grande soddisfazione l’approvazione della legge del servizio sanitario lombardo, frutto di un grande ascolto e larga condivisione». Lo dichiara in una nota il presidente delle Regione Lombardia, Attilio Fontana commentando l’approvazione, questo pomeriggio, in Consiglio regionale, della legge che riguarda la riforma del sistema sanitario lombardo.

«La pandemia – spiega Fontana – ha rafforzato la necessità di quel cambio di paradigma che già la “Legge 23” aveva evidenziato e provato ad attuare, ma che a causa della carenza di risorse statali si era riusciti a realizzare in parte: passare dalla “cura” al “prendersi cura”. Con gli stanziamenti del Pnrr, poi è stato finalmente possibile il cambio di passo e la legge appena approvata ci consente di riorganizzare l’offerta sanitaria e soddisfare il bisogno di salute dei nostri cittadini» . Per Fontana, «questi ultimi due anni hanno reso evidente che la politica dei tagli lineari degli ultimi dieci anni aveva provocato in sanità una serie di effetti negativi» . «Voglio ringraziare innanzitutto la maggioranza per la compattezza dimostrata con il voto di oggi - conclude - e anche tutti gli attori che ruotano attorno al sistema sanitario e che hanno dato il proprio contributo».

Soddisfatto il centrodestra. «Siamo i primi ad attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza - ha spiegato il relatore della legge, il leghista Emanuele Monti - e ad integrarlo con 800 milioni di euro di risorse regionali. Una delle principali novità riguarda l’istituzione di un nuovo livello d’assistenza che interagisce con Ospedali e Case della Comunità: gli Ambulatori Sociosanitari Territoriali. I medici che lavoreranno al loro interno, potendo effettuare prestazioni ed esami a bassa intensità che oggi sono disponibili solamente all’interno delle strutture ospedaliere, limiteranno le liste d’attesa». «Si tratta di una legge ambiziosa e di ampio respiro, con la quale la Lombardia si prepara ad affrontare le sfide del futuro nel migliore dei modi, guardando al mondo post pandemia», ha rimarcato il capogruppo di Forza Italia, Gianluca Comazzi.

Di segno opposto i commenti dell’opposizione, che hanno lamentato l’assenza di confronto. «Una legge sbagliata, che non farà che aggravare i problemi che già esistono», per Gregorio Mammì, del Movimento Cinque Stelle. «È una legge che aumenta la confusione e non risolve i problemi ormai cronici di una macchina sanitaria troppo ingarbugliata e farraginosa, dimenticandosi dei problemi reali dei cittadini lombardi, il Pd non può che votare contro», ha spiegato il capogruppo dem, Fabio Pizzul.

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